Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, tramite la Risoluzione n. 54/134, nella quale si invitano i governi, le istituzioni, le organizzazioni internazionali e non governative, a organizzare in tale data iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.
Tale giornata rappresenta anche una ricorrenza per commemorare tutte le donne vittime di violenza e per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere.
La Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1993, definisce la violenza contro le donne come “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata”.
Come testimoniano i numeri, ancora oggi quello della violenza contro le donne è un fenomeno dalle dimensioni allarmanti. A livello globale, si stima che circa una donna su 3 abbia subito violenze di genere durante la propria vita e la maggior parte delle violenze contro le donne è perpetrata da mariti o partner attuali o precedenti. Inoltre, meno del 40% delle donne che subiscono violenza cerca un aiuto di qualsiasi tipo.[1]
Tra le manifestazioni più gravi in cui può sfociare la violenza contro le donne vi è il femminicidio, termine che sta ad indicare gli omicidi perpetrati a danno delle donne in quanto tali. Secondo i dati contenuti nel report settimanale “omicidi volontari” elaborato dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dall’inizio del 2022 al 20 novembre 2022 si contano 104 omicidi volontari nei confronti delle donne, di cui 88 avvenuti in ambito familiare/affettivo e di questi in 52 casi commessi per mano del partner o dell’ex partner. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si registra una lieve diminuzione del numero di omicidi con vittime di genere femminile, che da 109 passano a 104 (-5%).
La violenza di genere è una piaga sociale purtroppo ancora ampiamente diffusa e rappresenta una gravissima violazione dei diritti umani, che impedisce a bambine, ragazze e donne di realizzare pienamente sé stesse, con effetti devastanti sulla loro salute psico-fisica; una forma di discriminazione da affrontare e contrastare con urgenza e determinazione.
A tale scopo, per contrastare il fenomeno della violenza di genere, diviene fondamentale un cambiamento culturale, costruendo e promuovendo innanzitutto una cultura diversa, fondata sul rispetto reciproco, sulla parità di genere, sulla non violenza e attenta a combattere le discriminazioni di genere.
Il fenomeno va infatti combattuto anche sul piano culturale ed educativo. Per questo, è importante investire nella prevenzione e nell’educazione delle giovani generazioni, sensibilizzando ed educando, fin dall’infanzia, bambini e bambine al rispetto e alla parità di genere, al superamento dei pregiudizi, all’inclusione e alla valorizzazione delle differenze, alla costruzione di relazioni positive e paritarie, al dialogo, all’empatia, nonché a condannare e schierarsi contro ogni forma di violenza.
[1] https://www.unwomen.org/en/news-stories/in-focus/2022/11/in-focus-16-days-of-activism-against-gender-based-violence
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