Dall’annuale Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo emergono tutte le grandi difficoltà che le nuove generazioni stanno incontrando nel periodo di crisi che stiamo tutt’ora vivendo.
Gli stati d’animo non sono i più sereni e la percezione soggettiva della propria condizione, con particolare attenzione all’impatto sulle aspettative e sui progetti di vita, racconta di giovani in crisi.
Il quadro descritto è quello di una realtà complessa, variegata e in continuo mutamento.
L’epidemia di Covid-19 ha aggiunto un ulteriore strato di incertezza, che può scendere in profondità e diventare insicurezza se non gestita nel modo adeguato.
“Le misure messe in atto per il contenimento della pandemia hanno ridotto le opportunità di nuovo impiego e hanno comportato una perdita di occupazione, soprattutto per i contratti non permanenti e in alcuni settori che vedono maggiormente presenti i giovani.”
Implicazioni negative si riscontrano sulla condizione dei giovani, sulla formazione di nuovi nuclei familiari, sulle scelte riproduttive, sul benessere delle famiglie con figli minori: il rischio è quello di frenare scelte di vita e di accentuare diseguaglianze sociali.
Dal rapporto emerge che l’impatto indiretto del lockdown sul disagio economico e sulla salute mentale vede particolarmente vulnerabili tardo-adolescenti e giovani, esponendoli ad un deterioramento del benessere personale.
L’indagine ha interessato un campione rappresentativo di giovani di età compresa fra i 18 e i 34 anni: circa 2000 in Italia e 1000 in ciascuno degli altri grandi Paesi europei, in particolare Germania, Francia, Spagna e Regno Unito.
Quasi 2 giovani italiani su 3 si aspettano conseguenze complessivamente negative sull’economia e sui livelli occupazionali. Il 42% ha toccato con mano, dall’inizio della crisi, un peggioramento della propria condizione personale di lavoro.
I giovani italiani davanti all’incertezza del momento tendono a sentirsi più a rischio rispetto ai coetanei europei: maggiore risulta l’intensità sia degli stati d’animo negativi sia di quelli positivi, ma con prevalenza dei primi (come “depressione”, “confusione”, “tensione”).
Capire come le persone abbiano vissuto e interpretato l’emergenza, ma anche come guardino oltre l’emergenza stessa, con quali timori e aspettative, come affrontino i cambiamenti del nuovo scenario, con quale adattamento e riorientamento delle scelte e dei percorsi, è cruciale per predisporre politiche e strumenti che consentano al Paese di mettere solide basi per una ripartenza.
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