Oggi l’Italia con la fase 2 prova ripartire … non dimentichiamoci di bambini e ragazzi.
Dopo un lungo periodo di restrizione riapriranno diverse attività lavorative e si potranno riprendere i rapporti familiari da vicino.
Rimane fermo il distanziamento sociale e, soprattutto, viene fatto appello alla responsabilità di ogni cittadino.
Per il momento, le scuole resteranno chiuse e, come detto, sarà possibile uscire per andare a trovare i propri parenti, pur rispettando alcuni accorgimenti necessari, quali il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine.
A partire da oggi è, inoltre, consentito l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici, pur rispettando tutte le dovute precauzioni. Sarà, quindi, possibile accompagnare i propri figli nei parchi. Questa è sicuramente una novità positiva, poiché la possibilità di stare all’aria aperta è un elemento essenziale per i bambini, soprattutto per i più piccoli, che viene incontro al loro bisogno di sfogarsi.
La fase 2 apre così uno spiraglio anche per bambini e ragazzi. Finalmente i più piccoli – e non solo – potranno, infatti, rivedere figure importanti come i nonni, ma gli altri affetti? Occorrerà spiegare loro che non potranno ancora tornare a scuola e giocare con gli amici, e che i loro momenti di socializzazione e formazione dovranno essere rimandati.
L’eccezionalità del momento che stiamo vivendo nel quale il “tempo si è spezzato e il presente è sospeso” (Wlodek Goldkorn) induce a ritenere che la normalità è diventata un concetto “nuovo”.
Dai ragazzi arrivano domande e paure dovute al fatto di non riuscire ad intuire se ci sarà una “normalità”
Occorrerà pensare dei momenti che prendano sul serio queste domande. Spiegargli che la “normalità” è un concetto relativo e sempre connesso ad un gruppo di riferimento. Spiegargli che questo momento può essere anche un’occasione per immaginare e costruire un futuro diverso. Aiutarli a riconoscere le risorse che hanno messo in atto in questi mesi. Aiutarli a riconoscere la solitudine e l’isolamento che hanno vissuto, a volte, ricordandogli l’importanza di non lasciare nessuno “solo” e indietro.
Occorrerà mettere in atto energia, tempo e creatività per ripartire. Siamo solo all’inizio e i sacrifici che si dovranno affrontare, prevediamo, saranno molti.
Siamo consapevoli che la ripresa economica è essenziale.
Ma questo periodo ci ha reso anche consapevoli che la comunità di cura e quella educativa sono aspetti determinanti per il benessere sociale.
Senza capitale sociale non ci potrà essere sviluppo (Carlo Borgomeo).
Siamo lieti che il Governo abbia manifestato il suo interesse per i più piccoli anche a seguito delle sollecitazioni ricevute dagli addetti ai lavori, ma occorre fare di più, molte realtà associative – anche grandi – rimangono ancora in bilico col rischio di provocare ulteriori distanze e disuguaglianze verso chi ne ha bisogno.
Ci sono alcune scelte precise che il Governo dovrà fare in modo che la “crisi” non si porti via tutte quelle realtà che quotidianamente si occupano dei più deboli. Realtà che – nonostante il periodo – non hanno smesso di inventare vie nuove per “curare” ed “educare”.
Continueremo insieme a tutte le associazioni, i volontari e gli operatori del settore a mantenere alta l’attenzione per la tutela quotidiana dei diritti dell’infanzia e delle loro esigenze.
Continueremo a tenere alto il discorso su questi valori approfondendo, studiando e raccontando.
Siamo consapevoli che i cambiamenti non sono mai agevolati, c’è da conquistare terreno, dibattere e convincere. Questo non ci fa paura e non ci scoraggia. E’ un futuro che non mette al centro i bisogni dei più piccoli e di chi si occupa di loro a spaventarci.
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