Il 15 luglio ricorre la Giornata Mondiale delle Competenze Giovanili (World Youth Skills Day), istituita nel 2014 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione A/RES/69/145, al fine di mettere in risalto l’importanza strategica di dotare i giovani di competenze per l’occupazione, un lavoro dignitoso e l’imprenditorialità.
Il tema scelto per l’edizione 2023 è “Formare insegnanti, formatori e giovani per un futuro trasformativo” (Skilling teachers, trainers and youth for a transformative future) e sottolinea il ruolo essenziale che insegnanti, formatori e altri educatori svolgono nel fornire competenze ai giovani per la transizione al mercato del lavoro e per impegnarsi attivamente nelle loro comunità e società.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres nel suo messaggio diffuso in occasione di questa ricorrenza internazionale ha dichiarato: “In ogni angolo del mondo, i giovani si trovano ad affrontare un turbine di cambiamenti: progressi tecnologici, un mercato del lavoro in rapida evoluzione, cambiamenti demografici, sfide climatiche e perdite di apprendimento a causa della pandemia COVID-19”, chiosando “Dotare i giovani di istruzione, formazione e competenze di qualità è essenziale”.
Guterres ha poi ribadito che “Il futuro dell’umanità dipende dalla sconfinata energia, dalle idee e dai contributi dei giovani”.
Secondo quanto riportato sul sito dell’ONU, si stima che il numero complessivo globale di giovani disoccupati possa raggiungere i 73 milioni nel 2022, con un leggero miglioramento rispetto al 2021 (75 milioni) ma ancora sei milioni al di sopra del livello pre-pandemia del 2019.
A livello globale, la quota di NEET, ossia di giovani che non lavorano, non studiano né si formano, nel 2020 è salita al 23,3%, con un aumento di 1,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente: si tratta di un livello mai raggiunto negli ultimi 15 anni.
Infine, si evidenzia che la popolazione giovanile crescerà di oltre 78 milioni tra il 2021 e il 2030 e i Paesi a basso reddito rappresenteranno quasi la metà di tale aumento. I sistemi di istruzione e formazione devono pertanto rispondere a questa sfida.
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