Il 20 giugno ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, un appuntamento indetto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 55/76 e celebrato a partire dal 2001.
Tale ricorrenza intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo, costretti a lasciare i propri affetti, la propria casa e cercare salvezza altrove per sfuggire a conflitti o persecuzioni.
“Speranza lontano da casa” (Hope away from home) è lo slogan dell’edizione 2023 della Giornata, volto ad evidenziare l’importanza di soluzioni a lungo termine per i rifugiati e il potere dell’inclusione.
In occasione della Giornata, l’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati ha pubblicato il rapporto annuale Global Trends in Forced Displacement 2022, che presenta le principali tendenze statistiche e gli ultimi dati sulle migrazioni forzate nel mondo. Secondo quanto riportato all’interno del rapporto, alla fine del 2022, il numero di persone nel mondo costrette a fuggire a causa di guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani ha raggiunto la tragica soglia di 108,4 milioni, registrando così un aumento senza precedenti: ben 19,1 milioni in più rispetto all’anno precedente. Si tratta del più grande incremento annuale mai rilevato.
La guerra in corso in Ucraina, insieme ai conflitti in altre parti del mondo e agli sconvolgimenti provocati dal clima hanno contribuito a questo drammatico traguardo, spingendo un numero record di persone a fuggire dalle proprie case nel 2022.
Nel rapporto poi si precisa che del totale globale rilevato alla fine dell’anno scorso, 35,3 milioni sono rifugiati, persone che hanno attraversato un confine internazionale in cerca di sicurezza, mentre la quota più numerosa (il 58%, pari a 62,5 milioni di persone) è costituita da coloro che sono sfollati all’interno dei loro Paesi a causa di un conflitto, di violenze o di eventi climatici estremi.
Inoltre, si evidenzia che il 40% del totale delle persone costrette alla fuga sono minorenni.
Altri dati presenti nel report indicano che nel corso dei primi cinque mesi del 2023, gli sfollamenti forzati hanno continuato a crescere anche a causa del conflitto in Sudan che ha causato nuovi esodi. In particolare, l’UNHCR stima che la cifra globale abbia superato i 110 milioni di persone già a maggio 2023.
Così, nell’ultimo decennio, a livello internazionale, le persone sfollate con la forza a causa di guerre e persecuzioni sono più che raddoppiate: se nel 2013 erano 51.2 milioni; nel 2023 sono salite a oltre 110 milioni.
Per quanto riguarda invece la condizione dei minorenni, le ultime stime diffuse dall’UNICEF rilevano che, alla fine del 2022, è stata raggiunta la cifra record di 43,3 milioni di bambini in condizioni di sfollamento forzato, molti dei quali per tutta la loro infanzia.
Per dieci anni questo dato è cresciuto in modo allarmante, fino ad arrivare a raddoppiare.
La guerra in Ucraina ha costretto ben più di 2 milioni di bambini ucraini a lasciare il Paese e ha portato a oltre 1 milione il numero dei bambini sfollati all’interno dell’Ucraina. Inoltre, eventi climatici estremi (quali le inondazioni in Pakistan e la siccità nel Corno d’Africa), hanno provocato lo sfollamento di altri 12 milioni di bambini nel corso del 2022.
“I bambini sfollati interni e rifugiati sono spesso fra i più vulnerabili. A molti è negato l’accesso all’istruzione e ai sistemi sanitari, non ricevono le vaccinazioni di routine e non possono accedere ai meccanismi di protezione sociale. Per molti bambini, la condizione di sfollamento si prolunga sempre più. La maggior parte dei bambini sfollati oggi vive l’intera infanzia in queste condizioni” spiega l’UNICEF, aggiungendo: “Lo sfollamento causato dal clima si prevede aumenterà rapidamente in mancanza di azioni urgenti per mitigare il riscaldamento globale e preparare le comunità più esposte alla crisi climatica“.
Infine, in riferimento alla situazione nazionale, l’UNICEF segnala che sono stati oltre 100 mila i minori stranieri non accompagnati giunti in Italia via mare dal 2014 a oggi; mentre solo nei primi mesi di quest’anno sono già 6 mila. Il dato tuttavia è parziale, in quanto non prende in considerazione il numero dei minorenni rifugiati dall’Ucraina arrivati nel nostro Paese dall’inizio del conflitto e tuttora presenti nonché di coloro che arrivano dalle frontiere terresti (principalmente dalla cosiddetta rotta balcanica) non sistematicamente registrati.
“Si tratta di bambine/i e adolescenti spesso in fuga da conflitti e violenza che tentano di raggiungere l’Europa – a volte fermandosi in Italia, altre proseguendo verso altri Paesi per ricongiungersi con familiari o conoscenti – alla ricerca di sicurezza e condizioni di vita più dignitose” si legge sul sito dell’UNICEF.
Infine, l’UNICEF mette in luce che questi dati sono probabilmente destinati a crescere nei prossimi mesi, a causa dell’incidenza di conflitti, crisi e disastri climatici che affliggono molti dei principali Paesi d’origine.
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