Il 25 febbraio, a distanza di circa un mese dal suo insediamento, avvenuto lo scorso 14 gennaio, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, è stata ascoltata dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta da Licia Ronzulli, in merito alle linee programmatiche del suo lavoro.
Dopo aver espresso sincera preoccupazione per i seri segnali di allarme che si sono registrati sul piano della salute mentale, dell’abbandono scolastico, del ritiro sociale e dell’impoverimento educativo e culturale dei ragazzi, la Garante ha sottolineato che è essenziale promuovere la partecipazione dei minorenni: «I ragazzi, durante la pandemia, sono stati costretti ad alzare la voce perché qualcuno li ascoltasse. Chiedono sicurezza, istruzione, ritorno alla socialità e certezze. E gli adulti, a questo punto, non possono più sottrarsi al dovere di farli partecipare alle decisioni sul loro futuro».
Tra le diverse tematiche affrontate, è stata analizzata anche la questione degli affidi. A riguardo, la Garante ha avanzato la proposta di eliminare il segreto sulle relazioni dei servizi sociali alla base degli allontanamenti e assicurare il contradditorio: i genitori devono poter conoscere in giudizio le motivazioni che conducono all’affidamento, in modo da poter far valere consapevolmente il loro punto di vista.
«L’Italia è il paese che allontana di meno (2,8 su mille) rispetto a Germania (10,5), Francia (10,4) e Regno Unito (6,1). Ciò non significa che le famiglie siano più virtuose, ma temo derivi dal fatto che ci sono minori controlli. Occorre potenziare i servizi sociali con una formazione adeguata e risorse e dare supporto alla genitorialità».
Secondo la Garante, l’affido andrebbe anche rivitalizzato secondo la sua funzione originaria di istituto concepito per offrire un ambiente sano al minore ma, allo stesso tempo, anche un supporto alla famiglia d’origine nel momento della difficoltà, al fine di consentire il rientro del bambino. Bisognerebbe, inoltre, rendere più efficaci i controlli sulle comunità di accoglienza, affidati alle procure della Repubblica. Indispensabile anche istituire una banca dati nazionale sui minori fuori famiglia; problematica che affligge anche il fenomeno della violenza ai danni dell’infanzia. Per entrambe l’Autorità garante ha preso contatti con il Garante per la privacy.
Nelle sue linee programmatiche, l’Autorità garante ha poi definito numerosi ambiti di intervento, quali: le trasformazioni causate dall’emergenza e le prospettive post pandemia su benessere, istruzione e socialità dei più giovani; l’ambiente digitale, con riferimento a dignità, riservatezza e sicurezza online. Rimane centrale anche la tutela dei diritti dei bambini vittime di violenza e abuso, così come continueranno le iniziative a favore dei figli di separati e divorziati e per la formazione di coloro che lavorano a contatto con le persone di minore età.
Il 3 marzo ha avuto luogo il seguito dell’audizione dell’Autorità garante in Commissione Bicamerale Infanzia. Nel corso di questa audizione, Garlatti ha esplicitamente richiesto un incontro con il presidente del consiglio Mario Draghi, per sollecitare l’introduzione nel recovery plan di un capitolo specifico dedicato appositamente ad infanzia e adolescenza.
«Il presidente Draghi nel suo discorso di inizio mandato ha parlato più volte di giovani e questo è indice di un’attenzione significativa. Però, purtroppo, il recovery plan riporta interventi diffusi e spezzettati che sarebbe bene portare a coerenza».
Prosegue Garlatti: «La visione del piano, talora, tende a essere adultocentrica. Ad esempio nel caso degli interventi per gli asili nido che vengono presentati sotto forma di sostegno alle donne per tutelare l’occupazione femminile. Ovviamente caldeggio ogni supporto che possa aiutare in compiti che, ricordo tra l’altro, dovrebbero essere divisi tra entrambi i genitori. Quello che mi preme sottolineare però è che l’attenzione deve essere posta sui minori: l’Italia sconta ancora una presenza di asili nido a macchia di leopardo, con forti differenze tra nord e sud».
Nel corso dell’audizione, sono stati poi numerosi gli argomenti esaminati dalla Garante: dai giudici onorari nei tribunali per i minorenni, ai controlli sulle case famiglia, all’ascolto del minore, alla completa giurisdizionalizzazione dei procedimenti di affido e all’opportunità di linee guida operative da seguire nell’esecuzione dei provvedimenti di allontanamento.
Infine, la Garante ha dichiarato che, dopo 10 anni dalla sua istituzione, diviene quanto più urgente e necessaria una riforma dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che le attribuisca maggiori poteri e una struttura adeguata. Spiega Garlatti: «L’attuale legge non attribuisce all’Autorità poteri in grado di incidere su specifiche vicende e di dare piena concretezza alla denominazione di garante. Ad esempio, nei casi che sono oggetto di procedimento giudiziario l’Autorità, con le attuali disposizioni di legge, non ha il potere di intervenire in giudizio, né di ottenere tutti gli atti processuali. Il potere di accedere a strutture pubbliche e private dove sono presenti minori è subordinato, sempre dalla legge istitutiva, a un accordo con le rispettive amministrazioni: non è possibile effettuare blitz o visite che non siano preannunciate. Anche per questo faccio appello al Parlamento perché sia avviata quanto prima una riforma».
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