Pubblicato il Quarto Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia. L’impatto del Covid-19 sulla salute mentale: “è arrivato il tempo della cura“

È stata pubblicata la quarta edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, curato dalla Fondazione Cesvi, con un focus specifico sul covid-19 e la salute mentale.

L’Indice analizza la vulnerabilità dei bambini al fenomeno del maltrattamento nelle singole regioni italiane, misurando i fattori di rischio presenti sul territorio e la capacità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare il fenomeno tramite i servizi offerti. Il risultato finale restituisce una classifica delle regioni italiane, calcolata sulla base di 64 indicatori statistici, rappresentativi sia dei fattori di rischio che dei servizi pubblici territoriali, classificati rispetto a sei diverse capacità: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare e di accesso a risorse e servizi. L’indice, pertanto, non rileva il numero di bambini maltrattati ma valuta e confronta le regioni nella loro capacità di fronteggiare questo problema sociale.

Il quadro finale emerso dai risultati dell’Indice di quest’anno fotografa l’immagine di un’Italia a due velocità, percorsa da forti differenze tra Nord e Sud, con una vera e propria emergenza nel Mezzogiorno, dove il rischio di maltrattamento è più alto e l’offerta di servizi sul territorio è generalmente carente o di basso livello. Se le otto regioni del Nord Italia si attestano tutte al di sopra della media nazionale, al Sud si riscontrano elevate criticità, tanto che le regioni meridionali sono collocate nelle posizioni più basse della classifica: all’ultimo posto si trova la Campania, preceduta da Sicilia, Calabria e Puglia. Viceversa, il primo posto quest’anno è occupato dal Trentino-Alto Adige, che si classifica come la regione con maggior capacità di fronteggiare il fenomeno del maltrattamento infantile; seguono Emilia-Romagna (che dopo tre anni perde il primato), Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Umbria.

Oltre all’aggiornamento annuale dell’Indice, l’edizione di quest’anno dedica anche un importante focus all’impatto che la pandemia ha prodotto sulla salute mentale dei giovani e dei loro genitori, grazie al contributo di testimoni privilegiati esperti dei servizi territoriali.

La pandemia, infatti, ha avuto pesanti ripercussioni anche sulla salute mentale, aumentando, di conseguenza, i fattori di rischio del maltrattamento infantile. A scontarne il prezzo più alto sono stati proprio bambini e adolescenti, i quali, a causa di un maggiore componente stressogena all’interno del proprio nucleo familiare, risultano maggiormente esposti al rischio di maltrattamento.

A distanza di più di un anno di pandemia, emerge ormai un’opinione condivisa sull’esistenza di uno specifico «trauma collettivo da Covid-19», che ha amplificato il disagio, soprattutto tra persone e famiglie con fragilità o traumi pregressi, rispetto ai quali il protrarsi della pandemia ha provocato un progressivo indebolimento della capacità di resilienza e resistenza psicologica. Quasi la metà degli italiani (il 43%), infatti, ha riportato un peggioramento della salute mentale a causa del Covid-19.

La convivenza forzata ha anche aumentato le situazioni di rischio. Nelle famiglie più fragili, si osserva un preoccupante aumento della conflittualità, della violenza contro le donne e di quella assistita e subita dai minori.

Nell’ultimo anno, poi, si registra un forte stress negativo che pesa sullo stato di salute mentale di genitori e bambini, derivante da fattori quali la paura di ammalarsi, la riduzione di contatti sociali, le preoccupazioni economiche e gli effetti legati all’insegnamento online. Tutto questo ha contribuito all’aumento dei casi di burnout genitoriale, situazione in cui risulta più probabile che bambini e bambine subiscano maltrattamento, pur in presenza di fattori protettivi come, ad esempio, un alto livello di reddito o di istruzione.

Tra le categorie più colpite dal trauma da Covid-19 vi sono certamente i minori. I dati a disposizione, infatti, riferiscono un aumento nelle richieste di aiuto psicologico per bambini e ragazzi ed un preoccupante incremento dei tentativi di suicidio, soprattutto durante la seconda ondata della pandemia: da ottobre 2020 ad oggi, i tentativi di autolesionismo e di suicidio da parte degli adolescenti risultano aumentati del 30%.

Da qui, si rende evidente l’urgenza di un intervento sul sistema dei servizi alla famiglia e ai minori. Lanciando un allarme in tal senso, Gloria Zavatta, Presidente di Fondazione Cesvi, ha dichiarato: «Le istituzioni devono agire subito. Dopo anni di mancati investimenti, il nostro Paese si è presentato chiaramente impreparato alla prova della pandemia. È dunque indispensabile un rafforzamento dei servizi territoriali per renderli all’altezza della sfida che ci attende. Il rischio di maltrattamento per i nostri bambini e le nostre bambine crescerà in modo esponenziale e con esso il bisogno di cure mentali». «È arrivato il tempo della cura e non possiamo più permetterci di essere indifferenti a questo tema» ha poi proseguito Zavatta, ricordando anche che si tratta di un fenomeno fortemente sottostimato, dove per ogni caso denunciato, altri nove restano sommersi.

Infine, l’Indice si conclude con alcune raccomandazioni finali. In particolare, di fronte al quadro allarmante emerso dalla ricerca, si richiama la necessità di adottare, quanto prima, un approccio multidimensionale di medio e lungo termine per le politiche di prevenzione e contrasto al maltrattamento, oltre a quelle di cura della salute mentale per evitare che il trauma da Covid-19 accresca il fenomeno. Tra le altre raccomandazioni, poi, si sottolinea l’importanza di: ristrutturare il sistema dei servizi di cura nell’ottica della resilienza; promuovere un nuovo sistema di governance territoriale; implementare un sistema informativo puntuale sul tema del maltrattamento all’infanzia.

In occasione dell’incontro di presentazione dei risultati dell’Indice, avvenuto online il 4 maggio, anche la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha sottolineato:«In questi mesi, bambini e adolescenti hanno vissuto su di sé ferite profondissime, che dobbiamo poter vedere e conoscere con chiarezza per averne cura. Questo ci porta a rimarcare la fondamentale importanza di rendere misurabili i fenomeni come primo, fondamentale passo per costruire strategie di medio e lungo periodo che siano efficaci nel prevenire e contrastare maltrattamenti e violenze. Sul fronte della raccolta dei dati è urgente cooperare a tutti livelli istituzionali: è proprio nella capacità di cooperare che ci sfida questo tempo, che è tanto più duro da affrontare per chi è più fragile, solo, indifeso».

L’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia è scaricabile qui.

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