Crisi immigrazione in Grecia. I bambini tentano il suicidio

Autolesionismo e tentativi di suicidio nei minori sono soltanto le ultime preoccupanti notizie dall’hotspot di Moria, sull’isola di Lesbo, in Grecia. Dove si ammassano 11 mila migranti in condizioni igieniche e sanitarie drammatiche. La testimonianza dell’attivista per i diritti umani Nawal Soufi

È di nuovo emergenza a Lesbo. O, meglio, è emergenza continua nell’isola greca, dove il numero delle persone ospitate nell’hotspot di Moria, a pochi chilometri dal capoluogo Mitilene, continua a crescere: nella prima metà di settembre sono sbarcati 1.500 migranti, che vanno ad aggiungersi ai tanti che da mesi, alcuni da anni, languiscono nel centro governativo in attesa di una soluzione che non arriva.

Al momento a Moria ci sono quasi 11 mila persone. Una situazione ormai insostenibile, come testimonia Nawal Soufi, l’attivista per i diritti umani che dal 2013 diffonde gli Sos dei migranti e che, con il suo impegno, ha contribuito a salvare migliaia di persone nel Mediterraneo. Anche l’Unicef, poche settimane fa, aveva dipinto un quadro simile. «Mentre il numero di minorenni rifugiati e migranti che arrivano sulle isole della Grecia continua ad aumentare, le condizioni presso i centri che li ospitano diventano sempre più spaventose e pericolose», ha dichiarato Lucio Melandri, coordinatore Unicef per la Risposta alla crisi rifugiati e migranti in Grecia.

«Tutti i rifugiati e i migranti che vivono in centri di accoglienza e identificazione, soprattutto i minorenni, hanno bisogno di essere trasferiti sulla terraferma senza ulteriori ritardi, in modo che vengano assicurati loro adeguati alloggi, protezione, cure mediche e altri servizi di base».

 

Reportage completo di Federica Tourn su https://www.osservatoriodiritti.it/2018/10/12/migranti-grecia-crisi-immigrazione/

Photo credits: UNICEF/UNI197532/Gilbertson VII Photo

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