L’11 febbraio si celebra la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 2015. Scopo della giornata è favorire la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, promuovendo anche in questo campo la parità di genere.
Tale ricorrenza rientra a pieno titolo tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, per affrontare le grandi sfide globali. in particolare, l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 5 mira proprio a «Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze».
Tuttavia, ancora oggi si evidenzia il persistere di un significativo divario di genere a tutti i livelli delle cosiddette discipline STEM – acronimo inglese di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica – per cui le ragazze sono ampiamente sottorappresentate nei percorsi di studio scientifici. Donne e ragazze continuano così ad essere escluse dalla partecipazione a pieno titolo alla scienza: una tendenza generalmente riscontrabile in tutto il contesto globale.
Per comprendere meglio il gap esistente tra uomini e donne nel campo scientifico, può essere utile richiamare qualche dato: secondo recenti stime dell’ONU, a livello internazionale, le donne e le ragazze costituiscono solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 40% di quelli laureati in informatica e computer science; inoltre tra i ricercatori, la percentuale di donne è stimata intorno al 33,3%.
«Ancora in troppi posti nel mondo il diritto all’istruzione di donne o ragazze viene limitato o completamente negato. Mentre le donne cercano di progredire nelle carriere scientifiche, disuguaglianze e discriminazioni continuano ad ostacolare il loro potenziale. Le donne costituiscono meno di un terzo della forza lavoro in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico, ancora meno in campi all’avanguardia. Soltanto un professionista su cinque che si occupi di intelligenza artificiale è donna» ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo Messaggio diffuso in occasione della Giornata Internazionale delle donne e ragazze nella scienza. «Noi dobbiamo, e possiamo, fare di più per promuovere donne e giovani scienziate», ha poi proseguito, chiosando «In particolar modo affermando i diritti delle donne e abbattendo stereotipi, pregiudizi e barriere di ogni genere».
Anche in Italia, il divario di genere nelle materie STEM è ancora fortemente presente. Basti considerare che, nonostante le donne si laureino molto più degli uomini, la quota di laureate in ingegneria e scienze rappresenta una minoranza.
A tal proposito, come riporta un approfondimento sul tema a cura di Con i Bambini e Openpolis, dall’ultimo rapporto di AlmaLaurea emerge che “Nei corsi di primo livello le donne costituiscono una spiccata maggioranza nei gruppi educazione e formazione (93,1%), linguistico (85,1%), psicologico (81,5%), medicosanitario (75,6%) e in quello di arte e design (71,8%). Di converso, sono una minoranza nei gruppi informatica e tecnologie ICT (13,7%), ingegneria industriale e dell’informazione (26,6%)”.
I dati a disposizione testimoniano una significativa a e sistematica sottorappresentazione delle donne nei percorsi di studio afferenti alle materie STEM, con importanti conseguenze in termini di disparità di genere poiché questi percorsi di istruzione sono proprio quelli che offrono opportunità lavorative maggiori e anche con una migliore retribuzione.
Si tratta di una tendenza spesso influenzata da aspettative o condizionamenti sociali e familiari – alle volte inconsapevoli – e su cui pesano fortemente anche pregiudizi e stereotipi di genere. Diviene fondamentale, allora, proprio a partire dal contesto scolastico, sfatare e combattere falsi miti e stereotipi di genere, che limitano le scelte delle giovani studentesse e che ad oggi risultano essere ancora ampiamente diffusi, incoraggiando le ragazze a intraprendere percorsi di formazione scientifica e riducendo i gap esistenti.
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