“I-Gen: perchè i ragazzi superconnessi di oggi crescono meno ribelli, più tolleranti, meno felici” è il titolo dell’ultimo libro della psicologa americana Jean Twenge. L’autrice ha esaminato i dati raccolti tra 11 milioni di ragazzi scoprendo che chi ha 14-15 anni esce meno di un tredicenne del 2009, esce meno con l’altro sesso, passa un’enorme quantità di tempo sullo smartphone e comunica in modo elettronico.
Zygmunt Bauman riteneva che “a rimetterci sono essenzialmente l’amore e la passione”. Elementi ritenuti troppo faticosi da raggiungere, precari, impegnativi. I ragazzi che appartengono alla I-Gen pensano di poter trovare nel loro strumento digitale tutto quello che serve. Fa comodo a tutti avere a portata di mano ciò che si necessita, comodamente ed in intimità.
Secondo Claudio Loiodice dell’Associazione Nazionale Sociologi “che ci piaccia o no, gli stili relazionali mutano”.
“Gli adolescenti – scrive Twenge – hanno meno tempo per uscire con gli amici e quando escono in gruppo spesso preferiscono continuare a smanettare e a comunicare in maniera elettronica”.
“Un fatto è però certo – conclude Jean Twenge – venendo a mancare le esperienze a contatto, l’uomo non potrà acquisire e rafforzare sicurezza”.
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