Ogni anno, il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, proclamata nel 1992 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione n. 47/3.
Questa ricorrenza mira ad aumentare la consapevolezza e la comprensione della situazione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita politica, sociale, economica e culturale e a promuovere l’impegno per garantire i loro diritti e il loro benessere.
Obiettivo di questa Giornata è, quindi, quello di favorire una più ampia sensibilizzazione sui temi della disabilità, al fine di contribuire al superamento di ogni forma di esclusione e discriminazione, abbattere le diverse barriere e sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita.
Il tema scelto per la giornata 2021 è “leadership e partecipazione delle persone con disabilità verso un mondo post-COVID-19 inclusivo, accessibile e sostenibile”.
L’inclusione della disabilità rappresenta una condizione essenziale per sostenere i diritti umani e lo sviluppo sostenibile ed è anche centrale per l’indicazione contenuta nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile di “non lasciare nessuno indietro”.
L’impegno a garantire i diritti di tutte le persone, i bambini e le bambine con disabilità non è solo una questione di giustizia e equità; si tratta di un investimento in un futuro comune.
Tra i progressi raggiunti nell’ottica di un rafforzamento del quadro normativo internazionale per la realizzazione dei loro diritti, si segnala la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), adottata dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 2006, firmata e ratificata dall’Italia nel 2009: uno strumento di riferimento essenziale per la promozione dei diritti umani di tutte le persone con disabilità, nel quale si ribadisce il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società.
Come si legge all’art. 1, fine ultimo della Convenzione è, infatti, quello di: “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”.
Nel mondo, sono oltre un miliardo le persone con disabilità, pari a circa il 15% della popolazione mondiale, e l’80% di essi vive nei Paesi in via di sviluppo. Si tratta di persone che, nel corso della propria vita, si trovano a dover affrontare discriminazioni e ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale.
Al contrario, è essenziale ribadire che le persone con disabilità hanno il diritto di partecipare pienamente alla vita della società, godendo delle stesse condizioni degli altri cittadini.
A tal proposito, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti in occasione della Giornata mondiale per le persone con disabilità, ha lanciato un importante appello, dichiarando che: “ai minorenni con disabilità deve essere garantito il rispetto della dignità, vanno favorite autonomia, socializzazione e inclusione – anche attraverso il gioco – e va agevolata la loro partecipazione attiva alla vita della comunità”. Rivolgendosi, poi, alle istituzioni ha rinnovato il suo invito “ad ascoltare tutti i minorenni e a permettere loro di partecipare ai processi decisionali che li riguardano attraverso processi aperti e inclusivi, agevolando una partecipazione a parità di condizioni con i loro coetanei”.
Carla Garlatti ha, inoltre, sottolineato che se la pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto significativo nella vita di ognuno, a risentirne in misura maggiore sono stati i bambini e i ragazzi, soprattutto quelli più vulnerabili, tra cui quelli con disabilità. Ha poi proseguito spiegando che per questi ultimi “il ricorso alla didattica a distanza, l’impossibilità di accedere a servizi dedicati e l’assenza di relazioni hanno rappresentato una grave limitazione del diritto a crescere nel rispetto delle loro specifiche capacità evolutive e della loro identità”.
È evidente, infatti, che la crisi globale scaturita a seguito del Covid-19 ha amplificato le disuguaglianze preesistenti, espandendo la portata dell’esclusione e mettendo in evidenza l’importanza prioritaria di lavorare sull’inclusione della disabilità. Le persone con disabilità sono state duramente colpite dalla pandemia di Covid-19, dall’isolamento e dalla conseguente diminuzione dei servizi.
Sul fronte dell’istruzione, secondo i dati contenuti nel Report ISTAT “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Anno scolastico 2019/2020”, si conferma che il numero di alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane è progressivamente aumentato negli anni.
Nell’anno scolastico 2019/2020 gli alunni con disabilità nelle scuole italiane sono quasi 300 mila, pari al 3,5% del totale degli iscritti, oltre 13 mila in più rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, come emerge dal Rapporto ISTAT, l’attivazione della didattica a distanza ha reso più complesso il percorso di inclusione di questi bambini e ragazzi. La presenza in aula, le relazioni con i propri compagni, il sostegno di figure competenti opportunamente formate, la presenza e la fruibilità di tecnologie adeguate, l’accessibilità dello spazio, giocano un ruolo fondamentale nel favorire la partecipazione degli alunni con disabilità a una didattica inclusiva. Con la didattica a distanza, i livelli di partecipazione degli alunni con disabilità si sono notevolmente ridotti: tra aprile e giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità (circa 70 mila) non ha partecipato alle lezioni, una percentuale che nelle regioni del Mezzogiorno arriva a toccare il 29%.
Tra i motivi più frequenti che hanno reso difficile la partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza si segnalano soprattutto la gravità della patologia (nel 27% dei casi), la difficoltà dei familiari a collaborare (20%) e il disagio socio-economico della famiglia (17%). Per una quota più ridotta di alunni si riscontra anche: la difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (PEI) alla didattica a distanza (6%), la mancanza di strumenti tecnologici (6%) e la mancanza di ausili didattici specifici (3%).
Nel Rapporto ISTAT si rileva che anche il numero di insegnanti per il sostegno è in crescita, con un rapporto alunno-insegnante a livello nazionale pari a 1,7 alunni ogni insegnante per il sostegno: un dato migliore rispetto a quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un valore pari 2. Tuttavia, il numero di insegnanti specializzati risulta ancora insufficiente: nel 37% dei casi i docenti per il sostegno selezionati non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità.
Infine, un altro tema centrale, ancora di grande attualità, è quello relativo alle barriere architettoniche.
Ad oggi, le persone con disabilità continuano a scontrarsi con barriere culturali, sociali e ambientali, la cui eliminazione è indispensabile per il loro benessere e l’affermazione della loro dignità.
Molti luoghi, ancora oggi, risultano irraggiungibili per le persone con disabilità, che vedono così compressi i loro diritti. Ad esempio, la stessa scuola per molti alunni portatori di disabilità rappresenta un posto non accessibile e pieno di ostacoli. Nelle scuole italiane, infatti, esistono ancora troppe barriere architettoniche.
Basti pensare che ad oggi, secondo i dati ISTAT, l’accessibilità per gli alunni con disabilità motoria risulta piuttosto limitata ed è garantita soltanto nel 32% delle scuole: una situazione che appare migliore nel Nord del Paese dove si registrano valori superiori alla media nazionale (con il 36% delle scuole a norma) e, al contrario, peggiora nel Mezzogiorno dove si raggiungono i livelli più bassi (27%).
Ma ancora più critica risulta la disponibilità di ausili per gli alunni con disabilità sensoriale: in Italia appena il 2% delle scuole dispone di tutti gli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento all’interno del plesso.
Di conseguenza, si evidenzia che le scuole sono tutt’oggi inaccessibili agli studenti con disabilità motoria in 2 istituti su 3 e a quelli con disabilità sensoriali nel 98% dei casi.
Tuttavia, nonostante si rilevi ancora un grave ritardo nei livelli di accessibilità, solo il 12% delle scuole ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico 2019/2020, lavori finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche.
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