“Affrontare la situazione attuale con estrema cautela ma anche con creatività uscendo un po’ fuori dagli schemi abituali” – Intervista ad Alessandro Iannini sull’Emergenza Covid-19

Abbiamo intervistato il Dott. Alessandro Iannini – Responsabile Area Rimettere le ali Borgo Ragazzi Don Bosco e Delegato emarginazione e disagio Circoscrizione Italia Centrale – per conoscere le iniziative e le soluzioni che i Salesiani dell’Italia Centrale e a livello nazionale stanno adottando per portare avanti il quotidiano lavoro di tutela e di protezione dei minori e delle famiglie in difficoltà, anche in questo periodo di particolare emergenza. Sono offerti diversi spunti di riflessione e sono messi in luce gli sforzi quotidiani di responsabili ed operatori per garantire la prosecuzione delle attività dedicati ai più deboli:

In questo periodo in cui molti servizi sono chiusi e diventa più difficoltoso rapportarsi con le Istituzioni e le Autorità come si stano organizzando i Salesiani per tutelare i minori ospitati nelle case famiglie? Ovvero le famiglie in difficoltà che già seguivano prima?

Come salesiani nell’Italia Centrale e a livello nazionale abbiamo un coordinamento delle associazioni che gestiscono servizi residenziali e diurni. Appena iniziata l’emergenza ci siamo coordinati tramite incontri via remoto per condividere iniziative e difficoltà. E’ emersa sin da subito la voglia di non fermarsi, di stare vicino ai nostri ragazzi e alle loro famiglie sia pur facendo estrema attenzione al rispetto delle indicazioni che arrivavano dai diversi decreti emanati.
Sulle strutture residenziali per minori non sono arrivate indicazioni precise a tutela dei ragazzi e degli educatori. Abbiamo impostato il lavoro riducendo le entrate e le uscite degli educatori, non abbiamo fatto entrare più volontari, famigliari e i ragazzi sono rimasti in casa. A fatica abbiamo cercato dispositivi di sicurezza che non vengono forniti alle nostre strutture. Ci siamo regolati come tutte le famiglie sapendo però che il nostro livello di complessità è maggiore avendo 8-10 ragazzi in casa e 6-8 educatori.
Le famiglie affidatarie, inoltre, si sono trovate in estrema difficoltà visto che con l’interruzione delle scuole si sono interrotte anche tutte le attività pomeridiane. Abbiamo cercato di stare loro vicino sin da subito con un sostegno personale e di gruppo attivato attraverso le piattaforme informatiche e questo è stato molto apprezzato.

Quali sono le difficoltà che gli operatori incontrano quotidianamente?

“Dovendo ridurre il più possibile i passaggi abbiamo dovuto pensare a turni più lunghi e nello stesso tempo con tutti i ragazzi in casa. Non è facile, al mattino sono tutti impegnati con le lezioni a distanza e bisogna seguirli tutti, così come poi cercare con creatività attività pomeridiane da fare ogni giorno senza uscire. In più ogni educatore vive la difficoltà di dover arrivare in comunità e poi tornare a casa rischiando di essere un agente in una direzione e nell’altra di involontario contagio spesso proprio per la mancanza di dispositivi di sicurezza adeguati.”

Abbiamo chiesto al Dott. Iannini, inoltre, in che modo si possono gestire le problematiche che ancora di più si accentuano a causa della convivenza forzata in quei nuclei familiari che già presentavano difficoltà e conflitti, considerato che sussiste il serio rischio che alcune situazioni degenerino e che non si possa intervenite tempestivamente in difesa dei minori coinvolti:

Quasi quotidianamente sentiamo i ragazzi dei servizi diurni e di semiresidenzlalità non solo per un supporto allo studio ma anche per monitorare come stanno a casa. Sono equilibri molto delicati e possiamo spesso solo avere un contatto per via telematica e chiaramente c’è il rischio che alcune situazioni di convivenza forzata degenerino. Tra l’altro ci troviamo in difficoltà rispetto alla normativa sulla privacy avendo come unico strumento spesso proprio il cellulare privato dell’educatore anche esso impossibilitato a spostarsi.”

Evidenzia, ancora, il Dott. Iannini alcuni dei Diritti dei minori violati in questa condizione generale di ristrettezza:

La più grande povertà che stiamo osservando in questo momento è la mancanza in alcune famiglie dei dispositivi tecnologici necessari per fare scuola, per socializzare e per rimanere in contatto con il mondo. Alcune famiglie più povere hanno un unico cellulare, in altre non ci sono le competenze necessarie ed alcuni ragazzi rimangono isolati. Per loro anche l’elementare diritto allo studio non è concretamente fruibile.

Si possono perdere i risultati ottenuti con i ragazzi se i programmi a loro destinati non possono o faticano a continuare?

Stiamo cercando di aiutare i ragazzi e chi gestisce i progetti e i donatori a comprendere che in una situazione eccezionale e di emergenza occorre ragionare in modo diverso rispetto al solito: occorre essere creativi. Per noi è importante non tanto portare avanti programmi e attività come se tutto fosse come prima ma suscitare nei ragazzi e negli educatori la voglia di utilizzare bene il tempo per comprendere cosa sta avvenendo anche dentro ognuno di noi per cercare poi di dare risposte nuove e diverse, per imparare cose nuove. Se affrontiamo così questo tempo i programmi fatti prima forse saranno saltati ma se ne potranno pensare altri più adatti alla mutata situazione. Forse è proprio questa l’occasione da non perdere ma è possibile solo con un atteggiamento di apertura e ricerca da parte del mondo degli adulti.”

L’emergenza sanitaria in corso può accentuare le disparità sociale e aumentare la povertà educativa e sociale?

Come dicevo prima la povertà educativa in questo momento si evidenzia come povertà nell’accesso alla tecnologia come mezzo di comunicazione e conoscenza. Inoltre anche la difficoltà di comprendere potendo “leggere” ed “elaborare” la quantità enorme di informazioni è un altro fattore di povertà.
Inoltre molte delle famiglie più in difficoltà che avevano lavori saltuari o in “nero” non hanno accesso alle misure previste dallo Stato. Molti ragazzi si trovano e si troveranno senza il necessario per vivere, senza casa per l’impossibilità di pagare gli affitti. Già oggi veniamo contattati da nostri ex ragazzi che vivono da soli che non hanno la possibilità di comprarsi anche il cibo. Sarà necessario pensare ad interventi specifici sia educativi che sociali sia per i prossimi mesi che per il futuro.”

Iannini ricorda, infine, quanto sia necessario saper affrontare la situazione attuale con estrema cautela ma anche con creatività uscendo un po’ fuori dagli schemi abituali per poter sperimentare strumenti efficaci sia durante che dopo questa crisi. Sono convinto che tutti insieme ce la possiamo fare ma solo se siamo realmente disponibili a rivedere il nostro abituale modo di vivere.

Alessandro Iannini
Alessandro Iannini 

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