Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone: è necessario l’impegno di tutti.

È necessario l’impegno di tutti, istituzioni, associazioni e agenzie educative per sanare la piaga della tratta che sfrutta i più deboli: queste le parole pronunciate ieri da Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus in piazza San Pietro per ricordare la celebrazione della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la Tratta di persone.

“Sul fronte della prevenzione, mi preme segnalare come diverse ricerche attestino che le organizzazioni criminali usano sempre più i moderni mezzi di comunicazione per adescare le vittime con l’inganno. Pertanto, è necessario da una parte educare a un uso sano dei mezzi tecnologici, dall’altra vigilare e richiamare i fornitori di tali servizi telematici alle loro responsabilità” – conclude nel suo intervento il Sommo Pontefice.

La Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone – che si celebra l’8 febbraio – è stata istituita in ricordo della memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, suora di origine sudanese, resa schiava a soli 7 anni e per questo divenuta il simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta.

Bisogna tenere alta l’attenzione sul fenomeno al fine di contrastarlo:

“perché continua a trasformare persone, soprattutto donne, bambine e bambini, ma anche uomini, in oggetti da sfruttare, in merce da vendere a fini di lucro. Questa è una vergogna, non possiamo abituarci, non dobbiamo abituarci, e la preghiera è quello che ci sostiene, ciò che ci aiuta a trovare il coraggio, ogni giorno, per continuare e per non assuefarci alla banalità del male” suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale di Talitha Kum, la Rete internazionale della Vita Consacrata contro la tratta di persone e progetto dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (Uisg).

Le vittime della tratta sono donne, bambine, bambini, ma anche uomini che vengono sottoposti a vari crimini, dallo sfruttamento sessuale al lavoro forzato.

Si stima che siano 40 milioni le persone nel mondo che vedono violati quotidianamente i propri diritti essenziali, e tra queste la maggioranza – oltre il 70% – sono donne.

Preoccupa anche l’aumento del numero di minori coinvolti soprattutto nei contesti di guerra e di migrazioni forzate.

Secondo gli ultimi dati UNICEF a livello globale il 23% delle vittime sono bambine e ragazze.

La forma di tratta più comunemente segnalata è quella finalizzata allo sfruttamento sessuale (95% dei casi registrati), le vittime coinvolte subiscono violenze e abusi che includono anche la deprivazione della libertà personale, ricatti economici, abusi fisici e sessuali che portano a conseguenze gravi e talvolta mettono a rischio la vita stessa.

In questo contesto fortemente rischio risultano i minori stranieri non accompagnati che rappresentano la categoria più vulnerabile e proprio per la loro tutela è necessario dare vita a soluzioni sostenibili quali il rafforzamento dei sistemi di protezione, l’assistenza a lungo termine, il recupero sociale e il miglioramento della cooperazione transfrontaliera.

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