È online il 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (12° Rapporto CRC), pubblicato dal Gruppo CRC il 7 luglio scorso, a quasi due anni di distanza dal precedente.
Il Rapporto, alla cui stesura hanno contribuito 156 operatori delle oltre 100 associazioni che fanno parte del Gruppo CRC, traccia una fotografia aggiornata e puntuale rispetto a tutti i contesti in cui si declina e si determina il benessere delle persone di minore età, mettendo in evidenza criticità e punti di forza della condizione dei bambini e dei ragazzi nel nostro Paese.
In questi ultimi due anni, sono intervenuti eventi che hanno generato scenari inediti e nuove difficoltà: la pandemia da COVID-19 prima ed il conflitto in Ucraina poi, hanno avuto ed avranno un forte impatto sulle generazioni presenti e future.
Famiglie, Scuola, Servizi stanno vivendo un affaticamento che mette in risalto la necessità di un supporto e di un investimento ormai non più procrastinabile.
Povertà minorile, denatalità e cambiamenti climatici sono fenomeni che il Gruppo CRC continua a monitorare con crescente preoccupazione alla luce dei dati disponibili che mostrano come le misure sinora adottate non siano sufficienti e non abbiano generato l’impatto sperato.
In particolare, nelle prime pagine del Rapporto, si sottolinea che stiamo assistendo, ormai da decenni, al declino demografico della popolazione italiana: i nati nel 2021 sono stati appena 399.431, in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2020 e quasi del 31% a confronto con il 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite. Tutte le regioni, ad eccezione del Trentino-Alto-Adige, registrano tassi negativi di crescita e i minorenni rappresentano appena il 15% della popolazione residente in Italia. Risulta, pertanto, necessario un intervento diffuso che conduca e sia espressione di un deciso cambio di mentalità di tutte le articolazioni della società per favorire la ripresa demografica nel Paese.
Rispetto al tema dell’ambiente, nel Rapporto si evidenzia che in Italia il primo fattore di rischio ambientale è rappresentato dall’inquinamento atmosferico, altamente nocivo per la salute dei più piccoli: l’81.9% della popolazione italiana vive in zone con inquinamento superiore ai valori tollerabili, con picchi che raggiungono anche il 100% in alcune regioni. Una seconda criticità riguarda poi la scarsità di spazi verdi cittadini usufruibili dai ragazzi, essenziali per lo sviluppo psicofisico. Restano inoltre cruciali i rischi legati al cambiamento climatico in atto: il nostro Paese è classificato complessivamente in una fascia di rischio medio e in quella ad alto rischio considerando i fattori di esposizione agli shock climatici e ambientali. Per contrastare questa tendenza e mitigare i rischi, a livello locale, diviene allora fondamentale aumentare gli spazi alberati urbani; così come occorre ridisegnare le città, creando quartieri privi di traffico e incentivando la ciclopedonalità, e allo stesso tempo potenziare l’educazione ambientale anche nelle scuole.
La povertà minorile rimane poi un’importante sfida da affrontare, soprattutto alla luce dei valori allarmanti registrati negli ultimi anni. Nello specifico, secondo i dati pubblicati da ISTAT relativi all’anno 2021, complice lo scenario pandemico e le relative conseguenze sul piano sociale, i minorenni in povertà assoluta hanno raggiunto la cifra record di 1.382.000, pari al 14,2%. Il costante peggioramento delle condizioni di povertà per i minorenni nel nostro Paese, con un incremento di 10 punti percentuali in poco più di 10 anni, sottolinea così i limiti del quadro di misure e interventi che si sono susseguiti. A fronte di questo, si raccomanda un reale intervento organico e strutturale di contrasto alla povertà minorile che ne consideri la multidimensionalità e operi con una strategia multilivello, in grado di affiancare ai meri trasferimenti monetari, servizi e accompagnamento individualizzato, nella tutela del superiore interesse del minore.
Infine, una forte criticità evidenziata all’interno del 12° Rapporto CRC e rilevata in quasi tutti i contesti analizzati riguarda, ancora, il tema della raccolta dati. A tal proposito, occorre che le istituzioni prendano in carico il problema, partendo dal rendere operativi gli strumenti di raccolta già previsti.
Tuttavia, insieme alle molteplici criticità focalizzate, nel Rapporto si ribadisce anche che ci troviamo di fronte ad un periodo di grandi opportunità, poiché finalmente l’infanzia e l’adolescenza sono entrate con maggior attenzione nell’agenda politica; tanto che oggi nel dibattito pubblico si parla in maniera più strutturata di accoglienza nelle emergenze, di servizi educativi per la prima infanzia, di scuola, di salute mentale, di disabilità e benessere dei più giovani.
Il Gruppo CRC all’interno della pubblicazione sostiene che «ci sono quindi tutti i presupposti affinché questo momento storico, che ha messo a nudo le fragilità dei sistemi di promozione e protezione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, soprattutto per i bambini più vulnerabili, sia colto come un’occasione per ripensare le politiche dell’infanzia e dell’adolescenza, mettendo a sistema e garantendo una governance efficace rispetto alle priorità identificate nei recenti Piani adottati e le risorse rese disponibili a livello europeo e nazionale».
Per ulteriori informazioni si rimanda alla notizia dedicata sul sito del Gruppo CRC. Il 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia è scaricabile nella sezione “Pubblicazioni”, al seguente link.
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