“I minori e lo sport”: nuovo rapporto dell’Osservatorio #conibambini. Al sud minore offerta di aree sportive all’aperto

Di recente è stato pubblicato il nuovo rapporto nazionale “I minori e lo sport” dell’Osservatorio #conibambini, promosso dall’impresa sociale Con i Bambini e dalla Fondazione Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il report analizza la pratica sportiva tra bambini e ragazzi prima e dopo la pandemia, l’offerta di aree sportive all’aperto e la presenza di strutture sportive all’interno delle scuole.

I dati presenti nel rapporto indicano che il 45,4% delle ragazze tra i 6 e i 24 anni pratica sport in modo continuativo, tale quota sale al 58,5% tra i maschi della stessa fascia d’età. Tuttavia, nel 2019, quindi già prima della pandemia, quasi 1 minore su 5 era sedentario e non praticava nessuno sport o attività fisica (il 18,6% dei giovani tra i 6 e i 24 anni), con un miglioramento rispetto agli anni precedenti.

Lo scenario dettato dalla pandemia oltre ad aver inciso sulle opportunità educative dei più giovani, ha certamente reso più difficile anche la possibilità di fare sport per bambini e ragazzi.

Lo sport, invece, ha un ruolo fondamentale nella crescita di bambini e ragazzi, in quanto contribuisce allo sviluppo fisico, psicologico e sociale, aiuta ad instaurare relazioni con i coetanei e con gli adulti e permette di trasmettere importanti valori educativi quali il rispetto delle regole e degli avversari così come la lealtà verso i compagni e la squadra, nonché di migliorare la consapevolezza di sé e del proprio corpo.

Il nuovo rapporto si focalizza anche sulle motivazioni che conducono bambini e ragazzi a non praticare nessuno sport. Tra i più piccoli, nella fascia 3-5 anni, il motivo più frequentemente citato è l’età del bambino, mentre nelle altre classi di età alla base dell’inattività viene indicata una mancanza di tempo e interesse. È importante, però, evidenziare che tra le cause menzionate vi è anche la condizione economica del nucleo familiare, motivazione che interessa il 20% dei ragazzi compresi tra gli 11 e i 17 anni e circa il 30% dei bambini tra i 6 e i 10 anni. Infine, un altro motivo di rilievo indicato per non praticare sport è legato alla mancanza di impianti sul territorio.

A livello regionale, la quota di minori che pratica sport con continuità supera il 60% nel Lazio, in Umbria e in Toscana; mentre le regioni al di sotto della media nazionale sono tutte del Sud. In particolare agli ultimi posti si collocano la Calabria (38,2%), la Sicilia (30,2%) e la Campania (28,7%), dove meno di 4 ragazzi su 10 praticano attività sportiva con continuità. In questo senso, fa riflettere il fatto che queste ultime regioni siano proprio quelle dove si registrava la quota più elevata di famiglie in potenziale disagio.

Un altro fattore cruciale esplorato all’interno del Rapporto è l’offerta di impianti disponibile sul territorio.

Benché i minori, più delle altre fasce d’età, già prima della pandemia praticavano sport prevalentemente in spazi al chiuso, è evidente che le aree sportive all’aperto sono divenute essenziali durante questo periodo di emergenza, ma queste risultano carenti in molte aree del paese, soprattutto al sud.

Infatti, in merito alla presenza sul territorio di aree sportive all’aperto (campi sportivi, piscine, campi polivalenti, aule verdi e altri spazi con funzioni ludiche e ricreative), emerge che nelle città del nord-est si trova il 18% dei minori e quasi il 40% delle aree sportive all’aperto presenti nei capoluoghi italiani; mentre, nelle città del sud il 19% dei minori e solo il 10% delle aree sportive all’aperto. I dati, pertanto, evidenziano una minore offerta di aree sportive all’aperto proprio nelle città del mezzogiorno.

Il rapporto, inoltre, rileva che vi sono pochi spazi per lo sport anche nelle scuole, con profonde differenze territoriali: solo il 40,8% degli istituti scolastici in Italia è provvisto di palestra o piscina.

Il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte sono le uniche due regioni in cui il numero degli istituti scolastici dotati di strutture sportive supera il 50%. Ultime in classifica, invece, con la percentuale più bassa di palestre nelle scuole (meno di 3 edifici scolastici dotati di impianti su 10), vi sono la Campania (26,1%) e la Calabria (20,5%, ossia circa la metà della media nazionale del 40,8%), che sono anche le regioni con il minor numero di ragazzi che fanno attività fisica in modo continuativo e con più famiglie in disagio sociale.

Scendendo a livello locale, è possibile osservare che tra le 10 province con meno palestre nelle scuole, 9 si trovano nel Mezzogiorno.

Il rapporto completo “I minori e lo sport” è disponibile online sul sito di Con i Bambini a questo link.

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