Tratta e sfruttamento minorile: nuovo rapporto di Save the Children “Piccoli Schiavi Invisibili 2021”. Nel mondo 1 vittima su 3 è minorenne, in Italia 1 su 20

È online il nuovo rapporto di Save the Children, intitolato “Piccoli Schiavi Invisibili. Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento“, che fotografa le condizioni di bambine, bambini, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, anche alla luce dell’impatto della pandemia che le rende ancora più vulnerabili.

Tratta e sfruttamento degli esseri umani, in particolare dei minori, rappresentano fenomeni che rimangono in larga misura sommersi.

Secondo i dati forniti dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), già prima della pandemia, precisamente nel periodo 2016-2018, a livello globale sono state 50.000 le vittime di tratta e sfruttamento accertate.

Altri preoccupanti dati riferiscono che tra i casi rilevati nel mondo, più di 1 vittima su 3 è minorenne (il 34%, in totale 16.217), con una prevalenza del genere femminile: nel periodo 2016-2018 sono state rilevate 9.127 bambine e ragazze e 7.090 bambini e ragazzi.

Negli ultimi quindici anni, la quota di bambini e adolescenti coinvolti in forme di sfruttamento è più che triplicata, passando da circa il 10% al 34% del totale delle vittime individuate. Inoltre, tale percentuale risulta ancora più elevata nelle regioni a basso reddito – in particolare Africa occidentale, Asia meridionale, America centrale e Caraibi – dove i minori rappresentano il 50% delle vittime, con picchi in Africa sub-sahariana dove la componente minorenne è maggioritaria.

In termini assoluti, tra le regioni del mondo, il numero più elevato di casi accertati con vittime minorenni è quello rilevato in Europa occidentale e meridionale, con un totale di 4.168 minori vittime, a maggioranza maschile (59%).

Riguardo alle forme di sfruttamento a livello globale, bambine e ragazze sono in prevalenza vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale (il 72%), mentre per i maschi la forma più diffusa è quella lavorativa (66%).

Osservando quanto riportato nel rapporto, si evidenzia che già prima della pandemia i dati tracciavano uno scenario allarmante. Certamente, il quadro delineato è destinato a peggiorare ulteriormente a causa del Covid-19 e delle sue devastanti conseguenze: nel 2020 142 milioni di bambini e adolescenti in più sono caduti in povertà e ben 10 milioni di minori potrebbero abbandonare la scuola, essendo così esposti al rischio di sfruttamento, abusi, matrimoni forzati o gravidanze precoci, soprattutto nei Paesi a basso reddito.

Secondo le stime, entro la fine del 2022, il solo sfruttamento lavorativo potrebbe travolgere altri 8,9 milioni di bambini e adolescenti, di cui più della metà sotto gli 11 anni.

Per quanto riguarda invece il contesto italiano, nel 2020 le vittime prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta erano 2.040, tra cui 716 nuovi casi emersi e presi in carico nel corso dell’anno. La componente maggioritaria è rappresentata da donne e ragazze (l’81,8%), mentre 1 vittima su 20 è minorenne (105 in totale).

In merito alla nazionalità, tra i paesi di provenienza delle vittime prevale la Nigeria (72,3%), seguita da Costa d’Avorio, Pakistan, Gambia e Marocco.

Infine, sul tema dello sfruttamento in ambito lavorativo, si segnala che nel 2020 sono stati intercettati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) 127 minorenni irregolarmente occupati, sia stranieri che italiani, con una leggera prevalenza femminile (57,7%). La netta maggioranza degli illeciti relativi al lavoro minorile riguardano il settore terziario (88%), seguono l’industria (4,7%), l’edilizia (3,9%) e l’agricoltura (2,4%). «Un dato – afferma Save the Children – che deve far riflettere sulla necessità di indagini mirate a far emergere un fenomeno ancora per lo più sommerso».

Il rapporto completo è disponibile sul sito di Save the Children al seguente link.

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