Autorità Garante: ripensare la tutela dei giovani utenti sui social

È di pochi giorni fa la notizia del blocco di TikTok in Italia per i minori di 13 anni e, con essa, del riaccendersi del dibattito sull’uso incontrollato delle piattaforme social da parte dei più giovani.

Il tema dell’esposizione dei minorenni sui social e della fruizione da parte dei giovanissimi dei contenuti della rete è questione di non facile soluzione. Il nodo cruciale è rappresentato dalla mancanza di sistemi che permettano la verifica sulla veridicità della dichiarazione del nuovo utente circa il compimento dei 14 anni. Il primo accesso dei minori sui network avviene per soglie di età sempre più basse, senza che a ciò faccia seguito un potenziamento dei controlli da parte dei gestori delle piattaforme, al punto che l’iscrizione può avvenire, di fatto, anche senza aver raggiunto l’età necessaria.

Non può non prendersi atto che una larga parte della comunicazione passa oggi dallo strumento social. E se i linguaggi, soprattutto giovanili, sono cambiati, d’altra parte è fondamentale preservare la crescita del minore adattando le forme di “controllo” nell’utilizzo dei mezzi tecnologici, allo scopo di proteggere il minore, la sua immagine e riservatezza. 

Dall’altra parte troviamo la spettacolarizzazione della sfida, della prova da superare, trasposizione di quei rituali di passaggio che l’antropologia ci descrive come necessari all’accettazione del giovane da parte della collettività e al riconoscimento sociale. Eppure la tendenza o, se vogliamo, il fisiologico bisogno del ragazzo di mostrare se stesso in cambio di approvazione e conferma, si traduce nell’epoca digitale in una “febbre da visualizzazioni”, di cui i (troppo) giovani utenti sono oggetto e non soggetti consapevoli. La prova di coraggio, la sfida, si trasferisce dal mondo reale alle piattaforme virtuali, luoghi di aggregazione del nuovo millennio. 

La società deve al più presto recuperare il suo ruolo educativo e di custodia dei giovani, spesso percepiti come meri consumatori di virtuale. In quest’ottica, senza strumenti di controllo efficaci il minore non è tutelabile in via preventiva. Saranno possibili unicamente interventi successivi e non tempestivi. Del tutto inefficaci se l’obiettivo è la protezione dei più giovani da un’eccessiva e indiscriminata esposizione.

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