Il lockdown ha messo a dura prova adulti e bambini ma ha rappresentato anche un momento per riscoprire gli affetti e per dedicare più tempo alla propria famiglia.
Dai dati Istat emerge che 3 cittadini su 4 hanno usato parole di significato positivo per descrivere il clima familiare vissuto nella Fase 1 dell’emergenza Covid – 19.
Il clima familiare è risultato positivo nonostante le restrizioni ed il lockdown è stato vissuto all’insegna della serenità e di un clima familiare coeso e positivo. Alla richiesta di definire il clima familiare vissuto nel primo periodo dell’emergenza, tre cittadini su quattro hanno usato parole di significato positivo. Solo l’8% ha utilizzato termini di significato negativo.
Per descrivere il clima familiare, un cittadino su due ha scelto una delle seguenti parole: “buono” (14,4%), “sereno” (12,6%), “tranquillo” (10,4%), ottimo” (8,7%), “amorevole” (3,8%). “Teso” è invece il termine negativo più usato, ma solo dallo 0,7% degli intervistati.
Nei mesi di confinamento è stato maggiore il tempo dedicato alla cura dei figli che è risultata l’attività che più frequentemente delle altre ha fatto registrare un incremento del tempo dedicato abitualmente, in particolare per il 67,2% di coloro che l’hanno svolta, mentre per il restante 29,5% non ci sono state variazioni.
La cura dei figli occupa il 7,9% dei cittadini, con minime differenze tra uomini e donne. Questa, tra l’altro, è stata indicata più frequentemente delle altre come l’attività cui è stato dedicato più tempo rispetto alla situazione pre-Covid: 67,2% di chi l’ha svolta. Solo per il 29,5% delle persone il tempo in questo ambito non è variato.
Purtroppo in diversi nuclei familiari la convivenza forzata in casa ha avuto risvolti negativi. Per molti minori il confinamento ha rappresentato una maggiore vulnerabilità alla violenza, come l’abuso e lo sfruttamento sessuale.
Per questo il Presidente e il Vicepresidente del Comitato di Lanzarote nella “Dichiarazione sul rafforzamento della protezione delle persone di minore età durante la pandemia di COVID-19” pongono l’attenzione sui bambini e ragazzi che sono sempre più spesso online e dipendono dai social media per rimanere in contatto con gli amici, esprimere sentimenti, studiare, distrarsi, rischiando di rimanere vittime di adescamenti online e di diventare vittima di estorsioni sessuali, cyberbullismo.
Occorre la cooperazione di tutti, autorità nazionali, regionali e locali affinché si adottino misure di prevenzione e di lotta contro lo sfruttamento sessuale e gli abusi sessuali nei confronti dei minorenni e di assistenza per far si che nessuna richiesta di aiuto rimanga senza risposta.
Rispondi