Calo della natalità in Italia – il tasso più basso dell’intera Unione europea. Istat: nuovo minimo storico di nascite nel 2020

Secondo i dati Eurostat[1], relativi al 2019, l’Italia detiene il tasso di natalità (ossia il rapporto tra il numero dei nati vivi e il totale della popolazione) più basso dell’intera Unione europea, con 7 nascite ogni mille persone, contro una media europea di 9,5; seguita poi da Spagna (7,6), Grecia (7,8), Finlandia (8,3) e Portogallo (8,4).

L’Italia, quindi, risulta essere uno dei paesi europei maggiormente colpiti dal calo delle nascite: precisamente dal 2015 è ultima in UE per numero di nuovi nati rispetto ai residenti.

Del resto, anche nel contesto europeo si può osservare che, dal 2009, a seguito della crisi economica, la tendenza di quasi tutti i paesi Ue è stata quella di un calo della natalità: la media europea è scesa da 10,8 nuovi nati ogni mille abitanti nel 2009 a 9,5 nel 2019. Nel 2019 i neonati all’interno dell’Unione Europea sono stati 4,17 milioni, confermando un trend in continua discesa dal 2008, quando i neonati ammontavano a 4,68 milioni.

Tuttavia, seppur all’interno di un calo delle nascite generalizzato, in Italia il tasso di natalità è precipitato in modo ancor più netto e rapido, segnalando un progressivo trend negativo nell’ultimo decennio.

Nel 2009 i nuovi nati erano 9,6 ogni mille abitanti, dato che già allora collocava il nostro Paese al quartultimo posto in UE, a pari merito con l’Ungheria e appena sopra a Portogallo (9,4), Austria (9,2) e Germania (8,1); nel 2019 il tasso italiano di natalità è sceso a 7 nati vivi ogni mille persone, il livello più basso registrato tra tutti i paesi membri dell’Unione europea. L’Italia è passata così dal quartultimo posto all’ultimo nel 2019; si tratta del quinto maggior calo tra i 28 paesi dell’UE.

Il costante calo delle nascite nel nostro Paese, rilevato dal 2009 ad oggi, è evidente anche osservando i numeri assoluti. In valori assoluti, infatti, l’Italia è passata dai 576.659 nuovi nati del 2008, ai 420.084 del 2019, oltre 19 mila in meno rispetto all’anno precedente (-4,5%). In confronto al 2008, le nascite sono così diminuite di oltre 156 mila unità (-27%) e i numeri del 2019 hanno rappresentato il minimo, mai toccato in oltre 150 anni dall’Unità di Italia. Il calo, inoltre, è ascrivibile essenzialmente alle nascite da genitori entrambi italiani, che nel 2019 sono state 327.724, oltre 152 mila in meno rispetto al 2008. [2]

I dati citati, pertanto, tracciano uno scenario demografico preoccupante per l’Italia, dove ad allarmare è innanzitutto la crescente quantità di culle vuote. La pandemia ha certamente accelerato ancor più la discesa verso un “inverno demografico”, aggravando il quadro appena descritto.

A distanza di ormai più di un anno dallo scoppio della pandemia, si iniziano a vedere i primi dati che testimoniano il significativo impatto che questa ha avuto sulle nascite. Secondo quanto rilevato dall’Istat nel report “La dinamica demografica durante la pandemia covid-19 – Anno 2020“, pubblicato il 26 marzo 2021,[3] nel 2020 si è registrato un calo delle nascite del 3,8%, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019, e gli iscritti in anagrafe per nascita sono stati soltanto 404.104, con un ulteriore significativo crollo rispetto alla soglia già altamente negativa di 420mila registrata nell’anno precedente. Il record più basso di nascite dai tempi dell’Unità d’Italia toccato nel 2019 è stato così nuovamente oltrepassato nel 2020, definendo un nuovo minimo storico di nascite.

Come emerso dai dati dell’Istat, in tutti i mesi del 2020 si rilevano valori percentuali inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019, ad eccezione di febbraio, in parte dovuto al giorno in più nel calendario 2020. Il calo delle nascite, poi, si intensifica soprattutto nei mesi di novembre e soprattutto di dicembre (-10,3%), il primo mese in cui è possibile osservare eventuali effetti della prima ondata epidemica.

I dati dell’Istat, inoltre, mostrano, a fronte di un calo generalizzato delle nascite in tutte le ripartizioni, una maggiore accentuazione al Nord-ovest (-4,6%) e al Sud (-4,0%).

Per avere un quadro ancor più preciso e nitido degli effetti della crisi economica, sicuramente, bisognerà attendere i dati sull’andamento delle nascite nel corso del 2021, anche se, secondo le previsioni dell’Istat, è probabile che il calo dei concepimenti proseguirà anche nel 2021 e sarà difficile tornare, in tempi brevi, a superare la soglia dei 400mila nati.

Le ragioni della denatalità vanno ricercate anche nei fattori che hanno contribuito al trend negativo dell’ultimo decennio, ossia la progressiva riduzione della popolazione in età feconda e il clima di paura e incertezza per il futuro.

D’altra parte, l’emergenza da Covid-19, oltre ad avere pesanti ricadute sulla vita di ciascuno, ha anche inciso profondamente sull’aggravarsi di tutti quei fattori che agivano negativamente sulla natalità, funzionando da deterrente, quali la precaria posizione lavorativa delle nuove generazioni, la condizione economica delle giovani famiglie e la complicata gestione tra tempi di vita e di lavoro.

Secondo quanto evidenziato nell’ultimo report pubblicato dall’Istat, inoltre, gli effetti negativi prodotti dall’epidemia del Covid-19 hanno amplificato la tendenza al declino di popolazione in atto dal 2015, provocando un saldo negativo record nel bilancio demografico, dettato dal triste binomio dell’ulteriore ribasso delle nascite e dell’aumento dei decessi (+ 17,6%), che hanno raggiunto il massimo storico dal secondo dopoguerra.

Al 31 dicembre 2020, l’Istat ha calcolato un calo della popolazione residente in Italia di quasi 384mila persone rispetto all’inizio dell’anno, come se fosse sparita la città di Firenze. Il deficit di ricambio naturale tra nati e morti, il cosiddetto saldo naturale, ha raggiunto il livello più basso mai espresso dal Paese dal record del 1918 (-648 mila), quando l’emergenza causata dall’influenza spagnola contribuì a determinare circa la metà degli 1,3 milioni dei decessi di quell’anno.


[1] Fonte: Eurostat, dati disponibili al link: https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/TPS00204/bookmark/table?lang=en&bookmarkId=f7debab4-ec5b-4e7a-838f-11d412af6c26

[2] ISTAT, Natalità e fecondità della popolazione residente – Anno 2019, pubblicato il 21 dicembre 2020, disponibile su: https://www.istat.it/it/files/2020/12/REPORT-NATALITA-2019.pdf

[3] ISTAT, La dinamica demografica durante la pandemia covid-19 – Anno 2020, pubblicato il 26 marzo 2021, disponibile su: https://www.istat.it/it/files//2021/03/REPORT-IMPATTO-COVIDDEMOGRAFIA_2020.pdf

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