Premiato lo studente che è intervenuto in difesa della professoressa aggredita

Verrà premiato dal preside con un attestato di merito lo studente di quinta che, a differenza dei suoi colleghi della prima «incriminata», non si è limitato ad assistere inerte ma è intervenuto per mettere fine a quello spettacolo penoso: una supplente presa di mira da tre o quattro ragazzi mentre,invano, tentava faticosamente di tenere una lezione. A febbraio, venuto a conoscenza dell’episodio, il dirigente del Vinci-Migliara Salvatore Ossino non ha perso tempo e lo ha subito convocato per ricostruire quei minuti con i rappresentanti di classe e ai quattro rappresentanti di istituto, indignati per quello che hanno appreso essere accaduto nella loro scuola.

Perché il Vinci è un istituto storico di Alessandria, stimato, serio, rispettabile. Una scuola in prima linea contro il bullismo: ha creato pure un fumetto pubblicato sul sito internet, ottenuto riconoscimenti a livello regionale, ed è stata designata polo anti-bullismo e cyberbullismo. Anche se, non sono in pochi oggi ad avventurarsi temerari fra mille distinguo per sostenere che l’episodio della professoressa presa di mira non fosse tale, «o almeno non fosse un caso di bullismo così grave».  Lei, la professoressa, ha confermato la versione dei ragazzi «ma non era arrabbiata – dicono – anche perché non sapeva di essere stata ripresa». E non ha denunciato. All’inizio, i ragazzi hanno negato che ci fosse un video. E tutti ora assicurano che se c’era adesso non c’è più, «oppure si trattava di un vecchio filmato e magari nemmeno girato in quell’aula». Restano i 28 provvedimenti di sospensione, consegnati a mano dal preside, destinatarie le famiglie, e approvati dal Consiglio all’unanimità. Da lunedì 26 febbraio, compaiono anche sul registro elettronico alla pagina sanzioni disciplinari. E probabilmente tutto finirà qua visto che la punizione, una volta espiata, non dovrebbe incidere sul profitto se non in caso di recidiva. E del «5» in condotta – che condannerebbe tutti a un mancato scrutinio, quindi di fatto alla bocciatura – nemmeno se ne parla.

 

Fonte: La Stampa

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