Mantenere alta la guardia per combattere gli abusi sui minori in questo periodo di confinamento obbligatorio. L’esperienza negli Stati Uniti dell’Ovest

Nell’epoca della mobilità e delle connessioni istantanee, anche un’epidemia, come il Coronavirus, non conosce frontiere: dall’Asia, passando per l’Europa, è arrivata in America, e in poco tempo dalla Cina il Paese più infettato è risultato prima l’Italia, adesso gli Stati Uniti d’America, con oltre 590.000 contagi e oltre 23.000 morti, ma i numeri sono destinati a crescere.

Marco Fulgaro questa settimana ha contattato Juan Carlos Montenegro, laico incaricato dell’animazione missionaria e del volontariato per l’ispettoria salesiana degli Stati Uniti Ovest, che ci ha aggiornato sulla situazione a Los Angeles, che si trova nel quinto Stato più affetto del Paese, la California.
Juan Carlos si è soffermato soprattutto su due aspetti: l’impegno dei salesiani all’interno della Chiesa californiana per continuare a raggiungere i giovani e la piaga degli abusi sui minori, situazione particolarmente sensibile, data l’emergenza.

Una delle sfide più grandi che si stanno affrontando in questo momento è la sicurezza dei giovani e dei minori vittime di abusi da parte di membri della famiglia; dovendo rimanere a casa, molti di loro sono esposti a questo crimine orribile. Statisticamente, la maggior parte delle persone che abusano sono insegnanti e operatori sociali nelle scuole. Con il confinamento a casa, c’è maggior possibilità di manipolazione e di abusi sulle vittime, che si trovano a non avere molte opzioni per essere protette.
Come Chiesa, i salesiani invitano continuamente i giovani a connettersi il più possibile alle iniziative proposte, come l’oratorio virtuale e gli incontri, che proseguono regolari, via web.

Il mese scorso, l’arcivescovo di Los Angeles ha chiesto ai fedeli di non andare in chiesa per evitare l’espansione della pandemia. Da subito, la parrocchia salesiana di San Domenico Savio, a Bellflower, ha iniziato a fornire i servizi liturgici per i suoi fedeli: due messe al giorno, una in spagnolo e una in inglese, con una media di 100 partecipanti, 2000 la domenica, un’adorazione settimanale e diverse attività ogni sera nella Settimana Santa. Tutto questo per continuare a stare vicino alle persone, in particolare quelle più in difficoltà, mostrando loro vicinanza e premura. Ma la comunità non si è focalizzata solo sul servizio religioso, le attività pastorali per i giovani proseguono online. Grazie agli strumenti della tecnologia, si sono raggiunti moltissimi adolescenti. Inoltre, grazie alla società di San Vincenzo, si è attivata la distribuzione dei pasti per le famiglie più bisognose. I salesiani stanno incontrando tutta la comunità attraverso dei momenti particolari, come facendo interviste o altri interventi.


Conclude, Juan Carlos, con queste parole: “In questo momento di crisi, occorre adattarsi per continuare a lavorare per i giovani, preghiamo il Signore che ci accompagni nelle nostre vite”.

 

 

 

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