10 ottobre – Giornata Mondiale della Salute Mentale. “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale” è il tema del 2022

Il 10 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day). Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tale ricorrenza rappresenta un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.

Il tema scelto per l’edizione del 2022 è “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale” (Make Mental Health & Well-Being for All a Global Priority); un’esigenza resa ancora più urgente a fronte del consistente aumento delle problematiche di salute mentale osservato a seguito della pandemia soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione.

Come ampiamente denunciato dagli esperti e dai professionisti del settore, l’emergenza pandemia da Covid-19 ha, infatti, generato un impatto critico sul benessere psicologico e sulla salute mentale di molti bambini e adolescenti. In particolare, con la pandemia si è assistito a un preoccupante e drastico aumento dei disturbi mentali da parte dei più giovani e a un netto incremento delle richieste di aiuto.

I sintomi di depressione e ansia tra gli adolescenti sono raddoppiati rispetto alle stime pre-pandemiche: un adolescente su 4 sperimenta sintomi depressivi e uno su 5 manifesta i segni di un disturbo d’ansia.

A confermare le difficoltà psicologiche affrontate dai più giovani nell’attuale periodo storico anche il rapporto dell’Istat dal titolo “Bes 2021: il benessere equo e sostenibile in Italia”.

Secondo quanto riportato nel report, negli anni della pandemia si osserva un incremento della quota di ragazzi tra i 14 e i 24 anni insoddisfatti della propria vita, cui si accompagna anche una crescente proporzione di ragazzi che presentano cattive condizioni di salute mentale: la percentuale di adolescenti in cattive condizioni di salute mentale passa, infatti, dal 13,8% nel 2019 al 20,9% nel 2021.

Si legge all’interno del report: «se gli adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale erano nel 2019 il 3,2% del totale, nel 2021 tale percentuale raddoppia (6,2%), con circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, con una condizione di scarso benessere psicologico, a indicare una accentuazione della situazione psicologica precaria».

Poco rassicuranti anche i risultati emersi dalla recente indagine sociologica nazionale intitolata “Adolescenza, tra speranze e timori”, realizzata da Laboratorio Adolescenza insieme a ISTITUTO IARD. L’indagine, condotta tra marzo e maggio 2022 su un campione nazionale rappresentativo di 5.721 studenti nella fascia d’età compresa tra i 13 e i 19 anni, analizza da un punto di vista sociologico l’impatto emotivo della pandemia sullo stile di vita dei giovani.

Dall’indagine emerge che la maggior parte degli adolescenti si sente frequentemente triste, senza una specifica ragione e soffre di sbalzi d’umore. Oltre il 40% dei giovani ha poi affermato di sentirsi – spesso o qualche volta – agitato, particolarmente ansioso o impaurito al punto tale da avere la percezione di non riuscire a respirare. Nel complesso, i disagi sono riscontrati maggiormente dalle ragazze, con una percentuale che supera l’80%.

È importante poi sottolineare che il 57% degli intervistati ha riscontrato un aumentato delle situazioni descritte nel periodo della pandemia.

Inoltre, i risultati dell’indagine mostrano che gli adolescenti non sono estranei a situazioni conclamate di disagio: quasi il 40% dei giovani ha dichiarato di conoscere un coetaneo che pratica l’autolesionismo, più diffuso tra le ragazze.

L’indagine ha anche permesso di fotografare la percezione dei giovani nei confronti dei problemi psicologici e/o psichici. Rispetto a questo elemento si evidenzia un dato positivo: la maggioranza (il 58%) ritiene che sia importante ricorrere all’aiuto di uno specialista.

Pandemia (88%), liti familiari (87%) e scuola (84%) sono tra le cause principali del malessere psicologico identificate dai giovani.

«Gli esiti dell’indagine – afferma il Dottor Maurizio Tucci, Presidente Laboratorio Adolescenza – ci consegnano un quadro certamente non confortante, con un aumento, rispetto al passato, dei disagi come ansia e tristezza tra gli adolescenti e una frequenza che va ben oltre l’endemica e naturale presenza di questi fenomeni in un’età comunque complessa. Seppure sia ipotizzabile che nella maggioranza dei casi queste forme di disagio siano destinate a rientrare senza importanti conseguenze, è comunque opportuno non minimizzare a priori queste manifestazioni, derubricandole a caratteristiche dell’età. Genitori, pediatri e insegnanti dovrebbero essere attente sentinelle per cogliere prima possibile eventuali segnali di disagio, con la consapevolezza che gli adolescenti sono spesso bravissimi a dissimularli, ed indirizzare la giovane o il giovane da uno specialista».

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