Il 15 giugno riaprono i centri estivi (ludoteche, centri per famiglie, oratori…) dedicati a bambini ed adolescenti per le attività ludiche, ricreative, educative, all’aperto ma anche al chiuso.
Se nella cosiddetta Fase 1 sono state necessariamente prese misure che hanno limitato fortemente la possibilità di movimento dei minori (sospensione di tutte le attività educative e scolastiche) adesso occorrerà ripartire tenendo conto del benessere dei bambini e degli adolescenti garantendo loro nuovamente diritti fondamentali come quelli all’incontro, al gioco ed all’educazione.
Vediamo nello specifico quali misure dovranno essere adottate dai centri estivi, in conformità con le linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia, per assicurare il giusto bilanciamento tra il diritto all’educazione e la necessità di offrire condizioni di tutela della salute.
1) Accessibilità: bambini e ragazzi verranno distinti per fasce relative alla scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), alla scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) ed alla scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni). Nel caso di domande superiori alla ricettività prevista, deve essere redatta una graduatoria di accesso che tenga conto, tra l’altro, della condizione di disabilità del bambino o adolescente; della documentata condizione di fragilità del nucleo familiare di provenienza del bambino e del maggior grado di impegno in attività di lavoro da parte dei genitori;
2) Spazio disponibile: in considerazione delle necessità di distanziamento fisico è opportuno privilegiare il più possibile le attività in spazi aperti all’esterno, anche se non in via esclusiva. In caso di attività in spazi chiusi, è raccomandata l’aerazione abbondante dei locali;
3) Personale e bambini/adolescenti: il rapporto numerico minimo fra operatori, bambini ed adolescenti sarà graduato in relazione all’età dei bambini ed adolescenti (per i bambini dai 3 ai 5 anni un adulto ogni 5 bambini; per i bambini dai 6 agli 11 anni un adulto ogni 7 bambini; per gli adolescenti dai 12 ai 17 anni un adulto ogni 10 adolescenti);
4) Igiene: valgono le misure fin ora consigliate, lavarsi frequentemente le mani, non tossire o starnutire senza protezione, mantenere il distanziamento fisico di almeno un metro dalle altre persone, non toccarsi il viso con le mani, pulire frequentemente le superfici con le quali si viene a contatto, arieggiare frequentemente i locali;
5) Selezione del personale e formazione degli operatori: tutto il personale, professionale e volontario, deve essere formato sui temi della prevenzione di COVID-19, nonché sugli aspetti di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e delle misure di igiene e sanificazione;
6) Programmazione delle attività: si lavorerà per piccoli gruppi di bambini ed adolescenti. Anche la relazione fra piccolo gruppo di bambini ed adolescenti ed operatori attribuiti deve essere garantita con continuità nel tempo;
7) Accompagnamento e ritiro dei bambini: si dovranno evitare assembramenti negli ingressi;
8) Triage in accoglienza: sono previsti punti di accoglienza all’esterno o in un opportuno ingresso separato dell’area o struttura per evitare che gli adulti accompagnatori entrino nei luoghi adibiti allo svolgimento delle attività;
9) Progetto organizzativo del servizio offerto: il gestore dell’attività deve garantire l’elaborazione di uno specifico progetto da sottoporre preventivamente all’approvazione del Comune nel cui territorio si svolge l’attività, nonché, per quanto di competenza, da parte delle competenti autorità sanitarie locali;
10) Bambini ed adolescenti con disabilità: nel caso di bambini ed adolescenti con disabilità, il rapporto numerico deve essere potenziato a 1 operatore per 1 bambino o adolescente.
Si tratta di regole necessarie che sicuramente comporteranno un maggiore sforzo da parte dei gestori dei servizi ai quali si chiede, comunque, di garantire una pluralità di offerte affinché nessun bambino o adolescente sia escluso dalla possibilità di vivere esperienze fondamentali per la propria crescita.
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