Il 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato, indetta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione che interessa oltre 80 milioni di persone nel mondo, costrette a fuggire dalle proprie case a causa di conflitti, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, per cercare salvezza e costruirsi un futuro migliore altrove.
Questa ricorrenza è stata celebrata per la prima volta il 20 giugno 2001, in occasione del cinquantesimo anniversario dellaConvenzione relativa allo statuto dei rifugiati, anche nota come Convenzione di Ginevra, approvata proprio in quella stessa data del 1951 da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Alla vigilia di questa Giornata, è stato presentato il nuovo rapporto annuale Global Trends 2020 dell’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati – sulle migrazioni forzate nel mondo.
Il rapporto testimonia che nel 2020, a livello globale, sono state 82,4 milioni le persone costrette alla fuga, con un aumento del 4% rispetto al numero record di 79,5 milioni già rilevato nel 2019; di queste, 26,4 milioni sono rifugiati.
Dall’analisi dei dati, si evince anche che il numero di persone in fuga è raddoppiato nell’ultimo decennio: se nel 2010 gli sfollati nel mondo ammontavano a 41 milioni, a distanza di dieci anni risulta in fuga dalla propria terra circa il doppio delle persone (82,4 milioni). Pertanto, nonostante la pandemia, nel 2020 si registra la cifra più elevata mai raggiunta negli ultimi 10 anni.
Secondo quanto emerge nell’ultimo report, il 42% del totale delle persone costrette alla fuga sono minori. Le nuove stime dell’UNHCR, inoltre, riferiscono che quasi un milione di bambini sono nati già rifugiati tra il 2018 e il 2020 e molti di loro potrebbero rimanere in questa condizione ancora per diversi anni.
Si tratta di bambini e bambine particolarmente vulnerabili, ai quali è stata strappata l’infanzia, colpiti da innumerevoli sofferenze e orrori, costretti a lasciare i propri affetti, la propria casa e a volte a rimanere senza né cibo né acqua per lungo tempo, esclusi dall’istruzione e senza la possibilità di ricevere cure mediche.
«La tragedia di così tanti bambini che nascono in esilio dovrebbe essere una ragione sufficiente per adoperarsi molto di più per prevenire e porre fine ai conflitti e alla violenza» dichiara Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Inoltre, i dati aggiornati attestano che più di due terzi delle persone fuggite all’estero provengono da soli cinque Paesi: Siria (6,7 milioni), Venezuela (4 milioni), Afghanistan (2,6 milioni), Sud Sudan (2,2 milioni) e Myanmar (1,1 milioni).
L’86% dei rifugiati a livello mondiale, ossia quasi nove su dieci, sono ospitati da paesi vicini alle aree di crisi e da paesi a basso e medio reddito. I paesi meno sviluppati hanno dato asilo al 27% del totale. In particolare, il Paese che, su scala mondiale, ha accolto il numero più elevato di rifugiati è la Turchia, con 3,7 milioni persone; seguita dalla Colombia con 1,7 milioni, dal Pakistan con 1,4 milioni, dall’Uganda con 1,4 milioni e dalla Germania con 1,2 milioni.
In occasione di questa importante Giornata, la nostra attenzione, anche oggi, è rivolta in particolare ai tanti minori non accompagnati, che arrivano in un Paese totalmente estraneo soli e spaventati, privi di tutele e fortemente esposti al rischio di cadere vittime di tratta, sfruttamento, violenze e abusi.
A tal proposito, Save the Children ha pubblicato un nuovo rapporto dal titolo “Nascosti in piena vista. Minori migranti in viaggio (attra)verso l’Europa”, realizzato lungo le rotte tra Oulx, Ventimiglia, Udine e Trieste, per fare luce su ciò che accade ai confini Nord d’Italia, dove si registra un passaggio continuo di minorenni stranieri non accompagnati
Il report raccoglie la voce e le tante testimonianze dei minori stranieri non accompagnati che raccontano dei pericolosi, estenuanti e spesso traumatici viaggi intrapresi, caratterizzati da abusi e violenze, nonché dei rischi e delle crudeltà cui sono soggetti o a cui hanno assistito, soprattutto lungo la rotta balcanica: ragazzi e ragazzi che riferiscono di essere stati derubati, picchiati, denudati, detenuti e sottoposti a violenze.
Save the Children, attraverso questo Rapporto, lancia un importante allarme sui tanti minori soli e invisibili che attraversano i confini, chiedendo all’Italia e alle istituzioni europee di garantire una protezione immediata, di attivare un monitoraggio efficace e indipendente delle frontiere e progetti di assistenza umanitaria nei luoghi di transito.
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