Pubblicato in occasione della 73^ sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il nuovo rapporto Unicef sull’istruzione “A future stolen: young and out – of- school” (Un futuro rubato: giovane e fuori dalla scuola); il report fa il punto della situazione sull’attuale stato dell’istruzione dei bambini, evidenziando dati preoccupanti: 303 milioni di minorenni tra i 5 e i 17 anni nel mondo non vanno a scuola.
I dati più allarmanti provengono dai Paesi colpiti da conflitti o disastri: in queste zone 1 minorenne su 3 tra i 5 e i 17 anni – 104 milioni – non frequenta la scuola, 1 bambino su 5 tra i 5 e i 17 anni che vive in Paesi colpiti da emergenze umanitarie e crisi non è mai entrato in una scuola e 2 su 5 non hanno mai completato il ciclo di istruzione primaria.
Henrietta H. Fore, Direttore Generale Unicef ha dichiarato: “Quando un Paese è colpito da conflitti o disastri, i suoi bambini e giovani sono vittime due volte; nel breve periodo le loro scuole vengono danneggiate, distrutte, occupate da forze militari o anche deliberatamente attaccate, a ciò vanno ad aggiungersi milioni di giovani che non vanno a scuola e con il passare degli anni raramente ritornano. Nel lungo periodo questi bambini – e i Paesi in cui vivono – continueranno ad affrontare cicli di povertà che si perpetuano”.
Anche in occasione della Giornata Mondiale degli insegnanti, dal tema “Il diritto all’istruzione significa diritto ad un insegnante qualificato”, il 5 ottobre scorso, il Direttore Generale dell’Unesco, Irina Bokova, ha ricordato che “gli insegnanti che vivono e che lavorano in Paesi e comunità colpiti da conflitti e instabilità affrontano spesso sfide maggiori tra cui aumento dell’intolleranza, discriminazione e restrizioni sulla ricerca e sull’insegnamento”, circostanze che vanno inevitabilmente ad influire sulla qualità dell’insegnamento stesso.
Gli insegnanti disponibili a lavorare in contesti di emergenza o di crisi potrebbero, infatti, non essere formati per rispondere ai bisogni complessi dei bambini vulnerabili che sono stati costretti a lasciare tutto a causa di conflitti armati e violenze.
Per tali ragioni nel rapporto si chiedono maggiori investimenti per un’istruzione di qualità affinché le nuove generazioni possano crescere ed istruirsi in ambienti sicuri.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il Rapporto “A future stolen: young and out – of- school“
Rispondi