Tagli alla spesa per l’istruzione e mancanze di misure di accesso e inclusione: aumenta il rischio di dispersione scolastica nei paesi a reddito basso e medio-basso

A causa dell’emergenza COVID-19 gli scolari dei Paesi a reddito basso e medio-basso hanno già perso quasi 4 mesi di scuola dall’inizio della pandemia, rispetto alle 6 settimane perse nei Paesi ad alto reddito,

Questi i dati che emergono dal nuovo rapporto pubblicato da UNESCO, UNICEF e Banca Mondiale.

“Secondo il rapporto, gli studenti dei paesi a reddito basso e medio-basso sono stati quelli con minori probabilità di accedere all’apprendimento a distanza, e avere un monitoraggio sulla perdita educativa, quelli con maggiori probabilità di subire ritardi nella riapertura delle scuole e di frequentare scuole con risorse inadeguate a garantire la sicurezza delle attività”Francesco Samengo Presidente dell’UNICEF Italia.

Mentre oltre 2/3 degli Stati hanno riaperto completamente o parzialmente le loro scuole, un altro 25% non ha fissato o rispettato la data di riapertura prevista. Nella maggior parte dei casi si tratta di Paesi a reddito basso o medio-basso.

La situazione è destinata ad aggravarsi considerato che quasi il 40% dei paesi a reddito basso e medio-basso ha già avuto o prevede tagli alla spesa per l’istruzione nei bilanci nazionali, per il 2020 o per il 2021 e che un terzo di questi non ha previsto misure per sostenere l’accesso o l’inclusione degli alunni a rischio di dispersione scolastica.

La metà  dei paesi poveri non dispone di fondi adeguati per applicare le misure di sicurezza, come il lavaggio delle mani, il distanziamento sociale o i dispositivi di protezione individuale per studenti e insegnanti.

“Non abbiamo bisogno di guardare lontano per constatare la devastazione che la pandemia sta provocando sull’istruzione dei bambini in tutto il mondo.“ Robert Jenkins capo dei programmi di istruzione dell’UNICEF.

La priorità fondamentale per ogni Paese è quella di dare il massimo supporto alla didattica anche laddove la riapertura delle scuole non è stata possibile.

Più che mai ora è necessario incrementate i fondi per l’istruzione soprattutto nei paesi con maggiori difficoltà altrimenti aumenteranno in maniera irreparabile le differenza tra i paesi in grado di fornire ai bambini e ai giovani un apprendimento efficace e altri che non possono supportare i più piccoli nello studio.

La povertà educativa era un problema dilagante già da prima della pandemia e adesso si sta abbassando ancora di più la linea dell’apprendimento con l’inevitabile conseguenza di aumentare le disuguaglianze nelle opportunità di un futuro migliore.

 

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