Il 2020 è stato un anno particolarmente complesso anche per i minori stranieri non accompagnati, i quali si sono ritrovati ad affrontare questa emergenza da soli in un Paese straniero, senza conoscerne la lingua, le abitudini, le opportunità e i servizi, risentendo, allo stesso tempo, del clima di stress e disorientamento dettato dallo scenario della pandemia.
Specialmente in quest’ultimo periodo, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia si sono così ritrovati a dover fronteggiare nuove sfide e difficoltà per la prosecuzione del loro percorso di inserimento sociale, confrontandosi spesso con la sospensione di risposte essenziali ai loro bisogni primari.
A tal proposito, nei giorni scorsi è stato pubblicato il Rapporto 2020 dell’Helpline minori migranti di Save the Children, il quale raccoglie le principali criticità vissute dai minori e neomaggiorenni migranti in Italia durante quest’anno di pandemia, rilevate grazie al lavoro di ascolto portato avanti dall’Helpline Minori Migranti. Nel Rapporto viene anche presentata una panoramica, attraverso dati sia quantitativi sia qualitativi, dei beneficiari che si sono rivolti alla Helpline chiamando da diverse regioni di Italia per ricevere sostegno durante il periodo di emergenza sanitaria.
La Helpline è un numero verde multilingue di consulenza, istituito nel 2016 per garantire gratuitamente supporto, orientamento e ascolto ai minori migranti soli presenti sul territorio nazionale, offrendo loro alcuni servizi tra cui informative legali, mediazione linguistica culturale, supporto psicologico e attivazione del referral verso i servizi e le associazioni del territorio a seconda dei bisogni riscontrati.
In base a quanto emerso nel nuovo Report, tra i principali ostacoli e criticità affrontati dai minori stranieri soli nel corso del 2020 vi sono:
- L’interruzione di attività formative di istruzione e alfabetizzazione, che ne ha ostacolato i percorsi di integrazione, come tirocini formativi volti all’inserimento lavorativo
- La sospensione delle attività degli Uffici Immigrazione e delle Commissioni Territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato, che ha rallentato notevolmente l’accesso alle procedure di richiesta di asilo
- I mancati incontri con i tutori volontari, non considerati come congiunti benché fossero le persone più vicine ai minori stranieri soli, privandoli di una figura di riferimento fondamentale
- La sospensione delle procedure di ricongiungimento familiare e il blocco dei trasferimenti, che ha dilatato ulteriormente i tempi di attesa, già lunghi ed estenuanti, causando numerosi allontanamenti volontari dalle strutture di accoglienza.
Nell’arco del 2020, le persone supportate e assistite dalla Helpline Minori Migranti, attraverso le chiamate, sono state 1.115, tra cui ammontano a oltre 600 i minorenni stranieri (non accompagnati e accompagnati) che hanno chiesto aiuto.
Secondo quanto riportato nel Rapporto, i principali motivi per cui i minori si sono rivolti alla Helpline hanno riguardato: il 38% dei casi per attività di mediazione linguistica; il 22% per richiedere ausilio durante il percorso di assistenza, integrazione e inclusione, in particolare su collocamento, lavoro, trasferimento, salute, scuola, sport, formazione, tirocinio, proroga accoglienza; il 20% per ricevere consulenza e orientamento sulla procedura di ricongiungimento familiare; il 10% per manifestare difficoltà connesse alle condizioni di accoglienza presso le strutture (tra cui carenza di mediatori culturali, erogazione lacunosa dei beni e dei servizi di base, mancanza di servizi volti a favorire l’inclusione sociale, come corsi di lingua italiana o iscrizione a scuola); il 4% per chiedere sostegno nella soluzione di problemi legati al rilascio o alla conversione del permesso di soggiorno o alle procedure documentali e amministrative.
Per quanto riguarda le dimensioni del fenomeno, secondo i dati forniti dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31 dicembre 2020, i minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti e censiti in Italia erano 7.080 (con un aumento del 16,9% rispetto 2019 e un decremento del 34,4% rispetto al 2018 ), in netta prevalenza di genere maschile (pari al 96,4%). I principali Paesi di provenienza sono il Bangladesh (1.558) e la Tunisia (1.084), per i quali si è registrato un incremento significativo rispettivamente del 14% e del 10,7 % in confronto al 2019; a seguire l’Albania (972), l’Egitto (696) e il Pakistan (574).[1]
Sempre nello stesso periodo di riferimento, su un totale di 34.154 persone arrivate in Italia, i minori stranieri non accompagnati che hanno fatto ingresso sul territorio italiano, principalmente a seguito di sbarco erano 4.687, provenienti per lo più dalla Tunisia (31,7%), dal Bangladesh (22,5%) e dalla Somalia (6,2%).[2]
E’ possibile scaricare il Rapporto 2020 dell’Helpline minori migranti al seguente link: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/helpline-minori-migranti-report-2020
[1] Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, Report di monitoraggio. Dati al 31 dicembre 2020, disponibile al link: http://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Pagine/Dati-minori-stranieri-non-accompagnati.aspx
[2] Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Cruscotto Statistico Giornaliero al, disponibile al link: http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/cruscotto_statistico_giornaliero_31-12-2020_1.pdf
Rispondi