Immigrazione: senza un accordo europeo la situazione non può migliorare

Il 9 gennaio scorso sono sbarcati nel porto di Malta i 49 migranti che per 19 giorni sono rimasti a bordo delle navi delle ong Sea Watch e Sea Eye . Si tratta di uomini, donne e bambini che verranno ridistribuiti in otto Paesi europei tra cui l’Italia.
Gli otto paesi Ue che hanno confermato la propria disponibilità al ricollocamento dei migranti a bordo della Sea Watch sono Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Olanda e Italia e siamo di certo lieti di questa dimostrazione di solidarietà e di collaborazione tra i Paesi Europei.
Anche se visibilmente stanchi e provati dalla permanenza in mare queste persone hanno trasmesso in modo inequivocabile la gioia provata al momento di toccare terra.
«Accogliamo con favore questa dimostrazione di solidarietà – ha dichiarato Muscat, il Premier maltese – a riconoscimento del fatto che Malta ha fatto molto di più di ciò che gli spettava».
La svolta decisiva è stata data dalla collaborazione tra gli Stati Europei e riteniamo sia questa la strada da seguire: solo attraverso una vera cooperazione tra Stati si potrà raggiungere una soluzione veramente utile, sia per coloro che intraprendono questi viaggi sia per i Paesi chiamati all’accoglienza, in grado di dare risposte concrete alla delicata questione dell’immigrazione che ha visto protagonista l’Europa negli ultimi anni.
Occorre senza dubbio continuare a combattere i trafficanti di essere umani e quanti lucrano sui migranti e garantire maggiore sicurezza nel mediterraneo, ma tali traguardi non si raggiungeranno con la chiusura dei porti, soprattutto davanti alla richiesta di aiuto dei bambini, perché questi ultimi hanno il diritto di essere accolti senza limiti e di poter sperare e sognare un futuro migliore.
Per raggiungere il risultato di un’immigrazione sicura ogni Paese Europeo deve farsi garante della protezione dei diritti umani e della dignità di quanti chiedono accoglienza.
Risulta, pertanto, fondamentale e non più procrastinabile la creazione di un sistema ordinato ed equo che aiuti i Paesi a regolamentare il movimento dei rifugiati e dei migranti.

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