L’intervento dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti alla VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze: rimettere al centro le persone. Allarmante l’abbassamento dell’età dei consumatori e il ricorso a sostanze stupefacenti come strumento anestetico

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti è intervenuta alla VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze dal titolo “Oltre le fragilità”, tenutasi a Genova nel weekend del 27 e 28 novembre 2021, affermando quanto sia importante, di fronte al tema delle dipendenze, non perdere mai di vista la persona. Ha così ribadito che è necessario porre l’attenzione innanzitutto sulla persona e sul fatto che, in un rilevante numero di casi, si tratti proprio di un minorenne.

Nel corso del suo intervento, Garlatti ha evidenziato che in questi anni c’è stato un cambio di passo che non va trascurato: “una volta i ragazzi ricorrevano alle sostanze stupefacenti per ribellione, come atto di trasgressione. Adesso no, adesso si rivolgono alle sostanze stupefacenti come anestetico, come strumento per sopperire a quel divario tra la realtà virtuale e la realtà di quel disagio profondo che vivono” ha spiegato la Garante. “Questa lotta, questa necessità di dover emergere non sempre viene retta e la frustrazione può essere combattuta in molti modi, uno purtroppo è questo”.

Oggi, pertanto, le motivazioni che spingono i giovani al consumo di sostanze psicoattive sono cambiate e l’uso di queste sostanze è ora riconducibile ad una funzione anestetica, con cui si cerca di mettere a tacere la distanza tra le risposte che offre il mondo reale e il disagio che provano i giovani. E’ questo l’allarme lanciato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nel corso della Conferenza.

A destare forte preoccupazione anche il quadro che emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2021, pubblicata dal Dipartimento per le Politiche Antidroga, con dati relativi al 2020, la quale mostra un allarmante abbassamento dell’età di chi ricorre a sostanze stupefacenti. Secondo i dati contenuti nella Relazione, si rileva che nell’arco del 2020, il 19% dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni ha provato almeno una volta delle sostanze psicoattive illegali. “E questo non è che con il lockdown sia cambiato, – ha commentato Garlatti – il mercato si è diversamente organizzato, si è ricorsi al dark web e alla vendita online”.

Inoltre, è opportuno ricordare che nella cornice normativa offerta dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, uno dei diritti fondamentali in essa sanciti è proprio il diritto alla salute (art. 24), declinato secondo l’accezione dell’OMS e, quindi, non soltanto come assenza di patologie, bensì come stato di completo benessere della persona.

La Garante ha poi sottolineato che la Strategia dell’UE in materia di droga per il periodo 2021-2025 invita gli Stati a promuovere azioni di prevenzione e di lotta contro l’uso delle sostanze stupefacenti, che possano raggiungere la popolazione giovanile sfruttando appieno i canali più comuni utilizzati dai giovani, ossia i canali social. Seguendo tali indicazioni e con l’intento di dar seguito a quanto previsto dalla Strategia dell’UE 2021-2025, l’Autorità garante ha quindi lanciato una campagna di sensibilizzazione e prevenzione sui social con lo slogan “Io dipendo solo da me”, ideata dalla Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia.

In seguito, la Garante, sulla base di quanto riscontrato nei momenti di confronto e di dibattito organizzati, ha voluto richiamare l’attenzione sul fatto che tra i giovani vi sia una totale disinformazione in merito alle conseguenze non soltanto legali, giuridiche e amministrative, ma anche sul piano della salute riguardo al consumo di sostanze psicoattive.

A tal proposito, ha così ricordato che il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia, con il Commento generale n. 14, ha dichiarato l’obbligo, in capo agli Stati parti, di assicurare che gli adolescenti, sia all’interno che al di fuori dalla scuola, abbiano accesso ad informazioni adeguate, essenziali per la loro salute e il loro sviluppo, al fine di consentire loro di fare scelte comportamentali sanitarie adeguate.

Infine, sul piano degli interventi da proporre per affrontare il problema, Carla Garlatti, in una nota successiva, ha dichiarato che, come istituzioni, occorre attivare spazi di ascolto, accompagnamento e consulenza, promuovere sani stili di vita a partire proprio dall’infanzia; così come è necessario potenziare le politiche di sostegno alle famiglie in difficoltà, poiché i genitori si trovano troppo spesso soli ad affrontare il dramma di un figlio tossicodipendente. Secondo quanto espresso dalla Garante, “proprio la famiglia, se ben motivata e supportata, può essere infatti di grande aiuto nella riabilitazione e nel reinserimento. Occorre far tornare a comunicare tra loro padri, madri e figli con il supporto dei servizi pubblici per le dipendenze, perché si possa realizzare l’interesse – superiore – del minore alla salute, al benessere e a un armonico sviluppo”.

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