L’INTERVENTO DEL CARDINALE PIETRO PAROLIN AL CONGRESSO MONDIALE “LA DIGNITA’ DEL MINORE NEL MONDO DIGITALE”

È necessario «diffondere e consolidare una nuova cultura della protezione» nella quotidianità e in internet. Il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, apre così il Congresso mondiale “La dignità del minore nel mondo digitale”, organizzato dal Centro protezione dei minori dell’Università Gregoriana, con un appello forte affinché «la dignità e i diritti dei minori siano protetti e difesi con molta più attenzione ed efficacia di quanto non si sia fatto in passato».

Serve infatti «l’impegno e l’azione lungimirante e coraggiosa da parte di tutti» e «il coinvolgimento di ogni persona responsabile, nei vari Paesi e nelle varie componenti della società», ribadisce Parolin rivolgendosi ai partecipanti, tra presenze istituzionali e politiche (per l’Italia ci sono il presidente del Senato, Pietro Grasso, e il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Valeria Fedeli), rappresentanti della Chiesa e delle forze dell’ordine, accademici, esponenti di aziende leader nel campo del web riuniti per la prima volta per approfondire il tema della tutela dei più piccoli nel mondo digitale e stilare un documento da presentare a papa Francesco il 6 ottobre.

«I fenomeni che osserviamo arrivano a livelli di gravità sconvolgente, la loro dimensione e la velocità della loro diffusione superano la nostra stessa immaginazione », denuncia il Segretario di Stato, mettendo in evidenza quanto i bambini e gli adolescenti siano esposti «a nuovi rischi o a rischi antichi che si esprimono in modi nuovi».

«I minori di cui parliamo e la cui dignità vogliamo difendere e promuovere sono persone umane, il cui valore è unico e irripetibile – scandisce Parolin – «disprezzare l’infanzia e abusare dei bambini è per i cristiani non solo un crimine, ma anche, come ha affermato papa Francesco, un sacrilegio, cioè una profanazione di ciò che è sacro, la presenza di Dio in ogni essere umano»,

I più vulnerabili devono essere tutelati sempre, a prescindere dal contesto geografico e sociale, con un’attenzione particolare alle periferie «di povertà economica» ma anche «umana e spirituale» che caratterizzano i Paesi ricchi, dove i minori sono spesso «oggetto preferenziale delle reti di sfruttamento e di violenza organizzata online su scala globale ».

«La società non può far finta di non vedere: questo deve finire», dice con fermezza Joanna Shields, fondatrice di We-Protect, per la quale «c’è bisogno di una nuova era di collaborazione e di responsabilità condivisa». Per permettere ai nostri bambini, conclude Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro, «di crescere in un ambiente sicuro e protetto, sia online che offline».

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