Minori Rom e Sinti

Situazione attuale

La presenza di rom e sinti in Italia costituisce lo 0,25% della popolazione nazionale ed è tra le percentuali più basse registrate nel continente europeo. Circa il 50% ha cittadinanza italiana e il 60% del totale ha meno di 18 anni. Nonostante vengano ancora etichettati come nomadi, solo il 3% adotta uno stile di vita itinerante. In merito alla partecipazione scolastica nel 2014/2015 gli alunni rom sono leggermente aumentati (12.437 iscritti), principalmente nelle scuole primarie e medie inferiori, confermando un alto tasso di abbandono scolastico nel passaggio dall’istruzione obbligatoria a quella facoltativa. Nonostante i percorsi ad hoc realizzati nel corso degli anni i minori rom non sono ancora integrati e hanno un alto tasso di abbandono. Il 20% dei minori rom intervistati in Italia non ha mai iniziato un percorso scolastico: le case precarie e la marginalizzazione spaziale incidono sui livelli di scolarizzazione. Alcuni campi sono molto lontani dalle scuole, e benché molte volte venga fornito un servizio di autobus “speciali” questi, dovendo fare il giro di tutti i campi, spesso arrivano tardi a scuola o cominciano il giro per raccogliere i bambini notevolmente in anticipo.

Ultimamente si assiste ad un crescente attivismo dei giovani rom i quali si rendono protagonisti delle richieste di cambiamento che li riguardano in prima persona.

Pratiche significative

Da quattro anni l’Italia ha adottato la Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti (SNIR) individuando l’urgenza di effettuare politiche inclusive ed in particolare di superare i “campi nomadi”. Rimangono però aperti degli interrogativi sulla forma di tale superamento. La SNIR continua a fallire nel raggiungimento dei suoi obiettivi probabilmente anche per la poca chiarezza interna: non è possibile individuare un referente politico.

Nell’a.s. 2015/2016 il “Progetto nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e camminanti” è giunto alla sua terza ed ultima annualità di sperimentazione. Si aspetta ora di poter effettuare una valutazione d’impatto e comprenderne l’efficacia nel raggiungere gli obiettivi.

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Criticità

Continua una forte discrepanza tra l’orientamento delle Autorità centrali e quello degli Enti Locali, i quali non traducono in maniera concreta le misure previste in ambito Nazionale. Nel 2015 si sono rilevate alcune buone prassi che hanno visto il superamento della soluzione del “campo”, ma nello stesso tempo si sono affiancati interventi che perseverano la “politica campo” costruendone di nuovi o effettuando manutenzioni a quelli già esistenti. Purtroppo in Italia continuano ferventi sentimenti anti-zigani che ostacolano l’adozione di politiche inclusive (l’86% degli italiani intervistati ha espresso un’opinione negativa riguardo ai rom).

La proposta dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori

L’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori consiglia di prestare particolare attenzione a questi minori, sempre più presenti nelle realtà locali dei salesiani, soprattutto per cercare di combattere il sentimento di pregiudizio nei loro confronti e per permettergli una crescita integrale e sociale. Si fa quindi strumento, per rinforzare le raccomandazioni del Gruppo CRC, di promuovere una reale integrazione sociale della comunità rom in Italia, di destinare a tale scopo risorse umane, tecniche e finanziare adeguate, di adottare misure necessarie che contrastino i matrimoni precoci, di elaborare percorsi di comprensione della cultura rom prevenendo la percezione stereotipata e discriminatoria dei minori appartenenti a tale etnia. Inoltre sostiene la fine degli sgomberi forzati, la messa in opera della Strategia Nazionale a livello locale e la risoluzione della questione degli “apolidi di fatto” (minori privi di qualsiasi cittadinanza).

Il contributo salesiano, per ciò che concerne i minori rom, privilegia particolarmente la dimensione educativa. Già nel 2010, con La Giornata Mondiale Missionaria, contribuivano a rimuovere i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei Rom, per costruire ponti tra la società maggioritaria e la comunità Rom. I minori appartenenti a questa etnia sono presenti nei cortili, nelle scuole, nei centri di formazione professionali, nei centri diurni e nelle case famiglia.

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