Il campaigning è per noi un processo di sensibilizzazione della società di riferimento su una determinata tematica legata all’infanzia. Prevede una serie di azioni integrate di Advocacy, mobilitazione, creazione di partnership, comunicazione e realizzazione di progetti concreti, volti ad apportare cambiamenti reali nella vita dei minori.
CAMPAGNE E INIZIATIVE
GIORNATA MONDIALE CONTRO IL LAVORO MINORILE
200 anni fa Don Bosco combatteva il lavoro minorile e oggi, purtroppo, la situazione sembra drammaticamente identica. Forse peggiorata poiché, secondo alcune stime dell’Ilo (Organizzazione Internazionale del lavoro), sono 168 milioni i bambini vittime del lavoro minorile nel mondo, ridotti in schiavitù e sottopagati. Bambini ai quali vengono negati i diritti fondamentali, sogni e spensieratezza.
Questo è stato il tema della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, svoltasi il 12 giugno scorso, che ha posto l’attenzione su «oltre 1,5 milioni di persone coinvolte in conflitti armati, violenze e situazioni di vulnerabilità e ogni anno più di 200 milioni di individui sono vittime di disastri naturali. Un terzo di queste persone sono minori. La maggior parte dei 168 milioni di bambini vittime del lavoro minorile vive in zone di conflitto o soggette ad eventi catastrofici», si legge nel sito dell’Ilo.
Terre des hommes ha lanciato allora un rapporto che illustra come i problemi ambientali abbiano un impatto diretto sul lavoro minorile, sia per il tipo di lavoro intrapreso, oltre che per le condizioni di lavoro, l’esposizione a sostanze tossiche pericolose e i rischi di sfruttamento. Il rapporto, intitolato The neglected link – effects of climate change and environmental degradation on child labour (Il legame dimenticato – effetti dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale sul lavoro minorile) contiene una serie di raccomandazioni alla comunità internazionale e ai governi locali.
Lavoro minorile, sfruttamento, migrazioni forzate rendono preoccupante la situazione di migliaia di minori non accompagnati che fuggono da zone di guerra, in cerca di un futuro migliore. Per questo vi segnaliamo la pubblicazione, da parte di Save The Children, dell’Atlante dei Minori Stranieri non Accompagnati in Italia, che racchiude i dati, le storie, le mappe dei loro percorsi e della nuova vita in Italia attraverso un periodo di 6 anni a partire dalle “Primavere arabe” del 2011.
Anche noi dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori chiediamo alle autorità competenti, nazionali e internazionali, di trovare soluzioni politiche e sociali condivise, che abbiano a cuore la tutela di bambini soli e senza tutele. Nessun bambino deve essere costretto a lasciare gli affetti, la casa, la propria quotidianità, per cercare di sopravvivere a veri e propri “viaggi della speranza”.
Per saperne di più scarica l’Atlante dei minori stranieri non accompagnati.
(Ph in alto a sin tpi.it)
MENTI DIETRO LE SBARRE
“Qualche giorno fa ho accolto in carcere un ragazzo di 22 anni, arrestato per omicidio. Ora dovrà imparare a fare i conti con la paternità di una bambina di 2 anni”
Il racconto di don Sandro Mambrini, salesiano e cappellano del carcere di Civitavecchia, è solo uno dei casi di 100.000 bambini che entrano nelle 213 carceri italiane per incontrare il proprio papà o la propria mamma, per mantenere il legame affettivo fondamentale per crescere.
Per la società si pone, quindi, il problema di riconoscere la loro situazione di minori da tutelare, ma senza per questo stigmatizzarli e non lasciandoli soli a sostenere il peso della separazione dal proprio genitore, soprattutto a scuola dove spesso sono costretti a nascondere la propria storia. I bambini hanno il diritto al mantenimento del legame affettivo che si concretizza attraverso il colloquio periodico in carcere.
Un percorso di ri-educazione all’interno del carcere viene portato avanti proprio da don Sandro Mambrini, grazie al progetto Menti dietro le sbarre. I detenuti, attraverso la lettura della Bibbia, rileggono anche le proprie storie e i loro vissuti. “Il salto di qualità – sostiene don Mambrini – si è realizzato quest’anno, chiamando in carcere esperti che, su temi prestabiliti, si confrontano con i carcerati”. Un primo intervento ha riguardato il ricordo ed è stato chiamato a parlare un oncologo, il prof. Tonini del Campus Biomedico, perché diversi detenuti hanno fatto, o fanno i conti con la perdita di parenti, coniugi morti di tumore.
Nel prossimo incontro i detenuti ascolteranno la storia di Pietro Terracina, superstite di Auschiwitz Birkenau, il campo destinato alla soppressione dei deportati. Il tema della memoria e il racconto aiutano “i detenuti a riconoscersi e rileggere in chiave attuale la loro condizione”. I carcerati infatti si sentono “parte malata di una società che li considera inutili e che non li vuole”. La risposta che come sacerdote “mi sento di dare è Dio ti ama, tu non sei solo il tuo errore, sei anche il tuo errore”. Don Mambrini ci tiene a sottolineare che i detenuti non “devono essere visti come scarti, ma come risorse perché rappresentano uno spaccato sociale reale. Uno spaccato che interroga la società intera”.
In autunno il carcere di Civitavecchia avrà ospite il prof. Mascioli, che si occupa di energia alternativa applicata alla mobilità.
Per quanto riguarda invece la tutela dei minori l’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori sostiene la petizione del network europeo Eurochips che chiede l’applicazione della Risoluzione 2007/2116 (INI) ad ogni Stato membro. L’articolo 24 ribadisce l’importanza del rispetto dei diritti dei bambini e degli adolescenti indipendentemente dalla posizione giuridica del genitore e che vengano assicurati gli interventi e buone pratiche per raggiungere questo fine.
La petizione si può firmare fino al 12 luglio CLICCANDO QUI.
Per conoscere meglio l’iniziativa, a cura di Bambinisenzasbarre, scarica il PDF.
(Ph. Bambinisenzasbarre)
CYBERBULLISMO: E’ LEGGE
«Oggi è una bella giornata per il Parlamento perché abbiamo mantenuto un impegno. La legislatura, a pochi mesi dall’inizio, aveva dovuto prendere atto della morte di una ragazzina di 14 anni, vittima riconosciuta di cyberbullismo. In quell’occasione ci impegnammo a dare una risposta e la legge che abbiamo approvato oggi è un primo tentativo di rispondere a questo problema».
Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini che dopo l’approvazione all’unanimità della legge sul cyberbullismo ha ricevuto a Montecitorio Paolo Picchio, padre di Carolina, la ragazza che si tolse la vita dopo essere stata vittima dei cyberbulli. «Grazie di cuore a nome di Carolina. Mia figlia è stata la prima vittima acclarata di cyberbullismo e ha svelato un mondo di cui fino ad allora non si parlava», ha affermato Picchio che ha donato alla presidente Boldrini una targa con la foto di sua figlia». «La legge approvata oggi – ha sottolineato la terza carica dello Stato – affronta il problema «dal punto di vista della formazione, della sensibilizzazione, della cura».
E da questo bisogna partire: dare più consapevolezza ai nostri giovani, fare in modo che gli insegnanti possano avere strumenti per contrastare questo fenomeno e quindi lavorare nell’ottica di circoscriverlo ab initio e non dopo, quando è troppo tardi.
La legge in pochi punti:
- Il testo agisce solo sul fenomeno cyberbullismo, avendo soppresso ogni riferimento al bullismo che pure era presente nella versione elaborata in seconda lettura dalla Camera.
- Identikit del cyberbullo. Entra per la prima volta nell’ordinamento una puntuale definizione legislativa di cyberbullismo. Bullismo telematico è ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori. Nonché la diffusione di contenuti online (anche relativi a un familiare) al preciso scopo di isolare il minore mediante un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo.
- Il minore che abbia compiuto 14 anni e sia vittima di bullismo informatico (nonché ciascun genitore o chi esercita la responsabilità sul minore) può rivolgere istanza al gestore del sito Internet o del social media per ottenere l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore diffuso su Internet che deve essere eseguita entro 48 ore dall’istanza.
“IN & OUT”
OLTRE IL DISAGIO PER RIPRENDERE A VOLARE
Che cosa si intende per devianza? Generalmente si definisce la devianza quell’insieme di comportamenti che infrangono il complesso dei valori che, in un dato momento storico e in un determinato contesto sociale, risultano validi e fondanti in base alla cultura del gruppo sociale dominante.
Devianza e delinquenza non sono comportamenti definibili in assoluto, soprattutto se parliamo di minori. Un elemento che indubbiamente suscita preoccupazione è l’aumento del 67,40% dei minori denunciati. I ragazzi che hanno meno di 14 anni, per la nostra legislazione, non sono perseguibili penalmente e spesso, nelle prassi operativa, per questi ragazzi, in quanto non punibili, non sono previsti interventi specifici.
Una risposta importante e un esempio di dedizione quotidiana per questi minori è il Centro Accoglienza Minori del Borgo Ragazzi don Bosco, un servizio polifunzionale diurno per minori italiani e stranieri provenienti dall’area della dispersione scolastica o soggetti a provvedimenti penali con misure alternative al carcere. Fa parte dell’area emarginazione e disagio del Borgo Ragazzi don Bosco denominata “Rimettere le Ali” . La sfida proposta ai ragazzi è impegnativa, ma per gli operatori, i volontari del Centro la sfida è ancora più ardua e ispirata all’insegnamento di San Giovanni Bosco: scoprire il positivo che è in loro per valorizzarlo e trasformarlo in programma di esame e in progetto di vita attraverso l’elaborazione di un percorso educativo individualizzato.
Questi saranno solo alcune delle tematiche al centro della Tavola Rotonda che si terrà giovedì 11 maggio, dalle 9.00 alle 13.30 presso la Casa Salesiana del Sacro Cuore (Via Marsala 42, Roma).
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Come arrivare:
FORUMGS 2017 – GENOVA
INTERVISTA A DON DANIELE MERLINI
«Il ForumMGS 2017 di Genova sarà diverso dalle altre iniziative che coinvolgono i giovani.
Spesso la loro partecipazione è legata a finalità puramente economiche, mentre le giornate del Forum vogliono essere per loro un’alternativa autentica ai modelli e ai comportamenti, non sempre positivi, che la società gli pone davanti ogni giorno».
Queste sono le parole di don Daniele Merlini, Delegato per la Pastorale Giovanile della circoscrizione Salesiana dell’Italia centrale. «Oggi essere un’alternativa significa credere in un mondo di pace, in cui la convivenza tra i popoli è possibile, infatti – continua don Merlini – solo così si può arrivare ad una società più giusta e vivibile».
La grande novità sta nell’organizzazione del Forum, che è stato affidato e gestito quasi totalmente dai giovani volontari, che si sono messi al servizio degli altri per vivere e «far vivere un momento di crescita e di incontro con la parola di Cristo applicata alla società di oggi».
Nonostante i duri attacchi di questi giorni alla “tecnologia”, da parte della politica e dell’opinione pubblica, considerata “il male della società”, i giovani hanno dimostrato invece che il problema è il cattivo utilizzo che se ne fa di essi. «È stato proprio attraverso i social network che i ragazzi hanno curato e risposto attivamente all’iniziativa, creando pagine dedicate all’evento, elaborando immagini, slogan e condividendo la gioia della partecipazione su Facebook e sugli altri mezzi di comunicazione a disposizione».
Abbiamo chiesto a don Merlini cosa si aspetta dal “dopo Forum”, quando si spegneranno le luci del palco di Genova e ci ha confessato: «Fin dall’inizio ci siamo posti questo quesito, perciò abbiamo pensato di concludere i tre giorni del Forum consegnando a ciascun ragazzo il mandato missionario. È nel quotidiano che dobbiamo mettere in pratica il frutto di quello che abbiamo vissuto». È sicuro don Daniele Merlini che «i frutti che deriveranno da questa esperienza saranno tanti e avranno un seguito; al Forum infatti parteciperanno laici, giovani salesiani, consacrati che metteranno in atto nella quotidianità quello che condivideremo, alcuni al servizio dei bambini, altri a favore dei loro coetanei, uniti nell’idea di una società accogliente, aperta all’altro, in grado di giudicare in modo amorevole chi ci viene incontro».
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#INRETECOLMONDO
«L’educazione è per il bambino ciò che il raccolto è per il campo. Non importa quanto è buono, ma se si ferma l’aratura, produce nient’altro che rovi e le erbacce. Il compito dell’educatore – prosegue Papa Francesco – è una dedizione costante che richiede sacrificio».
È nei giovani che i Salesiani vedono la speranza di un futuro migliore, caratterizzato da accoglienza, fratellanza e integrazione. Saranno proprio questi i temi del Forum MGS 2017 dell’Italia Centrale, che verrà ospitato a Genova, in cui i giovani incontreranno il cardinale Angelo Bagnasco e il ministro Roberta Pinotti.
Chiara Cannavacciuolo è una delle organizzatrici dell’evento e ci tiene a sottolineare la «missionarità che è lo stile di vita del Vangelo, quindi anche quello del Forum. Il Forum MGS 2017 propone a tutti i partecipanti il messaggio buono di poter essere testimoni veri del Vangelo ogni giorno, partendo dalla quotidianità».
Anche nei social network i ragazzi devono prendere una posizione, devono «essere attivi testimoni del messaggio cristiano». Generalmente i social network sono guardati con timore e il loro uso è giudicato “malsano”, soprattutto se si fa riferimento agli adolescenti. Il Forum invece ha dimostrato quanti giovani hanno risposto all’invito, attivamente e in modo propositivo, proprio sulle piattaforme sociali.
«Il dopo Forum non ci preoccupa perché – spiega Chiara Cannavacciuolo – sarà un momento di crescita personale e collettiva, così importante da lasciare in ognuno di noi il genuino insegnamento del Vangelo. A differenza di altri grandi eventi – conclude Chiara – il dopo forum si concluderà con la consegna del mandato missionario a tutti i partecipanti».
Ecco allora che si palesa la perfetta sinergia tra la missione del Forum MGS 2017 e l’insegnamento di Papa Francesco: «La società di oggi ha bisogno di persone solide nei princìpi che possono costruire un mondo migliore per tutti e dare testimonianza di ciò in cui credono. Solo così si può contribuire a creare una nuova umanità, dove il vulnerabile e lo scartato siano valorizzati ed amati».
I PICCOLI SONO I VERI GRANDI
Solo in Europa ci sono 18 milioni di minori vittime di abusi sessuali. Dati allarmanti se li uniamo a decine di milioni di bambini coinvolti nella pedopornografia online.
“I piccoli sono i veri grandi”, questo è il tema della Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia, celebrata da ieri 26 aprile con manifestazioni in tutta Italia, per concludersi domenica 7 maggio in piazza San Pietro con la recita del Regina Coeli insieme al Papa.
In questa occasione il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha rivolto un messaggio a don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter, promotrice dell’iniziativa, giunta alla XXI edizione. «La pedofilia è una piaga terribile, che insidia e devasta i bambini in ogni angolo del mondo, oggi ancor più attraverso le pieghe del web». Così mons. Galantino, aggiunge: «In un contesto tanto raccapricciante la lotta dev’essere di tutti».
Roberta Gisotti, giornalista di Radio Vaticana, ha chiesto a don Fortunato Di Noto: «cosa s’intende per “i piccoli sono i veri grandi”?» Don Di Noto ha dichiarato che i piccoli sono anche i veri grandi, perché questa è la verità; noi non possiamo fare altro che stare sempre dalla loro parte, della loro pulizia del cuore e del corpo, della loro innocenza. Questo è l’impegno di Meter che con la Giornata dei bambini vittime, che è ormai diventata un appuntamento importante e fondamentale, vuole compiere, con un atteggiamento propositivo ma anche di denuncia costruttiva.
LA STORIA DI PRINCE: UN NUOVO MODO DI ASCOLTARE IL MONDO
Grazie alla Casa Famiglia Ragazzi Don Bosco, Prince ora ha trovato un luogo di inclusione. E’ un ragazzo solare, affettuoso, ha amici e una famiglia su cui poter contare. Prince va a scuola e vive una vita serena grazie al progetto “Faro – borse di studio” promosso da Terre de Hommes.
La sua passione è il disegno: utilizza gli occhi per raccontare un mondo più profondo, nascosto dal rumore della quotidianità.
Guardate il video per capire meglio!
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
«Il mio viaggio dalla Nigeria alla Libia è stato orribile e pericoloso. Soltanto Dio mi ha salvato nel deserto. Qui [nel centro di detenzione libico] ci picchiano, non ci danno acqua e cibo decenti. Ci molestano».
Questa è la testimonianza di Jon, 14 anni, raccolta dall’UNICEF all’interno del Child alert, “Un viaggio fatale per i bambini. La rotta migratoria del Mediterraneo centrale”.
Ancora abusi, ancora violenze, ancora diritti negati ai minori stranieri non accompagnati, costretti ad affrontare da soli un viaggio stenuante. Non sempre arrivano vivi o malnutriti, molti non arriveranno mai.
Nel 2016, oltre 181.000 migranti, tra cui più di 25.800 bambini non accompagnati, hanno messo la loro vita nelle mani dei trafficanti per raggiungere l’Italia. Solo l’anno scorso 4.579 persone sono morte durante la traversata e si stima che tra le vittime almeno 700 fossero bambini.
Ogni giorno migliaia di persone percorrono una rotta ben precisa, denominata “rotta migratoria del Mediterraneo centrale”, con la speranza di raggiungere la sicurezza in Europa. Scappano da guerre, violenza e povertà, ma centinaia muoiono, dimenticati dal Mondo.
La parte più pericolosa di questa rotta è rappresentata dall’itinerario di 1.000 chilometri che va dal confine meridionale del deserto della Libia alla sua costa mediterranea, insieme alla tratta marittima di 500 km fino alla Sicilia. Non si tratta soltanto di una rotta rischiosa percorsa da persone disperate, ma anche di una rotta d’affari da miliardi di dollari, controllata da reti criminali; purtroppo la mancanza di alternative sicure e legali li costringe a percorrerla ugualmente.
Gli operatori dell’UNICEF sul campo, che lavorano con i bambini su questa rotta, hanno sentito e documentato, nell’arco di molti anni, numerosi casi di simili abusi. Per capire meglio cosa stesse accadendo ai bambini e alle donne migranti che intraprendevano il viaggio, nel 2016 l’Ufficio UNICEF in Libia ha commissionato un assessment sulle necessità, che ha offerto una panoramica sull’entità della sfida da affrontare.
Tra i principali pericoli emersi dall’indagine figurano:
– violenze sessuali, estorsioni e rapimenti.
– la metà delle donne e dei bambini intervistati aveva subito abusi sessuali durante la migrazione, spesso più volte e in luoghi diversi.
– la violenza sessuale è diffusa e sistematica alle frontiere e ai checkpoint. Spesso gli uomini venivano minacciati o uccisi se intervenivano per fermare una violenza sessuale, e altrettanto spesso dalle donne ci si aspettava che offrissero servizi sessuali o denaro in contanti in cambio dell’attraversamento del confine libico.
Ancor più raccapricciante è stato dover constatare che oltre un terzo delle donne e dei bambini intervistati ha detto che i loro aggressori indossavano delle uniformi o sembravano associati all’esercito o ad altre forze armate.
«Prima che lasciassimo la Nigeria, ho detto a mia madre: ‘Voglio fare il medico’. Mia madre ha risposto: ‘Non ti preoccupare. Quando raggiungeremo l’Italia, farai il medico’».
Noi come Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori ci uniamo con forza all’impegno di tutte quelle associazioni e volontari che condividono, come noi, l’impegno a combattere un dramma senza precedenti; soprattutto crediamo con fermezza che Kamis riuscirà a coronare il suo sogno, diventare un ottimo medico.
7 GIORNI PER ILLUMINARE IL FUTURO
Quest’anno, dal 3 al 9 aprile 2017, Save the Children rilancia la campagna Illuminiamo il Futuro, attraverso una settimana di mobilitazione su tutto il territorio nazionale con giornate dedicate al contrasto della povertà educativa. L’iniziativa prevede un’incursione di arte, iniziative legate all’ambiente, alla cultura e mirate a sviluppare il senso civico, rese possibili dalla partecipazione delle Associazioni locali; l’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori aderisce alla campagna per “illuminare” e far crescere i talenti dei bambini.
#STOP TRATTA – VIS E MISSIONI DON BOSCO INFORMANO I MIGRANTI DEI RISCHI DEL VIAGGIO
Missioni Don Bosco e VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo hanno voluto accogliere l’appello di Papa Francesco perché la comunità internazionale superi l’indifferenza globale di fronte alle stragi di cui sono vittime i migranti. Le due realtà salesiane stanno avviando in modo congiunto nei Paesi dell’Africa Subsahariana un ampio programma di sensibilizzazione e formazione perché chi decide di partire sia informato sui gravi rischi che affronterà durante il viaggio e chi vuole restare abbia opportunità concrete, attraverso progetti di sviluppo specifici, per migliorare le condizioni di vita proprie e della propria famiglia.
L’obiettivo della campagna è contrastare il traffico di esseri umani attraverso la sensibilizzazione dei potenziali migranti sui rischi del viaggio verso l’Europa, dalla detenzione alla morte, fornendo informazioni utili attraverso i social network e contenuti nelle lingue locali per favorire una scelta consapevole.
La campagna prevede inoltre progetti di sviluppo orientati a gruppi a rischio di traffico o migrazione irregolare e concepiti sulla base delle esigenze emerse nei singoli Paesi.
- In Senegal, si punterà al rafforzamento della formazione professionale e dell’inserimento occupazionale a Dakar e Tambacounda;
- in Ghana saranno sviluppate le attività formative in campo agricolo e per le donne;
- In Costa d’Avorio, si prevede il rafforzamento del centro socio-educativo “Villaggio Don Bosco” a Koumassi, nella periferia popolare di Abidjan;
- in Etiopia i primi interventi si concentreranno su borse di studio e programmi di supporto scolastico e nutrizionale per giovani a rischio.
“La Chiesa cammina in mezzo ai popoli, nella storia degli uomini e delle donne. Sono parole del Santo Padre che abbiamo fatto nostre – afferma Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco – e ci hanno spinto a camminare al fianco dei popoli dell’Africa Sub-Sahariana per dire basta alla tratta degli esseri umani e offrire un’alternativa alla migrazione”.
“Come ribadito più volte da Papa Francesco, la Chiesa deve sentirsi interpellata nell’emergenza migranti – sottolinea Nico Lotta, presidente del VIS -. Riteniamo che l’accoglienza sia fondamentale, ma altrettanto fondamentale è favorire una scelta consapevole da parte dei potenziali migranti attraverso campagne di informazione e progetti di sviluppo nei Paesi di origine”.
– Per approfondire la campagna visita il sito: http://www.stoptratta.org/campaign/node/71#sthash.OFvzBHKB.dpuf
SAVE THE CHILDREN #NonFarloSparire
Nel video realizzato da Save The Children è raccontato il dramma vissuto dai ragazzi migranti che provengono da paesi diversi e hanno storie differenti. Arrivano in Italia dopo aver affrontato un viaggio difficile e, anche qui, si trovano ad affrontare tanti ostacoli e tanti pericoli.
Per questo si sono rivolti a Papa Francesco, per chiedere di aiutarli a far sentire la loro voce nel nostro Paese e in Europa: ricevere un’accoglienza dignitosa, tutela e integrazione è un diritto per ogni minore.
Ecco perché l’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori lancia e condivide la campagna #NonFarloSparire, per ribadire l’importanza di una veloce approvazione al Senato del Disegno di Legge che interviene sugli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti.