Un mondo ancora profondamente diseguale, contraddistinto in molti Paesi da bassi livelli di inclusione per donne e minori. È questa la fotografia che emerge dal rapporto “WeWorld Index 2022 – Women and Children Breaking Barriers to Build the Future”, l’indice elaborato dalla ong WeWorld, quest’anno in collaborazione con ChildFund Alliance, per misurare il livello di inclusione di donne, bambine e bambini in quasi 170 Paesi del mondo.
Il WeWorld Index 2022, giunto alla sua ottava edizione, è un indice composito che raggruppa 30 indicatori relativi a quattro fondamentali ambiti della vita delle persone: salute, istruzione, economia e società.
Nella classifica finale stilata dal WeWorld Index 2022 e composta da 166 Paesi, il Nord Europa e l’Europa continentale si confermano ancora una volta le aree più inclusive per donne e bambini, con le prime posizioni occupate da Norvegia, Islanda e Svezia, seguite da Danimarca e Finlandia. In fondo alla classifica, invece, si trovano sempre Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e all’ultima posizione il Ciad.
Nell’edizione del 2022, oltre all’indice per i singoli Paesi, per la prima volta, è stato calcolato anche un indicatore Globale: dal 2015 – anno del primo WeWorld Index – a oggi il mondo è migliorato, ma solo di un punto e mezzo. Di questo passo, secondo il rapporto, serviranno 182 anni per raggiungere un livello di inclusione adeguato per donne e bambini nel mondo.
Nel mondo, oggi un bambino su 2 (50,4%) e oltre una donna su 3 (38%) vivono in Paesi caratterizzati da una qualche forma di esclusione.
L’indice di quest’anno individua cinque barriere chiave a livello globale che frenano il raggiungimento di un livello adeguato di inclusione e che colpiscono bambini e ragazzi nella realizzazione del loro futuro: povertà, conflitti, migrazioni forzate, cambiamenti climatici e rischi online.
Per ogni barriera, il rapporto analizza gli effetti negativi ma evidenzia anche una serie di buone pratiche proposte da ChildFund Alliance e alcune raccomandazioni per superarle.
- POVERTÀ: Circa il 10% della popolazione mondiale vive ancora in condizioni di estrema povertà. Tra questi, i bambini hanno oltre il doppio delle probabilità di essere poveri rispetto agli adulti. Inoltre, ben 127 milioni di ragazze in età da scuola primaria e secondaria non vanno a scuola.
- CONFLITTI: Nel 2020, un bambino su sei – ossia 452 milioni nel mondo – viveva in una zona di conflitto; tra il 2005 e il 2020, più di 93.000 bambini sono stati reclutati e utilizzati dalle parti in conflitto.
- MIGRAZIONI FORZATE: Oggi, quasi un bambino su 3 che vive al di fuori del proprio Paese di nascita è un bambino rifugiato; quasi la metà dei bambini rifugiati nel mondo non è ancora in grado di frequentare la scuola.
- CAMBIAMENTI CLIMATICI: Gli effetti della crisi climatica hanno impatto soprattutto sui Paesi più poveri, e, in questi, sulle fasce di popolazione più vulnerabile: circa 1 miliardo di bambini, a livello globale, corrono un “rischio considerevole” a causa delle conseguenze del cambiamento climatico.
- RISCHI ONLINE: In media, ogni giorno vengono identificate sette vittime di sfruttamento sessuale minorile online, e più del 60% delle vittime non identificate di materiale pedopornografico sono in età prepuberale. Più di un terzo degli adolescenti rivela di essere vittima di cyberbullismo: un adolescente su 5 salta la scuola per paura del cyberbullismo. Il 65% delle vittime di abusi online sono ragazze. Sono questi alcuni dei dati sui rischi online per bambini e ragazzi, analizzati dal WeWorld Index 2022: l’aumento dell’uso di Internet durante la pandemia ha esacerbato il problema, rendendo sempre più urgenti delle soluzioni mirate.
Il rapporto è disponibile sul sito di WeWorld, alla notizia dedicata.
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