La crisi COVID-19 che ha travolto il mondo durante il 2020 ha imposto nuove sfide in tema di istruzione, cura e benessere dei bambini.
Molti genitori tutt’ora faticano a trovare un equilibrio tra assistenza all’infanzia e lavoro, e molto spesso gli oneri maggiori ricadono sulle donne.
“Childcare in a global crisis: the impact of COVID-19 on work and family life” (L’assistenza all’infanzia durante una crisi globale: l’impatto del COVID-19 sul lavoro e sulla vita familiare) è la nuova ricerca realizzata dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef.
Lo studio esamina lo stato dell’assistenza all’infanzia e della formazione della prima infanzia a livello globale e valuta l’impatto delle chiusure diffuse dei servizi dedicati all’assistenza ai bambini e all’istruzione prescolastica a causa della pandemia di Coronavirus.
Anche prima della pandemia COVID-19, la situazione delle famiglie era stata descritta come “una crisi globale dell’assistenza all’infanzia”. Si stima, infatti, che oltre 35 milioni di bambini sotto i cinque anni siano stati talvolta lasciati senza la supervisione di un adulto a causa delle esigenze lavorative dei genitori.
Con l’arrivo della pandemia, il 99% dei 2,36 miliardi di bambini nel mondo si è trovato in un paese con limitazioni ai movimenti: questa situazione ha reso la custodia dei bambini una sfida ancora più grande per i genitori.
Secondo i dati della ricerca, almeno 40 milioni di bambini nel mondo non hanno ricevuto un’istruzione prescolastica negli anni cruciali che precedono l’ingresso nel mondo della scuola, dato che, a causa della pandemia di Covid-19, sono state chiuse le strutture dedicate all’assistenza all’infanzia e all’istruzione prescolastica.
Molti bambini piccoli che rimangono a casa non ricevono il supporto ludico e di apprendimento precoce di cui hanno bisogno per uno sviluppo sano.
In 54 paesi a basso e medio reddito circa il 40% dei bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni non riceve stimoli socio-emotivi e cognitivi da nessun adulto della propria famiglia.
A livello globale, il lavoro di assistenza all’infanzia è svolto prevalentemente da donne, si tratta di madri, nonne, sorelle e lavoratrici nel settore dell’assistenza all’infanzia. Nel 2018, 606 milioni di donne in età lavorativa non hanno cercato un lavoro a causa della necessità di assistere i propri figli, rispetto ai soli 41 milioni di uomini.
Nell’attuale contesto di blocco e chiusura delle scuole è messa a rischio la garanzia che tutte le famiglie abbiano accesso a servizi di assistenza all’infanzia a prezzi accessibili e di alta qualità. Per questo è necessario che i governi e i datori di lavoro aiutino i genitori ad affrontare la crisi globale dell’assistenza all’infanzia attraverso misure a sostegno della genitorialità. I pacchetti di ripresa economica COVID-19 hanno, ad oggi, diretto la stragrande maggioranza delle risorse alle imprese piuttosto che alle famiglie. Tutto questo può essere cambiato attraverso la fornitura pubblica di assistenza all’infanzia, sussidi, livelli di protezione sociale e incentivi fiscali.
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