Segnaliamo un interessante documentario pubblicato dal Corriere della Sera “DETOUCHMENT” di Barbara Martire, Yasmin Pulero e Giovanni Sorrentino nel quale ragazzi tra i 18 e i 29 anni descrivono l’impatto che i social e gli smartphone hanno avuto nella loro vita.
“Siamo cresciuti con la tecnologia, insieme con la tecnologia……non posso sottrarmi da questa cosa anche se non ne amo l’idea”
I ragazzi ammettono di usare il telefono una media di 7 ore al giorno e di esserne ormai totalmente dipendenti; ma anche se sono sempre connessi provano comunque un forte senso di ansia e di isolamento.
“Sentimenti, emozioni, quello che penso tendo a non pubblicarlo, pubblico quello che faccio. È come se avessi bisogno dell’approvazione degli altri perché mi dicano che la mia vita è bella”
Si tratta di una generazione tanto attiva sui social e nel mondo virtuale ma altrettanto “poco social” nella vita vera.
Alcuni ragazzi riconoscono la loro difficoltà nel rapportarsi dal vivo con i propri coetanei, senza il filtro e lo schermo dello smartphone.
Si tratta sicuramente di una generazione di “transazione”, fortemente stimolata, che sta esplorando nuovi modi di incontro e di vivere sociale, ma che deve interrogarsi su un punto fondamentale: i social avvicino o allontano?
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