Online il VI Rapporto di Antigone sulla giustizia minorile in Italia: ricorso alla detenzione sempre più marginale, in calo le presenze in Ipm e i reati commessi dai minorenni

Il ricorso alla detenzione all’interno del sistema penale minorile è sempre più esiguo e le presenze negli istituti penali per minorenni (IPM) sono notevolmente calate.

Secondo i dati aggiornati al 15 gennaio 2022, a fronte di un totale di 13.611 ragazzi complessivamente in carico ai servizi della giustizia minorile, sono solo 316 i minorenni e giovani adulti detenuti nelle carceri minorili italiane (di cui 140 stranieri e 8 ragazze), distribuiti nei 17 istituti a loro dedicati. Si tratta del numero più basso mai registrato dal 2007.

Al 15 gennaio 2020, ossia subito prima dello scoppio in Italia dell’emergenza sanitaria da Covid-19, i ragazzi negli istituti penali per minorenni erano 375, il 19% in più delle presenze attuali.

Le cifre rilevate mostrano, pertanto, un calo del numero dei ragazzi negli istituti penali minorili, confermando il ruolo sempre più residuale della detenzione.

Questi sono alcuni dei dati più significativi emersi dal VI Rapporto sulla giustizia minorile in Italia intitolato Keep it trill” e pubblicato dall’associazione Antigone.

«Il sistema della giustizia penale minorile – spiega Antigone – riesce a residualizzare la detenzione, trovando per i ragazzi risposte alternative: in carcere si va poco e spesso per periodi brevi. Proprio per questo tuttavia, essendo contenitori dei casi più difficili (spesso valutati non solo in base alla gravità del reato bensì anche alla debolezza sociale del ragazzo, che rende più difficoltoso trovare percorsi alternativi), le carceri minorili hanno bisogno della massima attenzione».

Secondo i dati raccolti da Antigone, i reati a carico dei ragazzi entrati in un istituto penale per minorenni riguardano, nel 54% dei casi, delitti contro il patrimonio, una percentuale che sale al 60% per gli stranieri e addirittura al 73% per le ragazze. Seguono, tra i reati commessi, quelli contro la persona, all’origine del 20% degli ingressi, percentuale che scende al 18% per gli stranieri e all’8% per le donne.

Inoltre, negli ultimi cinque anni anche i reati commessi dai minorenni hanno subito un’importante riduzione: considerando il numero totale dei minorenni arrestati o fermati dalle forze di polizia, si passa infatti dalle 34.366 segnalazioni del 2016 alle 26.271 del 2020, con una diminuzione del 24%.

Un trend, quindi, non dovuto unicamente alla pandemia, dal momento che il calo era già riscontrabile nel 2019 quando si contavano 29.544 segnalazioni, con una diminuzione del 15% rispetto al 2016.

Sempre nel quinquennio 2016-2020, risultano sensibilmente diminuiti gli omicidi volontari consumati da minorenni, calati del 66%: erano stati 33 nel 2016 e sono scesi a 11 nel 2020.

Tra i pochi reati in aumento, invece, vi sono le segnalazioni per i reati di pedopornografia online, triplicate nel corso del 2020.

Nel sistema della giustizia minorile, un ruolo importante è rappresentato poi dalle comunità. A fronte dei 17 istituti penali per minorenni presenti sul territorio nazionale, in tutta Italia ammontano a ben 637 le comunità residenziali disponibili all’accoglienza di minori o giovani adulti sottoposti a provvedimenti penali, di cui solo tre gestite direttamente dal ministero della Giustizia; nel 2021 hanno ospitato 1.544 ragazzi, accompagnandoli nel percorso di reinserimento sociale.

Altri dati presenti nel Rapporto evidenziano che è in aumento la messa alla prova. Alla fine del 2021, il 20,2% dei giovani presi in carico dai servizi dell’Ussm (Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni) si trovava in messa alla prova. L’istituto della messa alla prova ha visto negli anni un significativo incremento del suo utilizzo: le concessioni di tale misura, tra il 1992 e il 2020, sono aumentate del 286,2%, passando da 788 a 3.043.

Infine, il Rapporto contiene una serie di proposte lanciate da Antigone, tra cui si richiede la creazione di un regolamento penitenziario ad hoc per le carceri minorili, capace di guardare alle peculiari esigenze dei ragazzi e anche di un codice penale specifico per i minorenni, con una diversa elencazione di reati e un ben più vario pluralismo sanzionatorio; ad oggi, peraltro, ancora assente in tutta Europa.

Anche alla luce del numero esiguo di minorenni presenti nelle carceri italiane, tra le proposte avanzate da Antigone nel Rapporto, vi è poi quella di compiere un ulteriore passo avanti verso la residualizzazione del carcere, escludendo del tutto i minori di una certa età, seppure imputabili, indipendentemente dal reato compiuto ed effettuando una revisione del sistema degli aggravamenti, che prevede l’invio negli istituti penali – per un periodo di tempo non superiore a un mese – in caso di violazioni delle regole di una comunità.

Il VI Rapporto sulla giustizia minorile in Italia dell’associazione Antigone è disponibile online sul sito ragazzidentro.it.

Rispondi

Up ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: