Il 5 maggio ricorre la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, istituita dalla legge 4 maggio 2009, n. 41: si tratta di un’importante occasione per richiamare l’attenzione su un fenomeno, spesso sommerso, che ha ripercussioni drammatiche sullo sviluppo e sul futuro dei più piccoli, nonché per riflettere sulle strategie più efficaci per prevenirlo e combatterlo.
La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 riconosce il diritto delle persone di minore età di ricevere protezione contro ogni forma di violenza. Espliciti riferimenti in questo senso sono contenuti negli articoli 19, 34, 36 della Convenzione.
In particolare, l’articolo 19 sancisce espressamente il diritto del minore ad essere tutelato “contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale”. L’articolo 34 prevede che “Gli Stati parti si impegnano a proteggere il minore contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale”; mentre l’articolo 36 statuisce in capo agli Stati parti l’obbligo di proteggere il minore “contro ogni altra forma di sfruttamento pregiudizievole al suo benessere in ogni suo aspetto”.
Nel solco degli strumenti internazionali a tutela dei minori, è poi importante menzionare anche la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, comunemente denominata Convenzione di Lanzarote, adottata nel 2007 ed entrata in vigore nel 2010, la quale rafforza la tutela dei minori dalle gravissime violazioni relative allo sfruttamento e all’abuso sessuale, prevedendo obblighi in capo ai Paesi contraenti di prevenzione, repressione e protezione.
Nello specifico, la Convenzione di Lanzarote impone agli Stati di criminalizzare le seguenti condotte: abuso sessuale; prostituzione minorile; pedopornografia; partecipazione di minori a spettacoli pornografici; corruzione di minori; adescamento a scopi sessuali di minorenni, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie dell’informazione e della comunicazione; favoreggiamento e tentativo di compiere i precedenti reati (artt. 18-24). La presente Convenzione prevede altresì che gli Stati adottino una serie di misure preventive, che comprendono la formazione e la sensibilizzazione di persone che lavorano a contatto con i minori (art. 5) e l’educazione dei minori sui rischi di abuso e sfruttamento sessuale e sui mezzi per difendersi (art. 6); nonché misure di protezione e programmi di supporto a tutela e assistenza delle vittime.
L’Italia ha ratificato e dato esecuzione a questo importante strumento giuridico, compiendo così un passo avanti in materia di protezione dei minori dallo sfruttamento e l’abuso sessuale, con la Legge 1 ottobre 2021, n. 172, la quale ha apportato alcune modifiche all’ordinamento interno, tra cui l’introduzione nel sistema giuridico italiano dei nuovi reati di “adescamento di minorenni” anche attraverso internet o altri mezzi di comunicazione (grooming) ed “istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia”.
Certamente, bisogna sottolineare che l’avvento di internet e il crescente utilizzo delle tecnologie digitali hanno contribuito a esporre ragazzi e ragazze a una maggiore vulnerabilità, aumentando il rischio per i minori di diventare vittime di abusi sessuali e rendendo il fenomeno ancora più complesso. Inoltre, si evidenzia che con la pandemia si è registrato un significativo aumento dei casi di abuso sessuale online perpetrato contro i minori.
Proprio in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, la Polizia Postale e Save the Children hanno diffuso un dossier, con i nuovi dati sull’adescamento online di soggetti minorenni e una guida rivolta ai genitori o agli adulti di riferimento, per riconoscere e prevenire tale fenomeno.
Secondo quanto riportato nel dossier dal titolo “L’abuso sessuale online in danno di minori“, a cura del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia On-line (C.N.C.P.O) del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma con la collaborazione di Save the Children, in seguito alla pandemia da Covid-19 il fenomeno dell’adescamento online ha registrato una preoccupante crescita. Nel 2021, i casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale sono stati 5.316, con un incremento del 47% rispetto all’anno precedente (3.243); così come risulta in aumento anche il numero dei minori adescati sul web da adulti, pari a 531.
Occorre però sottolineare che questi dati, senza dubbio allarmanti, purtroppo rappresentano solamente la punta dell’iceberg di un fenomeno sommerso, che fatica a venire alla luce.
Dai dati del dossier emerge, inoltre, che la fascia di età più colpita dal fenomeno è quella preadolescenziale, compresa tra i 10 e i 13 anni: precisamente nel 2021 sono state 306 le vittime di adescamento online in questa fascia anagrafica, ossia circa il 60% dei 531 minori approcciati sul web da adulti abusanti e questo nonostante ai soggetti con età inferiore ai 13 anni non sia consentito l’accesso ai social network. Tuttavia, crescono anche i casi di adescamento online che interessano i bambini nella fascia di età 0-9 anni (32 i casi registrati), per i quali i percoli appaiono connessi soprattutto ai giochi di ruolo e ai videogiochi online.
Per quanto riguarda invece il genere, il dossier rivela che al centro degli adescamenti online intercettati dalla Polizia Postale, maschi e femmine sono presenti in misura pressoché uguale tra le vittime.
Oltre al dossier, è stata realizzata anche la guida “Adescamento online: una guida per conoscere e prevenire“, redatta dall’Unità Analisi Crimini Informatici della Polizia Postale (U.A.C.I.) insieme a Save the Children, la quale si propone di approfondire il fenomeno, in costante diffusione, dell’adescamento online.
Obiettivo della guida è quello di offrire a genitori ed educatori un utile strumento, in modo da poter accompagnare adeguatamente bambine, bambini e adolescenti nella comprensione degli ambienti digitali e dar loro la possibilità di fruire appieno delle opportunità della rete in modo sicuro e consapevole.
Tale strumento intende anche rispondere all’ampliamento dell’uso delle tecnologie digitali e all’abbassamento dell’età di chi accede ad ambienti digitali, scaturite soprattutto a fronte della pandemia, sottolineando che alle opportunità offerte dall’innovazione digitale, si affianca anche l’esposizione a rischi specifici; una condizione verso cui è necessario prestare particolare attenzione.
La guida è composta da tre sezioni, ciascuna dedicata a genitori di diverse fasce d’età (0-6 anni; 6-10 anni; 11-13 anni) e contenente una descrizione delle esperienze specifiche di ogni età, le sfide educative per gli adulti di riferimento e alcuni consigli relativi alle principali problematiche del fenomeno. Al termine delle tre sezioni, la guida si conclude con una serie di indicazioni e istruzioni, anche pratiche, da tener presente di fronte ai casi di adescamento online nei confronti dei propri figli.
Per maggiori informazioni si rimanda sul sito di Save the Children, alla notizia dedicata.
Il Dossier Dati è consultabile qui.
La Guida è consultabile qui.
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