Gli schermi di Pc e smartphone per i ragazzi possono essere una finestra sul mondo, ma possono diventare anche una cella che imprigiona ogni volta che la porta della cameretta si chiude. Solo in Italia sono 300mila i portali che inneggiano all’anoressia come stile di vita, un numero sconcertante: uno ogni dieci ragazze tra i 10 e i 19 anni.
Un clic separa migliaia di giovani da una realtà dove per dimagrire si può fare di tutto, dove i genitori sono esclusi e i coetanei suggeriscono sistemi di controllo del peso efficaci e pericolosissimi. Siamo nel mondo delle comunità Pro-Ana e Pro-Mia (pro bulimia), dove migliaia di adolescenti, ma non solo, si buttano alla ricerca di consigli per dimagrire, digiunare, vomitare. Ma anche per cercare qualcuno con lo stesso problema, nella speranza di non sentirsi più soli.
Solo in Italia sono 300mila i portali che inneggiano all’anoressia come stile di vita, un numero sconcertante: uno ogni dieci ragazze tra i 10 e i 19 anni. La chiusura, decisa ieri, di uno di questi blog da parte della Procura di Ivrea è meno della punta di un iceberg di un mondo fatto di modelli di magrezza eccessiva, vanità, imitazione e, non dimentichiamolo, di malattia. Di cui le ragazze non sono consapevoli, anzi tutt’altro. A spiegarlo è Laura Dalla Ragione, responsabile dei centri per la cura dei disturbi alimentari Palazzo Francisci e Nido delle Rondini di Todi.
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