Nella mattina del 28 aprile si è tenuto, online, il convegno conclusivo del progetto di monitoraggio del sistema della tutela volontaria per minori stranieri non accompagnati, nel corso del quale sono stati presentati i primi risultati raggiunti: si tratta di un progetto nazionale svoltosi tra il 2018 e il 2020, promosso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e finanziato tramite le risorse del Fondo asilo migrazione e integrazione (FAMI) gestito dal Ministero dell’interno.
L’iniziativa, lanciata dalla precedente Garante Filomena Albano e nata tre anni fa dall’esigenza di dare attuazione concreta all’art. 11 della legge n. 47/2017, mira a garantire capillarmente sul territorio nazionale pari diritti e opportunità, nelle fasi di accoglienza e integrazione, a tutti i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, valorizzando l’operato dei tutori volontari e di tutti i soggetti coinvolti nel sistema di protezione.
Il progetto – realizzato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in partnership con l’istituto don Calabria, il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) e la onlus “Avvocato di strada” – ha prodotto, in due anni di attività progettuali, importanti risultati.
Come sottolineato dalla Dott.ssa Cristiana Corinaldesi, coordinatrice del progetto FAMI, il progetto ha favorito lo sviluppo del sistema della tutela volontaria mediante la promozione dell’esercizio della funzione di tutela da parte di privati cittadini e la creazione di una rete nazionale per l’accompagnamento dei tutori e la diffusione delle buone prassi rilevate sul territorio, attuata tramite 29 Unità Operative Locali (Uol) nei territori corrispondenti ai distretti di competenza di tutti i tribunali per i minorenni italiani. L’iniziativa ha valorizzato le competenze che emergono dal territorio, attraverso un processo costruttivo di condivisione e coinvolgimento.
Per supportare l’azione dei tutori volontari, in 18 Tribunali per i Minorenni su 29, il progetto ha anche aperto e gestito sportelli, che hanno offerto 7.300 ore di supporto ai tutori volontari e alle istituzioni coinvolte, con Unità Operative Locali che hanno messo a disposizione 55 esperti in ambito sociale e 17 esperti in ambito legale.
Tra i risultati raggiunti vi è anche la rilevazione di dati costantemente aggiornati sulla tutela volontaria in Italia, in modo da offrire informazioni, su scala nazionale, sullo stato di attuazione delle disposizioni in materia di tutori volontari. A tal proposito, sono stati prodotti sei rapporti di monitoraggio, non solo quantitativi ma anche qualitativi, ed è stato attivato un centro di documentazione (consultabile sul sito: https://tutelavolontaria.garanteinfanzia.org/).
Al fine di agevolare il pieno esercizio dell’azione di tutela volontaria a favore dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio nazionale, sono stati inoltre sottoscritti 20 accordi per la collaborazione tecnico operativa con le istituzioni preposte alla selezione, formazione e nomina dei tutori volontari e con le istituzioni incaricate dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e sono state rilevate 44 pratiche interessanti presenti a livello territoriale.
Le azioni progettuali hanno così permesso di sensibilizzare e promuovere capillarmente la figura del tutore volontario, coinvolgendo complessivamente oltre 20 mila cittadini.
Secondo i dati acquisiti con l’ultima rilevazione, al 30 giugno 2019, sono stati segnalati 2967 tutori volontari selezionati e risultano iscritti negli elenchi istituiti presso i tribunali per i minorenni 2960 tutori volontari.[1]
Nel corso della giornata, la Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Carla Garlatti, ha dichiarato: «La figura del tutore volontario è stata introdotta nel 2017, quando l’Italia da tre anni era sottoposta a procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, per questioni attinenti proprio alla tutela volontaria dei minori stranieri non accompagnati: ritardo nella nomina del tutore, tutori non adeguatamente formati, mancanza di monitoraggio, persone troppo oberate che non garantiscono al minore una tutela adeguata. Una scelta che ha portato alla luce disponibilità inedite e che si è rivelata essere esattamente la risposta al bisogno principale che i ragazzi avevano. A settembre 2018, infatti, la procedura di infrazione venne chiusa».
Carla Garlatti ha poi sottolineato che la figura del tutore riveste una funzione centrale nel sistema di accoglienza e la grande potenzialità del progetto risiede proprio nel dare supporto ai tutori volontari, i quali non devono essere lasciati da soli in un percorso che è di crescita anche per loro stessi. Tuttavia, ha anche ribadito che «c’è ancora tanto lavoro da fare: non in tutte le regioni il numero dei tutori volontari è sufficiente e riesce a offrire al singolo minore quell’attenzione di cui ha bisogno, né dappertutto viene riconosciuto a pieno il ruolo centrale che questa figura dovrebbe avere». Inoltre, come di recente ha scritto in una lettera di sollecito inviata ai ministri Lamorgese e Franco, è necessario sbloccare il fondo di un milione di euro previsto dalla legge di bilancio 2020, per assicurare il rimborso delle spese sostenute dai tutori e dei permessi lavorativi retribuiti.
Il progetto, che si concluderà il 31 maggio, è stata un’esperienza preziosa, tanto che la Garante ha già ricevuto una lettera, firmata da gran parte dei presidenti di Tribunali per i Minorenni, che ne chiede la prosecuzione, affinché risultati ottenuti in questi anni non vanno dispersi.
[1] Secondo rapporto di monitoraggio, consultabile al link: https://tutelavolontaria.garanteinfanzia.org/sites/default/files/2020-10/Report_tribunali_v1.0_1.pdf
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