Siglato il Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e l’UNHCR: per sensibilizzare gli studenti sui temi dell’inclusione e della solidarietà internazionale e parlare di rifugiati a scuola

Il 23 marzo 2021 il Ministero dell’Istruzione e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR hanno siglato un nuovo Protocollo d’intesa.

Il nuovo Protocollo, firmato dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e dalla Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, Chiara Cardoletti, rinnova la collaborazione intrapresa già dal 2016. Ormai da qualche anno, infatti, i due organismi lavorano in sinergia per promuovere nella scuola i temi dell’accoglienza, dell’inclusione e della solidarietà internazionale.

L’accordo sottoscritto prevede la realizzazione di una serie di attività nelle scuole volte a sensibilizzare studenti e studentesse sui temi fondamentali dell’inclusione e della solidarietà internazionale, anche nell’ambito del dialogo interculturale e dell’educazione allo sviluppo sostenibile, mediante l’elaborazione e l’attuazione di specifici progetti.

In particolare – si legge nel comunicato stampa diffuso dal Ministero dell’istruzione e dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati – l’obiettivo a lungo termine delle attività, che saranno messe in campo congiuntamente, è quello di favorire la conoscenza e la consapevolezza delle realtà che portano un individuo a diventare rifugiato, nonché promuovere una migliore integrazione e coesistenza con le comunità locali.

Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha dichiarato che nel mondo ci sono ancora troppe diseguaglianze, sia sul piano dei diritti umani che in termini di benessere sociale e, riconoscendo l’importanza dell’istruzione, ha poi sottolineato: “La scuola ha un ruolo determinante: deve essere motore dello sviluppo e dell’eguaglianza sociale. Educare i nostri giovani alla solidarietà, valore fondante della democrazia, vuol dire insegnare alle ragazze e ai ragazzi a tendere la mano a chi è più debole. Questo è un dovere, anzi una necessità, perché solo così potremo lavorare insieme per una società priva di discriminazioni, più giusta e costruire un nuovo sviluppo umanamente sostenibile”.

Come precisato da Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, l’intento di questa collaborazione è “offrire a insegnanti e studenti gli strumenti per comprendere la realtà dei rifugiati, per abbracciare il modello di una società inclusiva e solidale nei confronti di chi è stato costretto a lasciare tutto, scuola inclusa”.

Secondo l’allarme lanciato dall’Agenzia ONU per i Rifugiati nel nuovo rapporto “Mid-Year Trends 2020[1], si stima che, nella prima metà del 2020, oltre 80 milioni di persone nel mondo siano state costrette a fuggire a causa di conflitti armati e persecuzioni: è il numero più elevato mai raggiunto negli ultimi 10 anni.

Si tratta di bambini, donne, uomini, anziani costretti a lasciare le loro case per sottrarsi a guerre, persecuzioni, gravi condizioni di insicurezza o violazioni dei diritti umani e cercare una nuova vita altrove.

Più dell’82% degli sfollati nel mondo, poi, proviene da soli dieci Paesi: dalla Siria (6,5 milioni), dal Venezuela (3,7 milioni), dall’Afghanistan (2,7 milioni), dal Sud Sudan (2,2 milioni), dal Myanmar (995 mila), dalla Somalia (910mila), dalla Repubblica Democratica del Congo (822 mila), dal Sudan (772 mila), dalla Repubblica Centrafricana (609 mila) e dall’Eritrea (514 mila).

L’ultimo rapporto annuale dell’UNHCR,Global Trends 2019[2], attesta che il numero di persone in fuga è quasi raddoppiato nell’ultimo decennio: se nel 2010 gli sfollati a livello globale ammontavano a 41 milioni, alla fine del 2019 risultavano essere in fuga dalle proprie terre circa 79,5 milioni di persone, una cifra mai registrata in passato; e anche l’anno precedente, nel 2018, si era già toccata la soglia senza precedenti di 70 milioni.

Dei 79,5 milioni di sfollati nel mondo nel 2019, si stima che circa il 40%, intorno ai 30-34 milioni, siano minori, decine di migliaia dei quali non accompagnati. Si tratta di bambini e bambine, ai quali è stata strappata l’infanzia, colpiti da innumerevoli sofferenze e orrori, costretti alla fuga, a volte senza né cibo né acqua per lungo tempo, esclusi dall’istruzione e senza la possibilità di ricevere cure mediche.

Diffondere una prospettiva sulla situazione mondiale, conoscere le crisi umanitarie, le persecuzioni e i conflitti che colpiscono i diversi Paesi è fondamentale. Pertanto, diviene estremamente importante coinvolgere i giovani, in modo che possano acquisire una maggiore consapevolezza di fenomeni così rilevanti all’interno delle nostre società e che oggi non è più possibile ignorare.

La collaborazione instaurata tra il Ministero dell’Istruzione e l’UNHCR si riconferma così, con l’intento di sensibilizzare ad una corretta narrazione e promuovere una maggior conoscenza del fenomeno, per contribuire in questo modo alla costruzione di una società consapevole, solidale e inclusiva: conoscere e comprendere il fenomeno dei rifugiati nelle sue diverse sfaccettature, interessarsi a questa complessa realtà e a ciò che queste persone vivono ogni giorno è il primo passo verso la solidarietà e l’inclusione dell’altro.


[1] UNHCR – Mid-Year Trends 2020, disponibile al link: https://www.unhcr.org/statistics/unhcrstats/5fc504d44/mid-year-trends-2020.html

[2] UNHCR – Global Trends forced displacement in 2019, disponibile su: https://www.unhcr.org/5ee200e37/

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