Le difficoltà quotidiane nella gestione dell’emergenza Coronavirus nei centri che accolgono i minori. L’esperienza della Casa Famiglia BORGO RAGAZZI DON BOSCO a Roma

La gestione emergenza da Coronavirus rappresenta una quotidiana sfida per i minori ospitati presso le case famiglia e per gli operatori che si occupano di loro. In questo difficile momento, anche per chi vive in queste strutture sono in vigore le limitazioni agli spostamenti e le altre direttive varate dall’Autorità governativa.
Abbiamo intervistato Eliana Ercolino, Coordinatrice della Casa Famiglia Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma, che attualmente ospita 8 ragazzi e 2 ragazze, con un’età media di 16 anni, per comprendere insieme a lei le difficoltà quotidiane che si incontrano nella gestione dei minori, dalle lezioni online alle misure di sicurezza sanitarie necessarie per tutelare i ragazzi. Anche a quest’ultimi sono state rivolte delle domande per conoscere direttamente da loro emozioni e pensieri su questo periodo di crisi.

Come vi siete organizzati per permettere a tutti i ragazzi di continuare a seguire le lezioni scolastiche?
Disponevamo di un paio di PC ad uso dei ragazzi e abbiamo dovuto chiedere a persone (volontari, famiglie, operatori) se fossero nella possibilità di prestarci qualche altro PC. Alcuni dei ragazzi possono seguire le lezioni con i propri cellulari. Abbiamo dovuto installare una rete WiFi appositamente per permettere la didattica on-line perché altrimenti i ragazzi avrebbero dovuto utilizzare i giga del loro piano tariffario. La difficoltà è quella di aver dovuto provvedere in tempi rapidissimi al reperimento di queste risorse per permettere ai ragazzi di non rimanere indietro rispetto alla classe. L’altra difficoltà è legata al fatto che i ragazzi non sono abituati a seguire le lezioni in questo modo e si distraggono con molta facilità.
Quali emozioni avete raccolto dai ragazzi?
Abbiamo raccolto vissuti di smarrimento, preoccupazione, paura, frustrazione, noia, ma anche speranza e consapevolezza nel fare la propria parte e non esporsi a rischi inutili. I ragazzi sono attualmente molto preoccupati per il loro futuro, soprattutto coloro (e attualmente sono la maggioranza) che hanno quasi diciotto anni e che stavano lavorando, stavano per essere contrattualizzati a termine di un periodo di prova o stavano vivendo le prime esperienze di stage aziendale attraverso le scuole.
Misure adottate per fronteggiare l’emergenza?
Stiamo adottando tutte le misure generali e specifiche attualmente raccomandate dai vari decreti. In più abbiamo ridotto il turn over degli educatori facendo turni più lunghi. In Casa Famiglia è attualmente consentito l’accesso solo all’educatore in turno. Alcuni volontari ci portano la spesa che viene depositata davanti al cancello.
Quali sono le difficoltà e le criticità che riscontrate quotidianamente?
Le difficoltà sono legate al difficile reperimento dei DPI e dei prodotti per disinfettare le mani e quelli per l’ambiente, che al momento risultano difficilmente reperibili oppure si riescono ad acquistare solo a prezzi esorbitanti che nessuno ci rimborserà. Eppure siamo strutture residenziali e dovremmo avere tutte le tutele del caso. Da qui deriva la preoccupazione del nostro turn over che come spiegavo è stato già molto ridotto, ricorrendo a una turnazione più lunga e quindi più concentrata, ma che comunque espone i ragazzi al nostro andirivieni, ma su questo non possiamo che continuare a prendere le precauzioni che stiamo adottando e sperare che non vi sia alcun contagio. In quest’ultimo caso dovremmo mettere in quarantena l’intera casa famiglia e sarebbe una procedura necessaria ma molto faticosa.
Siamo, inoltre, molto preoccupati in prospettiva per la situazione progettuale dei minori che accogliamo, la cui maggioranza è a ridosso della maggiore età e quindi in fase di dimissione. Alcuni di questi ragazzi, dopo aver ricevuto da noi una formazione, avevano iniziato a lavorare e dopo il periodo di prova sarebbero stati prossimi ad un contratto. Ma la situazione attuale non può più garantire che ciò avvenga, soprattutto nelle tempistiche di cui necessitano i ragazzi. Con l’interruzione istituzionale dei progetti di semi-autonomie per i neomaggiorenni siamo davvero preoccupati per il futuro di questi ragazzi che improvvisamente dovranno fronteggiare una situazione in cui rimarranno a lungo senza lavoro e senza soluzioni abitative certe.
E quali gli aspetti positivi?
Gli aspetti positivi sono legati alla relazionalità intensa che si vive insieme ai ragazzi, nella quale emergono anche riflessioni importanti sulla vita, sulle paure che si stanno vivendo e su quanto sia importante che ciascuno faccia la propria parte a beneficio dell’oggi e del domani.
I ragazzi hanno assunto un atteggiamento responsabile davanti l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo?
Tutti i ragazzi hanno assunto un atteggiamento responsabile e si mostrano molto collaborativi nella quotidianità.

Abbiamo rivolto alcune domande anche ai ragazzi ospitati i quali, nonostante non nascondono di trovare delle difficoltà in questo periodo di ristrettezza soprattutto per quanto riguarda l’impossibilità di uscire ed incontrarsi con gli amici e per la convivenza forzata, riescono comunque a cogliere del positivo ritenendo che tutto questo tempo libero permette di conoscere meglio se stessi e quanti li circondano.
Tutti i ragazzi, inoltre, nelle loro risposte danno un forte segno di responsabilità ammettendo di essere pronti a fare il proprio dovere e di essere consapevoli che è necessario rispettare le regole per proteggere loro stessi e quanti li circondano:

M. (15 anni)

Come stai vivendo l’emergenza?
La sto vivendo abbastanza bene su alcuni aspetti e un po’ male su altri.
Ricevi sufficienti informazioni sulla situazione di crisi che stiamo vivendo?
Cerco sempre autonomamente le informazioni su internet e le ricevo anche dalle persone che mi circondano.
Cosa vorresti sapere?
Mi interessa sapere l’andamento del coronavirus, ad esempio quando le morti aumentano o diminuiscono.
Cosa ti manca di più rispetto alla situazione precedente?
Mi manca il poter uscire con gli amici e il contatto fisico con le persone.
Quali sono le difficoltà che stai vivendo? Riesci comunque a trovare degli aspetti positivi?
Le difficoltà riguardano le stesse cose che ho detto nella precedente risposta. Qui ad esempio viviamo in una casa e siamo in tanti e ci vuole molto impegno per mantenere le distanze e limitare i contatti.
Come aspetti positivi, c’è molto tempo per pensare e per recuperare cose che non si sono potute fare prima perché magari si era troppo occupati, non c’era tempo.
Pensi che il tuo contributo sia importante per aiutare la comunità intera a superare la crisi che stiamo vivendo?
Secondo me sì, perché il contributo di ciascuno è fondamentale: se io adesso dovessi uscire rischio comunque di contagiare la gente, di essere contagiata e rischio di contagiare tutti qui dentro.É importante che ognuno faccia ciò che deve essere fatto.

R. (17 anni)

Come stai vivendo l’emergenza?
Bene perché sono abbastanza abituato a stare in casa e non esco tanto, quindi per me non è un grosso sacrificio rispetto ad altre persone che hanno bisogno di uscire ma non possono.
Ricevi sufficienti informazioni sulla situazione di crisi che stiamo vivendo?
Sono abbastanza informato. Mi arrivano le notifiche ufficiali dai siti istituzionali sull’emergenza. Sto seguendo anche le notizia su una possibile cura e mi sembra che man mano stia andando meglio di prima. Qui in casa abbiamo attaccato dei fogli sull’igiene personale, sulle cose da fare o da non fare.
Cosa vorresti sapere?
Vorrei sapere cosa stanno facendo i politici italiani e del mondo per migliorare questa situazione.
Cosa ti manca di più rispetto alla situazione precedente?
Sembra che il mondo sia al buio, perché non trovi persone per strada; stiamo vivendo in un mondo bianco e nero mentre prima era più felice la vita.
Quali sono le difficoltà che stai vivendo? Riesci comunque a trovare degli aspetti positivi?
Le difficoltà sono legate al fatto che tutti i giorni vedi le stesse persone e dopo un po’ ti stanchi. Gli aspetti positivi sono che abbiamo più tempo per risolvere problemi che avevamo prima e c’è più tempo per stringere un’amicizia tra di noi e conoscerci meglio, come stiamo facendo.
Pensi che il tuo contributo sia importante per aiutare la comunità intera a superare la crisi che stiamo vivendo?
Penso che sto facendo la cosa giusta rimanendo a casa e rispettando le normative così evito anche di contagiare le persone che vivono con me. Dovrebbero avere tutti la consapevolezza dell’importanza di agire in questo modo.

B. (17 anni)

Come stai vivendo l’emergenza?
La sto vivendo un po’ male e un po’ bene e mi impegno a rispettare le regole che ci sono in questo tempo.

Ricevi sufficienti informazioni sulla situazione di crisi che stiamo vivendo?
Non sto sempre a leggere le notizie, ma preferisco chiedere ogni tanto agli educatori. Alcune volte leggo anche le notizie del mio Paese e del mondo.
Cosa vorresti sapere?
Quando finirà tutto.
Cosa ti manca di più rispetto alla situazione precedente?
Mi manca un po’ il lavoro, perché sono abituato a lavorare, mi manca vedere gli atri ragazzi che vanno a scuola, uscire con i miei amici, mi manca vedere la gente per strada, le macchine sulla Prenestina.
Quali sono le difficoltà che stai vivendo? Riesci comunque a trovare degli aspetti positivi?
Sto imparando a rispettare gli altri, anche i ragazzi che non parlano tanto. Ci stiamo conoscendo di più e ci stiamo confrontando su ciò che pensiamo. Prima succedeva di meno. Poi noi rispetto alle altre Case Famiglia e ai nostri amici abbiamo gli spazi del Borgo che è grande e siamo fortunati.
Pensi che il tuo contributo sia importante per aiutare la comunità intera a superare la crisi che stiamo vivendo?
É importante per me fare bene le cose e mi arrabbio con chi non rispetta le regole che ci sono adesso.

A. (17 anni)

Come stai vivendo l’emergenza?
Non in modo totalmente negativo perché comunque stando a casa cerchi di utilizzare di più l’immaginazione per fare altre cose piuttosto che trovare sempre gli spazi fuori come quando si usciva spesso.
Ricevi sufficienti informazioni sulla situazione di crisi che stiamo vivendo?
Si mi informo tutti i giorni dai siti, dai social network, dalle persone che mi circondano.

Cosa vorresti sapere?
Vorrei sapere come sta andando la ricerca di una cura.

Cosa ti manca di più rispetto alla situazione precedente?
Mi manca il potermi allenare in palestra, mi manca la boxe.
Quali sono le difficoltà che stai vivendo? Riesci comunque a trovare degli aspetti positivi?
Come dicevo mi manca tanto la palestra che oggi è uno dei posti più rischiosi dove andare. Gli aspetti positivi sono che stando sempre a casa noto delle cose a cui non avevo prestato attenzione perché ero a scuola o fuori con gli amici: ho visto un educatore fare in pane in casa, oppure do una mano e imparare a cucinare.
Pensi che il tuo contributo sia importante per aiutare la comunità intera a superare la crisi che stiamo vivendo?
Non uscendo do un doppio contributo: aiuto gli altri e me stesso a evitare il contagio.

E. (17 anni)

Come stai vivendo l’emergenza?
La sto vivendo abbastanza male perché è traumatico svegliarsi una mattina e sapere che improvvisamente non puoi più uscire e frequentare i tuoi amici, non poter andare a scuola né a lavoro. É abbastanza traumatico perché improvvisamente è cambiato tutto.
Penso anche che se la gente rispettasse maggiormente l’ordinanza probabilmente finirebbe tutto molto prima. Purtroppo, questa cosa inizialmente è stata presa con leggerezza e quindi adesso è degenerata e quindi adesso semina panico, morte, tensione e non è una bella situazione.

Ricevi sufficienti informazioni sulla situazione di crisi che stiamo vivendo?
Provo a seguire tutta la vicenda come posso anche se non posso seguire qualsiasi cosa.

Cosa vorresti sapere?
Vorrei qualche dettaglio in più su ciò che i ricercatori stanno facendo per cercare questa cura o cosa si sta facendo per limitare il contagio delle persone.

Cosa ti manca di più rispetto alla situazione precedente?
Mi manca la vita che vivevo tutti i giorni. Questo attuale è un grande cambiamento.

Quali sono le difficoltà che stai vivendo? Riesci comunque a trovare degli aspetti positivi?
Nel nostro caso, che viviamo tutti insieme non tutto il male viene per nuocere, perché in questo tempo puoi conoscere una persona per quella che è passandoci più tempo insieme e questa è una bella cosa.
Pensi che il tuo contributo sia importante per aiutare la comunità intera a superare la crisi che stiamo vivendo?
Si, perché non uscendo e quindi evitando qualsiasi contatto con la gente esterna eviti che il virus possa arrivare in casa, in un ambiente in cui vivono tanti ragazzi e gli educatori.

Rispondi

Up ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: