Nuovo report dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini: tutti i dati sull’esperienza scolastica nelle aree interne

Il nuovo report dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini fornisce una chiara visione sull’esperienza scolastica nelle aree interne del nostro Paese permettendo un’analisi approfondita dell’offerta delle opportunità educative, culturali e sociali dedicate ai minori.

Dal report emerge che le aree interne sono le più colpite dalla carenza di servizi essenziali, non solo sanitari e di trasporto, ma anche educativi: si tratta di quasi 4.200 comuni, più della metà dei comuni italiani, dove abitano circa 13 milioni di persone.

La scarsa copertura dei servizi nelle aree interne si accompagna spesso a fenomeni come lo spopolamento, un maggior rischio di disoccupazione e in generale a situazioni di disagio economico e sociale.

La carenza di servizi educativi nelle aree interne rende le scuole di questi territori meno attrattive rispetto a quelle dei comuni più centrali portando molti bambini e ragazzi a spostarsi dalle zone più periferiche verso i centri maggiori, per accedere a un’offerta educativa più ampia e a servizi scolastici migliori.

In molti casi, questa scelta è dettata anche dalla carenza di edifici scolastici sul territorio, come le scuole superiori che, a differenza di elementari e medie, non sono presenti nella maggior parte dei comuni.

Questa condizione rappresenta un limite alla libera scelta degli studenti e si pone come ostacolo per il percorso di studi degli alunni, portando le aree interne a registrare livelli di apprendimento più bassi.

Oltre una scuola su 4 si trova in aree non sicure perché vicina a fonti di inquinamento o percorsi di traffico, o collocata in aree urbane degradate.

In Italia, le scuole con mensa sono una minoranza. Sono circa il 26% gli edifici scolastici che dichiarano di offrire il servizio refezione.

Ma il disagio economico e sociale delle aree interne rendono anche meno accessibili opportunità educative esterne alla scuola, come la pratica sportiva nel tempo libero.

I dati rilevano che l’Italia è uno dei paesi europei più colpiti dall’abbandono scolastico, con il 13,5% dei giovani tra i 18 e in 24 anni con la sola licenza media, nel 2019. Gli abbandoni aumentano man mano che ci si allontana dai centri maggiori.

Le aree interne delle province sarde sono quelle con più abbandono scolastico

Dai dati 2011, le province sarde spiccano per le percentuali più alte di abbandono. Ai primi posti Sud Sardegna e Cagliari, con quote oltre il 30%. Seguono altri territori del sud, mentre Ravenna è l’unica provincia settentrionale a rientrare nella classifica.

Occorre intervenire in maniera incisiva al fine di rimuovere ogni ostacolo e potenziare strumenti e servizi perché la scuola rappresenta un presidio culturale per tutti, non solo per gli alunni, svolge infatti, un ruolo sociale e crea comunità (si pensi alle associazioni, agli eventi e incontri che ruotano intorno alla scuola, specialmente nei piccoli comuni).

Lesperienza-scolastica-nelle-aree-interne-19-maggio-2020

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