Giustizia

MINORI IN STATO DI DETENZIONE

Situazione attuale

Nel corso del 2015 sono state predisposte diverse disposizioni novative della giustizia penale minorile, incidenti sui diritti dei minori detenuti e sottoposti a misure penali, che tuttavia, non hanno risolto completamente le esigenze dei minori coinvolti nel sistema giudiziario. Tra le principali riforme si indicano:

  • il Regolamento di riorganizzazione del Ministero della Giustizia e riduzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche, la cui attuazione è ancora in corso;
  • il Decreto attuativo del DPCM 15 giugno 2015 n. 84; la Legge delega per Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi, nonché, all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena.

La normativa approvata negli ultimi anni sta cercando di ridisegnare il modello italiano della giustizia penale minorile, ribadendo l’importanza di preservare il patrimonio e la specializzazione della giustizia penale dei minori, senza, però, approvare un apposito ordinamento penitenziario minorile: tale soluzione da tempo è sollecitata dall’ONU, dal Consiglio D’Europa e dalla Corte Costituzionale Italiana. Una simile lacuna normativa determina una grave violazione delle norme e degli standard internazionali in materia di esecuzione minorile (artt. 37 e 40 CRC). Pertanto si può affermare che le norme dell’ordinamento penitenziario italiano ancora non rispecchino del tutto le esigenze educative dei detenuti minori di età.

Recenti dati statistici sui servizi della giustizia minorile informano che la maggior parte dei minori autori di reato è in carico ai Servizi Sociali per Minorenni nell’ambito di misure all’esterno, la detenzione, infatti, assume per i minorenni carattere di residualità. Negli ultimi anni, infatti, si sta assistendo ad una maggiore applicazione del collocamento in comunità per la sua capacità di contemperare le esigenze educative con quelle “contenitiva di controllo”.

L’utenza è prevalentemente maschile, e la presenza degli stranieri è maggiormente evidente (Marocco, Romania, Albania, Paesi dell’ex Jugoslavia); le ragazze sono soprattutto di nazionalità straniera e provengono dall’area dell’ex Jugoslavia e dalla Romania.

La criminalità minorile è connotata dalla prevalenza dei reati contro il patrimonio e, in particolare, dei reati di furto e rapina. Frequenti sono anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti, mentre tra i reati contro la persona prevalgono le lesioni personali volontarie.

Proprio in considerazione delle esigenze di protezione e tutela dei minori sottoposti a misure restrittive è stata istituita il 24 aprile 2013 la  Carta dei diritti e dei doveri dei minorenni che incontrano i Servizi minorili della giustizia, fornita ai minori nel primo ingresso nelle strutture detentive, in cui vengono racchiusi ed indicati i principi su cui si basa la giustizia minorile.

Criticità

Diverse risultano le criticità relative ai diritti dei minori detenuti e sottoposti a misure alternative. Primo fra tutti il problema della discriminazione multipla dei minori che entrano nel circuito penale, legata a fattori quali la minore età, la condizione giuridica, l’esposizione al rischio di disagio psicologico e sociale, fattori che incidono particolarmente su alcuni gruppi sociali, nota, infatti, è la sovra presenza negli IPM di minori stranieri e figli di stranieri e minori rom e sinti.

Altro aspetto critico si rileva sulla mancanza di attività di coordinamento e collaborazione tra Istituti Penali per Minorenni e Tribunali di Sorveglianza, circostanza che comporta l’impossibilità per i giudici di conoscere i singoli minori detenuti e progettare con gli educatori percorsi alternativi.

A ciò si aggiungono le criticità esistenti nell’ambito dei servizi per la salute mentale dell’età evolutiva per la mancanza di formazione e organizzazioni specifiche per i minori con bisogno di inserimento in comunità terapeutiche.

La proposta dell’Osservatorio Salesiano

Assolutamente necessario ed urgente da parte dell’Italia risulta un adeguamento del proprio sistema detentivo minorile alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Le Istituzioni sono chiamate ad adottare una normativa apposita sul sistema carcerario minorile in grado di regolamentare, non solo le risorse umane, tecniche e finanziarie più adeguate al trattamento dei minori, ma anche, le modalità di soggiorno e organizzazione dei ragazzi all’interno degli istituti penitenziari, considerate le recenti modifiche legislative che hanno “aperto” gli IPM anche ai giovani adulti, ossia a coloro che hanno commesso il reato da minori fino ai 25 anni di età, circostanza che potrebbe diventare problematica, atteso che in molti IPM non è prevista una separazione tra detenuti di tale fascia di età dai minorenni,  con conseguenti possibili disagi.

Necessario risulta, ancora , un effettivo e concreto monitoraggio attraverso visite regolari degli istituti di prevenzione, un rafforzamento dei contatti con il mondo esterno, predisponendo un aumento dei numeri di colloqui mensili (previsione di colloqui via Skype), ed inserendo attività riparatorie e di pubblica utilità nelle sanzioni.

Si auspica, in ogni caso, in linea con le raccomandazioni della CRC, un potenziamento delle misure alternative per i minori, che realmente consideri la detenzione inframuraria minorile una extrema ratio cui non dover ricorrere se non in casi isolati, prediligendo, anche per i reati più gravi, forme diverse di rieducazione, proseguendo nel progetto di decarcerizzazione iniziato dagli anni Cinquanta.

Per approfondimenti https://www.giustizia.it/giustizia/

 

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