La maggioranza dei giovani (il 51,5%) non conosce l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e ritiene allo stesso tempo che l’informazione non ne parli abbastanza.
Il dato proviene da un’indagine condotta dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma insieme all’Unione Cattolica della Stampa Italiana (UCSI), i cui risultati sono raccolti nel volume “Pensare il futuro. I 17 obiettivi dell’Agenda visti dai giovani e raccontati dai giornalisti”, a cura di Maria Paola Piccini e Paola Springhetti.
Obiettivo fondamentale dello studio era rilevare l’opinione pubblica, soprattutto giovanile, e il livello di consapevolezza in merito agli obiettivi dell’Agenda 2030. A questo scopo, dal 12 maggio al 9 giugno 2021 è stato somministrato un breve questionario online a giovani di età compresa tra i 18 e i 32 anni. Tuttavia, occorre sottolineare che il campione raggiunto è un campione di convenienza, per cui i risultati ottenuti non sono in alcun modo generalizzabili all’intera popolazione target dello studio.
Uno dei primi temi esplorati all’interno della ricerca riguarda le abitudini e le preferenze degli intervistati rispetto all’informazione. Dai risultati della ricerca, emerge che i 451 giovani che hanno deciso di partecipare allo studio per informarsi usano prevalentemente i social network, seguiti dai telegiornali e dal web, in quanto ritenuti più accessibili e aggiornati in tempo reale; anche se dichiarano di considerare più affidabili altri strumenti quali: la stampa quotidiana e periodica cartacea, le tv all news e i giornali radio.
Per quanto riguarda invece le fonti di informazione, si evidenzia che i giovani attribuiscono maggior fiducia, nell’ordine, a: ricerche scientifiche e scienziati, libri e docenti, siti specializzati, stampa quotidiana cartacea, telegiornali e parenti. Al contrario, si fidano meno di social network, blog/forum online, e ultimi politici e partiti, nonché influencer.
Secondo i giovani intervistati, il concetto di “sostenibilità” è connesso innanzitutto con le tematiche ambientali, in secondo luogo con tematiche di tipo economico e, infine, con questioni più spiccatamente sociali, quali l’equità, la giustizia e la lotta alle disuguaglianze.
I temi dell’Agenda 2030 che li interessano maggiormente sono anche quelli che li toccano più da vicino: Istruzione di qualità (citata dal 49,2% dei rispondenti), seguita da Salute e benessere (36,6%), Parità di genere (29,4%) e Lotta alla Povertà (29,1%).
Tuttavia, secondo loro, i temi su cui si concentrano le maggiori preoccupazioni della gente sono: Lavoro dignitoso e crescita economica (61,5%), Salute e benessere (52,7%) e, seppure con grande distacco, Parità di genere (29,1%), Lotta alla povertà (28,4%) e Cambiamento climatico (26,4%).
L’obiettivo ritenuto prioritario dal punto di vista dell’intervento politico ed economico è quello dell’Istruzione di qualità (45,2%), seguito dalla Lotta alla povertà (42,6%), dalla Salute e benessere (34%), dal Lavoro dignitoso e crescita economica (29,4%) e dalla Lotta contro il cambiamento climatico (27,7%).
Secondo i giovani, la responsabilità dei problemi che rendono oggi insostenibile lo sviluppo è imputabile soprattutto al comportamento delle persone (8.97 punti su 10) ma quasi altrettanto alla politica (8,89 su 10), seguono poi le multinazionali (8,71), le guerre (8.57), la criminalità organizzata e l’economia (a pari merito con l’8,52).
Emerge, pertanto, che nella percezione dei giovani, impegno personale e scelte politiche chiare sono due aspetti complementari, che appaiono ugualmente necessari per la risoluzione dei problemi globali.
Di conseguenza, i giovani si dichiarano disponibili a fare scelte personali di impegno quotidiano, mettendosi in gioco in prima persona e modificando il proprio stile di vita per adottare comportamenti sostenibili. In particolare, tra i comportamenti quotidiani da adottare vengono citati soprattutto: praticare correttamente la raccolta differenziata (9,09 su 10), evitare l’uso della plastica (8,89), se possibile muoversi in bicicletta (8.45), mangiare prodotti locali (8,44), utilizzate l’automobile il meno possibile e condividerla (8,39).
Infine, l’indagine mostra che i giovani avvertono una forte preoccupazione per il loro futuro: la stragrande maggioranza di coloro che hanno risposto al questionario (ben il 92%) riferisce di sentirsi “abbastanza” (il 56,4%) o “molto” preoccupato (il 35,6).
In particolare, affermano di essere abbastanza preoccupati per la possibilità di trovare o mantenere lavoro in futuro il 38,1% e molto preoccupati il 42,1% dei rispondenti.
Tra le preoccupazioni che affliggono poi i giovani, vi sono soprattutto: l’inquinamento ambientale (53%); la violenza/delinquenza presente nella società – come ad esempio bullismo, mafia, criminalità, terrorismo – (43,8%); la crisi economica mondiale (43,2%).
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