Allarme sulla salute mentale: sofferenza psichica degli adolescenti in aumento e grave carenza di servizi

L’impatto della pandemia e le restrizioni adottate durante questo anno per prevenire la diffusione del virus hanno assediato il benessere psicologico, mettendo a dura prova la popolazione sotto questo aspetto e generando gravi ripercussioni sulla salute mentale soprattutto dei più giovani.

Un’indagine dell’IRCCS Gaslini di Genova volta a monitorare l’impatto che le restrizioni imposte dallo stato di emergenza hanno avuto sullo stato psicologico di bambini e famiglie in Italia, aveva evidenziato, già a giugno del 2020, le ricadute psicologiche nei bambini e negli adolescenti, sottolineando i sintomi più diffusi in questa fascia di età durante la situazione di confinamento in casa dovuta al lockdown, quali disturbi d’ansia, disturbi del sonno e aumento dell’irritabilità.[1]

Anche il Rapporto del 2020 dell’Istituto Superiore di Sanità sulla promozione della salute mentale infantile in tempo di Covid-19, focalizzando l’attenzione sulle possibili conseguenze della pandemia sui minori, aveva messo in luce l’esistenza di un rischio per la salute mentale di bambini e adolescenti, non necessariamente affetti da pre-esistenti difficoltà adattive, dovuto a fattori stressogeni quali l’isolamento in casa, la chiusura prolungata della scuola e la mancanza di contatti fisici tra pari.[2]

Se questi studi, in qualche modo, anticipavano gli effetti del periodo di isolamento sui minori, adesso è possibile osservare in maniera ancor più evidente i pesanti danni che la pandemia ha prodotto sulle giovani generazioni.

La chiusura degli istituti scolastici, la riduzione delle opportunità educative e delle attività ricreative, ludiche e sportive, lo stato di isolamento, la permanenza forzata in casa durante il periodo del lockdown hanno chiaramente avuto un impatto significativo su bambini e ragazzi. In particolare, lo stato di emergenza e le conseguenti restrizioni hanno amplificato alcuni disturbi preesistenti in bambini ed adolescenti, così come hanno provocato l’insorgenza di nuovi casi.

Tra le problematiche più frequenti manifestate dagli adolescenti, dopo un anno di pandemia, vi sono ansia, stati depressivi, disturbi del sonno, attacchi di panico, aggressività, irritabilità e, nei casi più gravi, autolesionismo e tentativi di suicidio.

Nel corso della pandemia, pertanto, i disturbi mentali da parte di bambini e adolescenti si sono acuiti e hanno subito un preoccupante e drastico aumento, comportando, di conseguenza, un netto incremento delle richieste di aiuto, tanto che, come riferiscono i professionisti del settore, i posti letto occupati nei centri di neuropsichiatria infantile hanno raggiunto la loro capienza massima.

Specialmente con la seconda ondata della pandemia, quindi da ottobre ad oggi, la situazione è diventata altamente critica: i ricoveri sono aumentati del 30% e il 65% delle richieste al pronto soccorso proviene da casi gravi, per tentativi di suicidio.

Un chiaro allarme in questo senso proviene dal prof. Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università Cattolica di Roma e primario all’Ospedale Bambino Gesù, il quale descrive un quadro molto preoccupante, con strutture ormai sature. Secondo l’esperto, se il trend dell’ultimo periodo si mantiene costante, entro la fine dell’anno si potrebbe giungere a più di 500 ricoveri e oltre 7.000 bambini in attività diurna.

I numeri spaventano: si parla di un 28% in più di casi di anoressia nella fascia 12-14 anni, disturbo che ora affligge in maniera considerevole anche i maschi, e di un 25% in più di tentativi di suicidio e atti di autolesionismo. Inoltre, il prof. Stefano Vicari asserisce che si tratta di una problematica che interessa tutta l’Italia ed è trasversale in tutto il Paese.

Oltre al vertiginoso aumento dei casi, preoccupa anche il fatto che si stia abbassando sempre di più l’età in cui i disturbi si manifestano: se prima dello scoppio della pandemia l’età media di ricovero era di 15 anni, adesso è scesa intorno ai 13-14 anni, per cui non solo sono aumentati, ma sono anche sempre più piccoli coloro che ne soffrono.

Inoltre, di fronte a questa situazione emergenziale e all’alta domanda di interventi di cura, è emersa in maniera ancor più evidente la carenza che interessa i centri di neuropsichiatria infantile. La pandemia da Covid-19, infatti, ha messo in luce e accentuato una problematica già esistente riguardante la mancanza di servizi dedicati alla salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il prof. Stefano Vicari, denunciando questa condizione, ha dichiarato che nel nostro Paese l’offerta assistenziale per la psichiatria dell’età evolutiva, ad oggi, risulta fortemente ridotta ed insufficiente.

In tutta Italia, i posti letto dedicati dalla Sanità pubblica alla neuropsichiatria per soggetti di minore età, sono soltanto 92, per altro distribuiti in modo non uniforme sul territorio nazionale, ma concentrati soprattutto tra Milano e Roma. Vi sono addirittura regioni che sono completamente sprovviste di posti letto, come la Calabria, l’Umbria e, l’Abruzzo. A Roma, ad esempio, i posti letto attivi sono solo 16, una quota esigua, soprattutto se si considera che, dopo gli incidenti, il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 25 anni.

In media, i disturbi mentali interessano circa il 10% dei bambini e il 20% degli adolescenti; ora, chiaramente, questa percentuale sta subendo una notevole crescita, per cui la situazione non può più essere ignorata e i centri a disposizione in Italia non possono disporre di un numero così ridotto di posti.

Di fronte alla sostanziale carenza di servizi, allora, occorre intervenire al più presto, impiegando nuove risorse e potenziando i servizi territoriali e gli ospedalieri di neuropsichiatria dedicati all’infanzia e all’adolescenza nel nostro Paese, in modo da garantire il diritto alla salute a tutti i bambini e ragazzi: la salute mentale dei minori è un tema che merita attenzione ed è importante che i servizi siano in grado di occuparsi di tutti e non solo di pochi di loro.


[1] IRCCS Gaslini e Università di Genova, Impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia, giugno 2020, disponibile su: http://www.gaslini.org/wp-content/uploads/2020/06/Indagine-Irccs-Gaslini.pdf

[2] Gruppo di lavoro ISS Salute mentale ed emergenza COVID-19, Indicazioni ad interim per un appropriato sostegno della salute mentale nei minori di età durante la pandemia COVID-19, 31 maggio 2020, Rapporto ISS COVID-19 n. 43/2020, disponibile su: https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+ISS+COVID-19+43_2020.pdf/32ba5573-8107-647c-3434-f307dd7dcaee?t=1591875745289

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