La condizione abitativa delle famiglie in Italia e il suo impatto sui minori

Durante l’emergenza da Covid-19, oltre ai divari digitali in termini di accesso alle tecnologie e alle connessioni veloci, uno dei fattori cruciali che ha condizionato in maniera significativa l’esperienza della didattica a distanza, e in generale della pandemia, è stata la qualità abitativa a disposizione delle famiglie; aspetto, peraltro, molto variabile sul territorio nazionale.

La condizione abitativa ha inciso fortemente sulla condizione di bambini e ragazzi, rappresentando un’altra criticità alla base delle disuguaglianze di opportunità di crescita e sviluppo per i minori. Tuttavia, occorre sottolineare che, anche al di là di questo periodo specifico, il disagio abitativo ha un impatto particolarmente negativo sulla vita quotidiana e sulle opportunità a disposizione di bambini e ragazzi.

A questo tema è dedicato un approfondimento elaborato di recente da Openpolis e Con i Bambini, il quale offre uno sguardo sulle criticità esistenti nella condizione abitativa, alla vigilia dell’emergenza Covid.

Secondo i dati Istat, in Italia, prima della pandemia (precisamente nel 2018), il 41,9% dei minori – pari a 4 su 10 – viveva in abitazioni sovraffollate. Dall’analisi dei dati si evince, inoltre, che tale condizione è più diffusa proprio tra i minori, i quali rappresentano una quota ben più elevata rispetto alla media nazionale del 27,8%.

A questo si deve aggiungere che la situazione di sovraffollamento abitativo, non di rado, è connessa anche a problemi strutturali dell’abitazione, come, ad esempio, poca luminosità, mancanza di servizi in casa, fino alla presenza di strutture danneggiate o umidità.

In base ai dati Istat, nel periodo antecedente all’emergenza pandemica, tra il 6 e il 7% dei minori affrontava un disagio abitativo di questo tipo.

Ampliando lo sguardo al resto dei Paesi europei, emerge che, nel 2019, il 6% dei minori in Ue si trovava in una situazione di grave deprivazione abitativa, ossia viveva in un’abitazione considerata sovraffollata che presentava almeno un problema abitativo, tra cui scarsa luminosità, carenze nei servizi igienici, tetto danneggiato (Dati Eurostat).

Tale dato varia fortemente a seconda dei Paesi europei: ad essere più esposti al fenomeno del disagio abitativo sono soprattutto i Paesi dell’est e del sud Ue. In particolare, la quota di minori in grave disagio abitativo supera il 10% in sei Stati orientali, ossia in: Romania, dove si attesta al 24,1%, Lettonia (18,4%), Ungheria (17,3%), Bulgaria (15,2%), Lituania (14,8%) e Polonia (10,1%). A seguire, il fenomeno incide in misura maggiore in Paesi mediterranei come la Grecia (8,6%), la Croazia (8,1%), il Portogallo (7,1%), la Slovenia (6,5%) e l’Italia (6,4%).

L’Italia, nel 2019, si collocava poco sopra la media europea, avendo anche registrato un miglioramento nell’arco del decennio scorso: nel 2011 il dato era pari al 12,2%, negli anni della crisi economica (2015) era aumentato fino a raggiungere il 14,5%, per poi riassestarsi gradualmente sulla quota attuale del 6,4%.

Tuttavia, sul territorio italiano la condizione abitativa mostra forti differenze interne.

In particolare, nel 2019, oltre una famiglia su 10 riportava strutture danneggiate nella propria abitazione in Campania (il 14,5%), Calabria (il 12,8%), Lazio (il 12%) e Sardegna (il 10,3%). Al contrario, le percentuali più limitate si attestavano in regioni centro-settentrionali quali il Piemonte (4,8%), le Marche (5,7%), la Lombardia (6%) e il Friuli-Venezia Giulia (6,1%).

Per quanto riguarda i problemi di umidità, invece, questi sono stati segnalati soprattutto in Abruzzo (17,6% delle famiglie residenti), Sardegna (16,5%), Liguria (12,9%) e Campania (11,8%); con percentuali più contenute, anche in questo caso, in Piemonte (6,8%) e Lombardia (8%).

I dati evidenziati, uniti all’indice di affollamento calcolato da Istat, confermano come tale aspetto risulti problematico soprattutto nel Mezzogiorno. Secondo quanto riportato da Istat, infatti, il numero di componenti per metro quadro risulta più elevato, oltre che nelle periferie delle aree metropolitane, proprio nel sud e nelle isole: ad esempio è superiore alla media nazionale in Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia.

Tuttavia, bisogna precisare che anche nell’area centro-nord il problema non è assente: Lombardia, Toscana e Lazio, seppur in linea con la media nazionale, si trovano sopra la media della propria area territoriale.

Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al seguente link: “L’impatto del disagio abitativo sulle famiglie al sud e non solo

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