Promuovere la responsabilità e l’impegno per il bene comune partendo dall’ambiente familiare: l’esperienza a Cuenca di don Benedetto del Vecchio

Marco Fulgaro ci porta di nuovo a Cuenca, in Ecuador, divenuto uno dei Paesi più colpiti dal coronavirus nel Sud America con oltre 22.000 casi, secondo il ministro della salute e circa 1.000 morti.
Oltre al problema della salute, ci sono una serie di conseguenze pesanti per l’economia del Paese e per la vita di tante famiglie e di tante persone, come la perdita di posti di lavoro, la pesantezza dell’isolamento per i più vulnerabili e la mancanza di cibo, ma non bisogna dimenticarsi dei problemi che già esistevano prima e che ora rischiano di essere sottovalutati.

Abbiamo intervistato don Benedetto Del Vecchio, parroco della comunità di Cuenca – Yanuncay, missionario in Ecuador da 55 anni, che ci ha descritto alcuni tratti della situazione vissuta dalle famiglie.

La parrocchia conta circa 5700 famiglie, un numero elevato che impedisce di poter arrivare a tutti i problemi, però i salesiani si impegnano il più possibile per raggiungere tutti con la propria missione educativa.
Lo stile del catechismo nella parrocchia salesiana ha assunto dei tratti speciali, con la catechesi impartita ai ragazzi e ai genitori, sul medesimo tema nella stessa settimana, in giorni diversi, per aiutare a costruire una relazione pacifica e positiva nelle famiglie. Uno degli obiettivi è promuovere la responsabilità e l’impegno per il bene comune partendo proprio dall’ambiente familiare dove crescono i futuri cittadini del Paese. Questo lavoro contribuisce a limitare i momenti di tensione tra i giovani, che qui non hanno grossi problemi di droga o prostituzione.

In questa zona di Cuenca l’ambiente è sereno, permangono alcuni problemi tra i genitori, che a volte non hanno alle spalle un percorso di preparazione al matrimonio e nel trascorso degli anni trascurano la propria relazione. L’indifferenza religiosa, nonostante la tradizione cristiana, sta aumentando e, parallelamente, si sta delineando una crisi di valori come la giustizia, la solidarietà o la speranza, di cui c’è un forte bisogno in questo momento di emergenza. Nonostante questo, si notano diverse persone che si privano di quello che possono dare per aiutare gli altri.

Altro tema di notevole rilievo è quello della migrazione, sia di partenza che di arrivo.
Molti giovani se ne sono andati da Cuenca e continuano a partire verso l’Europa o gli Stati Uniti, per cercare migliori opportunità di vita e di guadagno, lasciando i genitori o i nonni soli.
Allo stesso tempo, nella zona della parrocchia si sono stabilite molte persone che vengono da altri Paesi, come Venezuela, Colombia o Perù, o dalle zone agricole ma non dispongono dei mezzi sufficienti per realizzarsi, sono senza lavoro e non sanno dove mandare i figli a studiare. Questo porta con sé disagio perché alla voglia di lavorare e di inserirsi nel tessuto sociale non corrispondono delle opportunità adeguate.

Ci auguriamo che continui il lavoro dei salesiani e di tanti collaboratori per tutelare i diritti dei minori e delle famiglie

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