LA RETE E I GIOVANI: NUOVE SFIDE PER ADULTI E SCUOLA

A partire dai dati elaborati da Il Telefono Azzurro sono 800 milioni di bambini e ragazzi, a sperimentare in Rete la grammatica relazionale. Attraverso la Rete, i bambini e i ragazzi non elaborano più direttamente le emozioni, ma le affidano a dispositivi esterni, costruiscono la propria identità, ricercano visibilità e consenso, socializzano e condividono, ma sono anche esposti a nuove forme di violenza e abuso (cyberbullismo, sexting, sextortion, grooming).

Negli ultimi sei mesi, il 53% dei ragazzi ha trovato online contenuti offensivi e il 23% di questi riguardavano l’orientamento sessuale, il 20% erano insulti razzisti.

Di fronte a questo scenario, gli adulti, spesso inconsapevoli dei pericoli che bambini, ragazzi, adolescenti corrono nell’uso dei dispositivi digitali, sono chiamati «a fare un passo in più – sottolinea Ernesto Caffo – a non essere solo osservatori, ma soggetti attivi, che cercano di trovare insieme possibili risposte, perché Internet non diventi maestro di vita». A loro spetta il compito di conoscere, ascoltare, cogliere i segnali per dare risposte, per insegnare a usare il mondo digitale, per educare a una cultura del rispetto dell’altro. È urgente dunque ricostruire i ponti tra le generazioni, fare insieme percorsi e dialogare attorno alla «normalità» della Rete, diventare consapevoli dei rischi. La formazione è la grande risorsa per «prendersi cura reciprocamente, riflettere insieme, promuovere la crescita e tutelarsi dalla violenza e dagli abusi». Tutto questo – ribadisce Caffo – interpella anche la scuola, dove sono gli stessi ragazzi, secondo le ricerche di Telefono Azzurro, che chiedono che «si parli di più, si conosca, si apprenda per prevenire, si impari che la comunicazione nella Rete digitale non sostituisce la bellezza e la profondità delle relazioni nel rapporto reale».

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