8 marzo 2021: Unicef Italia con la campagna #8marzodellebambine lancia una petizione per chiedere che venga rinnovato e integrato il Piano Nazionale Antiviolenza

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’Unicef Italia rilancia la campagna #8marzodellebambine, dedicata, per il 2021, a sostenere la lotta alla violenza di genere in Italia e nel mondo, e promuove una petizione per chiedere che venga rinnovato e integrato il Piano Nazionale Antiviolenza che definisce obiettivi e programmi per contrastare la violenza di genere.

Testimonial della campagna è l’attrice Serena Rossi, protagonista di un video in cui sottolinea l’importanza per ogni bambina, ragazza, donna di sentirsi libera, rispettata, protetta e di poter scegliere chi essere, chi amare, cosa diventare.

Con questa petizione, l’Unicef chiede di apportare le seguenti integrazioni al Piano Nazionale Antiviolenza: “aumentare i posti disponibili per l’accoglienza di donne e nuclei madri-bambino sopravvissute o a rischio di subire violenza e rimuovere gli ostacoli che impediscono di chiedere supporto; prevedere una campagna di sensibilizzazione continua sulla violenza di genere, nelle scuole e nei luoghi di formazione; combattere in ogni ambito, sede e fonte giuridica il pregiudizio che colpevolizza la vittima e sviluppare una cultura del consenso”.

La violenza di genere è una gravissima violazione della dignità e dei diritti umani, che impedisce a bambine, ragazze e donne di realizzare pienamente sé stesse.

I dati relativi alla violenza contro le donne risultano piuttosto allarmanti.

Nel mondo, si stima che 1 donna su 3 (il 35%), nel corso della propria vita, abbia subito violenza fisica e/o sessuale; violenza molto spesso perpetrata proprio dal partner o ex partner. Quasi il 30% delle donne che hanno avuto una relazione, infatti, riferisce di aver subito una qualche forma di violenza fisica e/o sessuale da parte del proprio partner.

In Italia, più del 31,5% delle donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni è stata vittima di forme di violenza fisica o sessuale. L’83,8% degli omicidi che riguardano donne sono commessi in ambito familiare e affettivo. Tale percentuale era già in continuo aumento e con la pandemia la situazione appare ulteriormente aggravata. Si rileva, infatti, che durante l’emergenza da Covid-19, a causa delle misure imposte dal lockdown, per molte ragazze e donne è aumentato fortemente il rischio di violenza fisica, sessuale e psicologica: nel periodo compreso tra marzo e ottobre 2020 si è registrato un incremento del 71,7% delle chiamate ricevute dal numero antiviolenza e stalking 1522 e nel 64,1% dei casi la richiesta di aiuto riferisce di episodi di violenza assistita, ossia in presenza di un minore.[1]

L’impegno da assumere è quello di garantire ad ogni bambina, ragazza, donna pari opportunità e il rispetto dei propri diritti, affinché ciascuna possa sviluppare le proprie potenzialità, realizzare i propri sogni, costruire ciò che desidera, autodeterminarsi e decidere autonomamente per il proprio futuro, senza dover incontrano barriere di genere che la ostacolino.

Per promuovere una cultura rispettosa delle differenze di genere e combattere le discriminazioni, è essenziale educare fin da piccoli bambini e bambine ad un comportamento libero da pregiudizi di genere, offrendo loro la possibilità di confrontarsi con le stesse opportunità. Nei contesti scolastici è fondamentale, poi, sensibilizzare gli adolescenti a riconoscere i propri pregiudizi o stereotipi di genere, per poterli concretamente superare, nonché stimolarli a riflettere su questioni riguardanti la parità di genere e il rispetto dei diritti delle donne, accompagnandoli anche ad un corretto linguaggio di genere.


[1] https://www.unicef.it/media/lanciata-la-campagna-8marzodellebambine-contro-la-violenza-di-genere-testimonial/

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