Emarginazione e povertà in aumento: Rapporto Caritas 2020, un punto di vista… sulle nuove esigenze della solidarietà sociale

Una delle conseguenze sociali più pesanti dovute all’emergenza Covid è data dall’aumento della povertà soprattutto per alcune fasce della popolazione. L’incertezza economica globale, la crescente condizione di precarietà e l’esclusione dal mercato del lavoro hanno colpito più di 7 milioni di famiglie italiane[1]. Con sensibili ricadute anche sul fenomeno dell’emarginazione e della povertà minorile, rispetto al quale si è evidenziato, negli ultimi anni, un trend in aumento. 

A questo proposito si segnala l’uscita del Rapporto Caritas 2020[2] dal titolo: “La povertà a Roma: un punto di vista. Nessuno si salva da solo”. 

Il documento si concentra sugli scenari relativi alla povertà al tempo del Covid 19, dando poi conto dell’impegno della Diocesi di Roma nell’ambito della Capitale e riservando uno sguardo alle misure istituzionali[3] finora adottate, nell’ottica di un impegno sempre maggiore per l’elaborazione di soluzioni non individualistiche che rinsaldino la solidarietà sociale.

In questo senso significativa è l’idea del “nessuno si salva da solo”, che riflette l’esigenza di trovare una risposta collettiva a quel senso di isolamento sociale, oltreché personale, causato dalla pandemia.

Una sollecitazione in direzione del recupero di una prossimità reale e rinnovata, che ponga al centro le categorie più fragili[4].


[1] Secondo le stime diffuse dal Censis.

[2] Per una lettura integrale del documento si rimanda al link Rapporto2020.pdf (caritasroma.it)

[3] Misure pubbliche che vanno, tra le altre, dal Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione a quello destinato agli inquilini morosi incolpevoli, fino alla sospensione dell’esecuzione degli sfratti.

[4] Si legge nella prefazione: «Prima di tutto, la disuguaglianza. Se le conseguenze del Covid-19 sono state la malattia e l’impoverimento, queste non hanno interessato tutti allo stesso modo. La pandemia ha colpito chi già era escluso o sfruttato, gli aiuti non hanno raggiunto coloro che ne avevano bisogno più di altri, le politiche per fronteggiare l’emergenza hanno fatto passare in secondo piano le emarginazioni che sono più gravi perché già presenti da decenni nel tessuto sociale della città. L’informazione spesso non ha aiutato a conoscere e comprendere fino a fondo il dramma dei più emarginati: ha dato risalto a chi ha fatto “più rumore” (rumore suscitato da specifici gruppi di interesse) e ha prestato poca attenzione a quanti sono veramente vittime indifese.»

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